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Gospel, brasil-jazz e riadattamenti dal "pop" i piatti forti della seconda giornata

Scende la temperatura la prima sera di Umbria Jazz e i locali predisposti per i Round Midnight si riempiono. Anche perché, negozi chiusi e vetrine buie non stimolano i visitatori a passeggiare lungo le strade principali della città

Cronaca

di Stefano Corradino
Scende la temperatura la prima sera di Umbria Jazz e i locali predisposti per i Round Midnight si riempiono. Anche perché, negozi chiusi e vetrine buie non stimolano i visitatori a passeggiare lungo le strade principali della città
Il primo giorno è sempre un test.

Il primo giorno è sempre un test. Per l'organizzazione che mette a punto gli ultimi dettagli e per i jazzofili, nostrani e forestieri, che cominciano ad ambientarsi e a far propria l'atmosfera del festival.
Le due notizie giunte nel pomeriggio inferiscono un brutto colpo alla manifestazione. Il fisarmonicista francese Richard Galliano, uno dei musicisti più apprezzati nelle ultime edizioni, in programma ad Orvieto con un settetto totalmente dedicato alla musica di Astor Piazzola non ci sarà. Per motivi di salute. Per problemi di agibilità sembra invece segnata per quest'anno la sorte dell'Evo Decor di piazza Duomo.

Ma, come si dice, "the show must go on" e non è certo un incidente di percorso a sbarrare la strada alla rassegna invernale del jazz. E così Palazzo dei Sette, Al San Francesco, Antica Cantina e Hostaria NonnAmelia riempiono per cena le loro sale, intrattenute da vecchie conoscenze del "Winter" e new entry di tutto rispetto. Quest'anno la formula che abbina musica e gastronomia si fa ancora più marcata. Sono infatti ben 4 (con il club di Piazza Duomo sarebbero stati cinque) i locali adibiti a "jazz dinner".
Il popolo del jazz, popolo notturno per eccellenza, scaldatosi alle melodie che hanno accompagnato la ristorazione nei round midnight si comincia a muovere. Ballando e seguendo a tempo, con il battito delle mani, le esecuzioni e le improvvisazioni delle 4 band. 

Oggi la decima edizione del winter entra nella fase calda e si tinge di brasil-jazz (con il quartetto Jobim) e di gospel (alle ore 19 alla Sala dei Quattrocento del Palazzo del Popolo). Da non perdere i "tre dottori" del jazz, Reo, Pietropaoli e Sferra (Doctor 3). Alle 17,30 al Palazzo dei Sette questo terzetto sempre più celebre in Italia e all'estero riproporrà la formula originale che li ha resi noti legata alla rivisitazione di suggestive canzoni pop (dai Beatles a Elton John a De Gregori) in chiave jazz.

Pubblicato il: 27/12/2002

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