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Nazzareno Desideri, candidato consigliere comunale ad Orvieto e consigliere provinciale nel collegio Orvieto III

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Sono Nazzareno Desideri, candidato consigliere comunale ad Orvieto e consigliere provinciale nel collegio Orvieto III per la lista 'Sinistra e libertà'

Sono nato il 3 dicembre 1950 a Poggio Bustone (RI), coniugato
titolo di studio  geometra.

Ho svolto attività imprenditoriali in edilizia dal 1971 al 1986.
Dal 1987 sono funzionario presso l'ex Ministero Lavori Pubblici oggi Ministero Infrastrutture e Trasporti come istruttore tecnico presso il Proveditorato Interregionale  Toscana-Umbria sede di Perugia.
Presidente di una Società Sportiva di Calcio " TORRE SAN SEVERO " del Comune di Orvieto
e vicepresidente provinciale della Federcaccia di Terni.
Assessore del Comune di Orvieto nelle ultime due consiliature  ed ancora in carica con deleghe a
Urbanistica, Edilizia Privata, Ambiente, Sistema Parchi.



















Programma della lista "Sinistra e Libertà per Orvieto"

1.  Elemento centrale per una visione moderna del governo locale è l'idea di sistemi territoriali allargati che dialogano tra loro su linee di sviluppo di lungo periodo condivise.
Questo comporta di fare sistema sul piano interno e, sul piano esterno, di andare al di là dei confini amministrativi per costruire progetti di sviluppo di largo respiro.
Le aree cerniera come quella orvietana hanno in tal senso un ruolo fondamentale per lo sviluppo dell'Umbria sia in direzione dell'Alto Lazio che della Bassa Toscana.
L'Umbria, nell'epoca del federalismo e della riduzione delle risorse pubbliche, deve uscire sia dal cantonismo che dalle tentazioni neocentralistiche e imboccare la strada del policentrismo federalista.

2.  Una nuova fase di sviluppo è possibile se le risorse locali vengono messe a sistema nel quadro di politiche fortemente spostate verso l'innovazione e capaci di indicare le priorità su cui concentrare gli investimenti pubblici e privati.

3.  In tal senso un ruolo essenziale può essere svolto dal riuso dell'ex caserma Piave e dell'ex Ospedale. Qui ribadiamo solo i criteri fondamentali che a nostro avviso debbono guidare l'Amministrazione in questa che è certamente l'operazione di governo più ambiziosa e difficile, ma dalla quale altrettanto certamente dipenderanno molte cose sia per i caratteri e la qualità dello sviluppo che per la tenuta della città e del territorio:
 in primo luogo le scelte debbono essere effettuate dal Consiglio Comunale senza che su questo ci siano ambiguità;
 in secondo luogo e conseguentemente va riaffermata sia la natura strategica di tali beni, che quindi debbono rimanere pubblici, sia la loro destinazione e gestione produttiva;
 infine va evitato ogni pericolo di operazioni speculative e di breve periodo, così come forme di gestione che di fatto esproprino la città delle sue prerogative di governo.

4.  Un ruolo parimenti essenziale può essere svolto da un progetto generale di modernizzazione infrastrutturale, articolato in diversi modi ma centrato inevitabilmente sui seguenti aspetti:
a) viabilità e trasporti: gli interventi debbono riguardare sia la viabilità interna con le priorità di complanare, variante di Sferracavallo e insilamento di via dei tigli a Ciconia, sia la viabilità esterna verso Todi-Perugia, Viterbo-Civitavecchia e Bassa Toscana; il secondo casello non deve interferire con la complanare che resta l'intervento prioritario di questo processo di modernizzazione; vanno affrontati in modo sistematico le questioni del trasporto ferroviario, che riguardano in primo luogo i pendolari ma anche i flussi turistici e il ruolo del nostro territorio;
b) reti telematiche: va portata gradualmente la banda larga in tutte le realtà a beneficio delle imprese e dei singoli cittadini;
c) sistema del credito: va sviluppata una politica locale del credito su progetti di sviluppo che coinvolgano pubblico e privato; vanno favoriti i progetti a forte valenza di innovazione e che impieghino i giovani; vanno stabiliti accordi con la Fondazione Cassa di Risparmio per interventi su priorità di forte interesse generale;
d) energia: puntare sulle fonti rinnovabili in modo programmato dentro un quadro generale di sviluppo delle energie alternative almeno a livello provinciale; le centrali a biomasse debbono essere di piccole dimensioni e dunque compatibili con le quantità di combustibile naturale di cui si può disporre in modo sicuro e controllato; va respinta la cultura del no pregiudiziale a favore della cultura fondata su analisi scientifiche di tutti gli aspetti favorevoli o contrari alle possibili soluzioni di un determinato problema;
e) discarica e gestione dei rifiuti: stare dentro il piano regionale dei rifiuti salvaguardando gli interessi del nostro territorio sia in termini strategici che di gestione economica a favore della popolazione; evitare l'ingresso di rifiuti da fuori regione; procedere decisamente al lancio e alla gestione della raccolta differenziata; passare dal rapporto tariffa-superficie utilizzata al rapporto tariffa-rifiuti prodotti.

5.  C'è poi un aspetto che quando si parla di sviluppo moderno non viene mai preso seriamente in considerazione: la scuola e la formazione. Qui va affermato a chiare lettere che senza un sistema moderno ed efficiente di istruzione e formazione non solo non c'è sviluppo ma c'è arretramento economico, sociale e culturale. A noi perciò sembrano importanti le seguenti scelte:
 garantire il più alto livello possibile di servizio scolastico pubblico, concepito come sistema territoriale che va dall'infanzia fino alle soglie dell'università;
 organizzare un polo scolastico territoriale capace di attrarre studenti anche da fuori provincia e da fuori regione;
 riorganizzare la rete scolastica non solo in termini quantitativi, ma in termini qualitativi, cioè guardando alle soluzioni migliori con riferimento sia allo sviluppo che al sistema dei servizi a partire dai trasporti.

6.  Al ruolo della scuola si collega poi quello della cultura e della formazione superiore di tipo universitario e post-universitario. Per quanto concerne la cultura e i beni culturali non solo va mantenuto ciò che negli anni si è consolidato come caratterizzazione della nostra città nel mondo, ma va fatto ogni ulteriore sforzo per fare del grande e variegato patrimonio di cui siamo custodi un vero sistema territoriale sia in termini di valorizzazione generale che di gestione puntuale. Alcuni punti ci sembra vadano sottolineati:
a) il ruolo propulsivo del sistema mussale, che richiede di essere completato e inserito nei grandi circuiti facendo tesoro dei sistemi moderni di gestione;
b) il ruolo della nuova biblioteca, che deve assumere il compito di promozione costante della cultura mediante l'utilizzazione dei più dinamici strumenti di diffusione;
c) il ruolo del teatro Mancinelli, che con una gestione controllata e lungimirante può rappresentare una altro aspetto rilevante della capacità della città di ospitare e di produrre cultura.
Per quanto concerne la formazione superiore di tipo universitario e post-universitario noi crediamo che il CSCO debba essere centrale nella delineazione di un sistema territoriale moderno. Senza cadere in logiche particolaristiche, ma proprio nel quadro dell'Umbria policentrica di cui abbiamo parlato, esso può ospitare non solo università straniere ma anche università italiane che ne abbiano interesse, senza con questo interferire per nulla con l'Università dell'Umbria, anzi rappresentandone una positiva integrazione.

7.  Naturalmente alla cultura e alla formazione in una città come Orvieto deve affiancarsi una politica di forte impulso alla qualificazione dei flussi turistici con un necessario adeguamento delle strutture per la congressistica, con la qualificazione della rete dei servizi commerciali e con la forte valorizzazione dell'artigianato di qualità di cui la nostra città e il nostro territorio contengono diverse e importanti espressioni.
In questa ottica riteniamo importante anche la realizzazione di una struttura per grandi mostre che consenta alla nostra città e al nostro territorio di partecipare da protagonista all'offerta italiana nel sistema globale della promozione turistica, artistica e culturale, di livello elevato.

8.  La filiera turismo-cultura-ambiente-agricoltura, punto centrale dei piani di sviluppo regionale, deve essere per il nostro territorio un punto fondamentale di una programmazione di sistema che rilanci le potenzialità straordinarie dell'area orvietana.

9.  Il territorio è un bene essenziale che si tutela nella misura in cui lo si usa in modo razionale, se ne rispettano le connotazioni storiche e i cicli e dunque lo si pone in un rapporto corretto e responsabile con le esigenze umane. Non sempre questo è avvenuto, ma fondamentalmente non si può negare né la crescita culturale né una politica sempre più attenta alle compatibilità e alle opportunità rappresentate dalle conquiste scientifiche e tecnologiche moderne applicate all'uso del territorio. Questa linea equilibrata e rispettosa delle diverse esigenze ci sembra quella più adeguata per evitare squilibri e per camminare speditamente sulla via della modernità risanando piuttosto che aggravando. Un aspetto tutt'altro che secondario in questa visione del territorio come risorsa antropica da rispettare mediante un uso corretto e intelligente è l'arredo urbano, concepito in tutti i suoi aspetti, da quello estetico a quello dell'efficienza e della sicurezza.

10. Il sistema dei servizi a rete deve garantire ai cittadini sia l'efficienza dei singoli servizi che il minor costo possibile di ciascuno e di tutti. In questo senso riaffermiamo la necessità di una gestione pubblica dei beni essenziali come l'acqua, per la quale, nel rispetto delle norme sia comunitarie che nazionali, deve essere assicurata una gestione pubblica effettiva superando tutte quelle distorsioni che di fatto hanno prodotto una gestione formale pubblica e una gestione reale privata con l'effetto della lievitazione dei costi e di inefficienze conclamate

11. I servizi sanitari debbono essere considerati anch'essi nella logica dei sistemi territoriali di cui stiamo delineando le necessità. L'attenzione da riservare alla prevenzione e ai servizi territoriali non ci deve tuttavia far dimenticare che il nostro ospedale deve svolgere a pieno la sua funzione di polo territoriale dell'emergenza-urgenza. Dobbiamo perciò essere molto attenti a ciò che succederà nel momento in cui si dovrà procedere a livello regionale ad una razionalizzazione dei servizi ospedalieri  per spostare risorse in direzione appunto della prevenzione e dei servizi territoriali. Da subito comunque bisogna lavorare sulla qualificazione dell'offerta sanitaria globale e rivendicare una gestione che valorizzi le risorse umane del nostro territorio, perché abbiamo bisogno che anche da questo settore venga un accrescimento del deposito di know how necessario allo sviluppo moderno.

12. Le politiche sociali adottate anche in questi anni di difficoltà di bilancio hanno continuato a connotare la civiltà di una città che vuol essere davvero di tutti. Su questa strada bisogna continuare, naturalmente con gli occhi attenti sia ai bisogni che alle responsabilità di tutti e di ognuno.
Le politiche sociali non possono esaurire le politiche per gli anziani. Per questo aspetto vorremmo che fossero considerate innanzitutto le seguenti questioni: le necessità del vasto settore della non-autosufficienza; il recupero dello spazio fisico dell'agibilità della città; la promozione delle attività generative del protagonismo sociale degli anziani.
Né tantomeno possono esaurire quelle per i giovani. Per i quali sono utili innanzitutto le politiche di sviluppo moderno che investono in saperi e abilità tecnologiche, ma sono da curare anche quelle che promuovono la libera imprenditoria e sostengono la creatività in ogni sua manifestazione positiva per la società. Non vanno dimenticate poi tutte le iniziative e le attività che già qualificano la città nel campo dello sport il cui esercizio a livello di massa interessa certo per i risultati ma forse ancor più per gli aspetti educativi e di crescita sana ed equilibrata dei nostri giovani.

13. Tutto questo non sarebbe possibile senza una seria e trasparente politica di bilancio. Bisogna dare atto all'A.C. uscente di aver fatto uno sforzo determinante per risanare e assestare il bilancio. L'opera di risanamento effettuata consente oggi di lavorare seriamente alla stabilizzazione. Ciò che va fatto in modo trasparente e deciso puntando a nuove entrate che possono derivare sia dalle opportunità offerte dal riuso della Piave sia da altre fonti di entrata, escluso naturalmente l'aggravio della tassazione.

14. La cornice in cui tutte le scelte programmatiche di modernizzazione a nostro avviso vanno iscritte è fatta di poche ma significative parole d'ordine:
 uffici e servizi pubblici efficienti e misure che facilitino la vita dei cittadini;
 merito, responsabilità e competenza nelle scelte e negli incarichi;
 la qualità come criterio guida in tutte le fasi di tutte le azioni;
 prevalenza del bene comune su ogni altra considerazione.
Questi principi non avrebbero alcun senso se non fossero il riferimento di comportamenti reali e soprattutto se non fossero i cardini di una democrazia partecipata, sul cui concetto però secondo noi bisogna intendersi al fine di una condivisione che sia profonda e costante. Il concetto di democrazia su cui si fonda la nostra Costituzione è quello di democrazia rappresentativa, con gli eletti che sono espressione della volontà popolare esercitata mediante il diritto di voto. Le assemblee elettive sono e restano dunque i luoghi in cui principalmente, anche se non esclusivamente, si condensa e si esercita la volontà democratica dei cittadini. Non si può perciò coerentemente affermare questo e poi svuotare tutto con una democrazia diretta surrettizia fatta di comitati permanenti che di fatto esautorano il CC e le sue articolazioni, compresi quei Consigli di zona che recentemente hanno visto potenziate le proprie competenze e il proprio ruolo di tramite territoriale del Consiglio.

Committente responsabile Enzo Fringuello

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Pubblicato il: 13/05/2009

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