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Giorgio Santelli alla Provincia - Le mie idee e il mio programma

UN ATTO DI INTOLLERANZA CONTRO LA MIA CANDIDATURA E QUELLA DELLA LISTA DI INSIEME PER PORANO / IL MIO BLOG

foto di copertina
di Giorgio Santelli

Stavo nel mio piccolo collegio provinciale che comprende il mio comune di residenza, Porano in Umbria, e alcune frazioni della città di Orvieto. Un giro per parlare con un po' di famiglie e per fare volantinaggio per i prossimi appuntamenti che chiuderanno la campagna elettorale mia e della lista di Insieme per Porano.

In una frazione del mio Comune di residenza, Borgo Heskanas, mi sono fermato di fronte ad una bacheca pubblicitaria dove il Comune aveva affisso i manifesti elettorali ufficiali della Prefettura, con le liste dei partiti e dei candidati per le Comunali e le provinciali. Nel primo manifesto era stata "tolta" strappandola con certosina attenzione la lista di centrosinistra, lasciando solo quella di centrodestra.

Nel manifesto delle Provinciali il mio nome tolto, cancellato.

E' il due giugno, la festa della Costituzione italiana. Quella Costituzione che difendiamo, costata la vita di donne e uomini che hanno fatto la resistenza. Laici, Cattolici, socialisti, comunisti, azionisti. Persone che hanno pagato con la loro libertà la nostra.

Quello sfregio al manifesto è uno sfregio alla Costituzione, in quella carta fondamentale in cui compaiono articoli per la difesa della libertà di espressione, di credo politico. Ed è un atto che fa male. Non per il mio nome cancellato, che è comunque lo stesso di mio nonno, sindaco socialista del dopoguerra.

Non per una lista cancellata, come se non esistesse. Ma per il senso che quell'atto, stupido e intollerante, porta con sé. E' un affronto a tutti, probabilmente anche alla lista di opposizione, di centrodestra.

Ed è un segnale di intolleranza forte, quasi mafioso. Ti cancellano, ti dicono che tu non ci devi essere, che rappresenti qualcosa che va tolta dalla memoria degli elettori.

E c'è un senso, a mio avviso, penalizzante anche per la lista che resta. Arriva un messaggio: "loro sì che vanno bene, che non sono da cancellare", perché rappresentano ciò che quella mano che ha compiuto quel gesto desidera. Il gesto è chiaro.

A Porano, comune che dopo 23 anni, dieci anni fa è stato riconquistato da una lista civica progressista, bisogna ristabilire quanto c'era prima. E allora via, con un colpo di spugna, tutto quel che è stato fatto in questi dieci anni.

Sono convinto che Giorgio Cocco, candidato dell'opposizione, farà un comunicato stampa di solidarietà. Ma va detto che quella mano che ha cancellato un piccolo pezzo di democrazia è di qualcuno che quella lista la sostiene.

Al di là del gesto, delle scuse, della solidarietà che sarà data, quel che è accaduto è un dato di fatto, che peserà non poco in questi ultimi giorni di campagna elettorale. Più dei manifesti del nostro candidato a sindaco strappati di notte.

Non è con l'intolleranza che si porta un paese al cambiamento. Quel manifesto sarà attaccato nuovamente ma lo sfregio ad uno splendido Paese come Porano, alla sua gente ospitale e buona resta. Per colpa di un idiota, o di qualche idiota, da oggi siamo tutti un po' più poveri.

Questa sera, mercoledì alla sala del Consiglio Comunale di Porano, alle 21,30 dovremo essere in tanti, anche per affermare che al di là di quel che è successo Porano e i Poranesi sono uniti.

Si dividono su fronti opposti per la campagna elettorale, ma quel gesto va seppellito da tutti con sprezzo. Ci sarà anche Feliciano Polli, candidato presidente della Provincia per il centro-sinistra. Insieme diremo che a noi non ci cancella nessuno!

IN PROVINCIA PERCHE'? - Intanto vi dico che sono candidato come indipendente nelle liste dell'Italia dei Valori per il collegio Orvieto III che comprende i centri abitati di Orvieto Scalo e Gabelletta e zone limitrofe, le frazioni Torre San Severo, Sugano, Benano, la strada del Lapone e la zona industriale. E, ovviamente, il mio comune di residenza: Porano.  santelli@articolo21.info

Chi sono, che cosa faccio nella vita
Vivo a Porano dal 1989. La mia famiglia è per metà poranese e metà orvietana. La mamma di Rocca Ripesena, mio padre di Porano, figlio del primo sindaco socialista del dopoguerra. In famiglia, da sempre, siamo stati abituati all'impegno politico, sindacale e civile. Il cognome, insomma, è noto.

Sono nato in Brianza, figlio dell'emigrazione che ha portato tanti figli del nostro territorio a spingersi al nord o a Roma per lavorare negli anni sessanta. Mi occupo di comunicazione, faccio il giornalista e lavoro come consulente in Rai, quella che ritengo ancora essere la grande azienda culturale del nostro Paese.

La politica la conosco dall'interno (sono stato consigliere a Porano per una consiliatura e lì candidato), e dall'esterno, come cronista e opinionista che da sempre si è occupato di politica. L'esperienza politica, per me, non si fa solo nei partiti. La si fa nell'associazionismo, nel sindacato, nei luoghi e nei soggetti collettivi che fanno aggregazione.

Sono candidato come indipendente nell'Italia dei Valori che ha scelto, fra i suoi candidati, molta società civile e il mondo delle professioni. Pensate: oltre il sessanta per cento dei candidati di questo partito non ha la tessera dell'Idv. Io appartengo a questa folta squadra. Nel mio vocabolario esiste ancora le parole "compagna" e "compagno". Non me ne vergogno, anzi, sono parole che mi danno orgoglio perchè hanno, al proprio interno, profondo significato e lunga storia di lotte, di passioni per liberare le classi più deboli e fornire risposte di solidarietà alla società.

Ho scelto l'impegno e la candidatura poichè penso che la politica debba essere rinnovata dal basso, dalle comunità. Sono personalmente stanco di un centrosinistra litigioso, di una coalizione sempre alla ricerca delle divisioni e mai dei minimi denominatori comuni che la trasformino in una seria e concreta alleanza.

A livello nazionale vivo l'esperienza dell'associazione Articolo 21, nata 8 anni fa a difesa dell'articolo 21 della Costituzione Italiana. Sono nell'esecutivo dell'Associazione e direttore editoriale del quotidiano on line. L'associazione ha visto, tra i suoi fondatori, Enzo Biagi, Federico Orlando, Beppe Giulietti, i registi Giuliano Montaldo e Ugo Gragoretti, e molti altri soci appartenenti al mondo dell'arte, della cultura, del giornalismo, della ricerca. del sindacato, delle professioni.

Un'associazione che vede, insieme, la cultura liberale, quella socialista e quella comunista che riescono a dialogare tra loro e a lavorare in unità. Un esempio nazionale per un'ipotesi di vera coesione anche fra le forze politiche. Vorrei che questo progetto associativo di unità, che esiste all'interno di Articolo 21, si trasferisse nella politica. Per ragionare sui motivi dell'unità e abbandonare le divisioni. E' con questo spirito unitario che mi candido in Provincia, tentando di raccogliere i voti non solo dell'Italia dei Valori ma di tutte quelle donne e uomini che, al di là dell'appartenenza politica, vogliono davvero dare un voto di unità che sia un messaggio a tutto il centrosinistra: "state insieme, ne va del bene delle comunità, piccole e grandi, e di quello di tutto il Paese".


La Provincia come rete del territorio
Terni è una piccola Provincia in uno splendido territorio. Molti Comuni piccoli, qualcuno medio e una città. La provincia deve saper ragionare come luogo di sintesi e pianificazione / programmazione per tutto questo territorio. Penso ad una rete, che sappia cogliere le peculiarità delle diverse realtà. L'Orvietano ha una dote profonda di patrimonio ambientale, culturale e turistico che la Provincia può promuovere. La mia intenzione è quella di mantenere uno stretto contatto con le amministrazioni locali e definire un "pacchetto" orvietano di proposte che, nell'arco della prossima consiliatura provinciale, deve essere affrontato. Per questo la mia presenza sul territorio sarà forte, il rapporto con i nostri sindaci continuativo. Voglio essere il punto di riferimento territoriale in Consiglio Provinciale e sostenere le richieste che provengono dai Comuni.

Mi appassionano, in modo particolare, i temi della cultura e dello sviluppo economico legato al turismo, a mio avviso vero elemento di sfida per la ripresa occupazionale.

Il rapporto con le associazioni (d'imprese, sociali, sindacali)
La peggior cosa che un rappresentante può fare è quella di farsi portavoce di sé stesso, immaginando di essere così bravo da poter sapere quelli che sono i problemi delle imprese, della società che rappresenta e del mondo sindacale, senza parlare con tutti quelli che nelle realtà locali questo mondo rappresentano. Vado ad esempio e ne faccio solo alcuni per non tediarvi.

Come fai a sostenere le giuste esigenze dei pendolari se non sai che cosa significa prendere tutte le mattine un treno sporco e in ritardo; se sai quando parti (forse) ma non quando arrivi; se non tenti di giungere ad una consapevolezza che ti fa comprendere che chi lavora a Roma come pendolare passa, in una anno, 625 ore su un treno (l'equivalente di quasi 27 giorni di viaggio). Che in 30 anni di lavoro ne passa quasi 3 lì sopra?

E ancora: come fai a conoscere i problemi di chi esce anzitempo dal mercato del lavoro perché in esubero se non parli con loro o con i sindacati che li rappresentano?

Come fai a capire quali sono i temi della sicurezza del lavoro se non ti interessi alla sicurezza dei cantieri, agli appalti al ribasso, al lavoro nero? Queste cose non puoi immaginarle, le devi vedere e apprendere.

E come fai a comprendere quali sono le difficoltà di chi, anziano, ha bisogno di cure e servizi senza parlare con chi, istituzionalmente, di loro si occupa, ma anche con chi da volontario sta loro vicino?

E a conoscere i giovani se ti affidi al qualunquismo di chi afferma. I giovani di oggi? Non hanno più ideali. Che ideali può avere chi resta precario per tutta la vita, chi lavora al nero, chi paga gli affitti dell'università lavorando nei bar, chi si allontana dalla politica perché non ti fa accedere, chi ce l'ha con la politica perché è scarsamente meritocratica? Il mio ragionamento, che appare qualunquista, non lo è poi così tanto, perché ha "questa" seconda parte.

I giovani ci sono e gli ideali ce li hanno. Ma più che in politica li trovano nel volontariato. Guardatevi intorno. Emergency, L'Arci, La Croce Rossa, La Caritas, La Protezione Civile, il Comitato antifascista, le Pro Loco, le associazioni sportive. Si potrebbe continuare all'infinito. Lì stanno i giovani e lì fanno politica perché forse, oggi quella è più politica di questa.

E allora come fai a parlare dei problemi dei giovani e a pensare a qualcosa per loro se con loro non parli?

Il tessuto economico del nostro territorio è piccolo ma di qualità.
L'economia del nostro territorio deve puntare su turismo, artigianato, prodotto tipico. Lo fa, ma troppe volte è da sola di fronte alla burocrazia, alla scarsa programmazione (specie nel comparto turistico) e, troppo spesso, le iniziative di sostegno da parte delle istituzioni sono a spot, a pioggia e con scarsa aderenza ai reali bisogni del territorio. Con le imprese va fatto un patto. Loro devono decidere di prepararsi a stare sul mercato in modo consapevole e professionale. Noi dobbiamo capire quelle che sono le esigenze reali.

Faccio solo alcuni esempi, anche in questo caso. Siamo sicuri che serva un'area artigianale in ogni Comune? Magari piccola e con pochi servizi? O non è meglio imparare a ragionare insieme e scegliere i luoghi migliori dove lavorare, quelli con le reti infrastrutturali migliori e i servizi essenziali più vicini? Se si superassero un po' i campanilismi saremmo certamente più competitivi. Ma se nessuno pone mai questi temi perché forse scomodi dal punto di vista elettorale e politico, dobbiamo consapevolmente affermare e dirci che lo "status quo" è quello che ci sta bene.


I Comuni come nuclei centrali del territorio
I veri consiglieri provinciali sono i sindaci della provincia. Sono loro la fonte d'ispirazione degli impegni amministrativi provinciali. Ed è per questo che con loro vi sarà la necessità di un continuo rapporto. Il Consigliere Provinciale discute a Terni, ma prepara il suo lavoro nel proprio collegio, ascoltando le esigenze del territorio per portare poi in ambito Provinciale istanze collettive. Questo è il mio impegno. Ascoltare i sindaci e i consigli comunali, maggioranze e minoranze perché quello che avrò da dire e da fare sarà quello che voi mi direte di fare e dire.


La formazione professionale
Rimango stupito, a volte, dei corsi di formazione prodotti. Mi è capitato, più volte negli anni, di vedere corsi di formazione per vetrinista. Io ritengo che la formazione professionale possa avere un ruolo fondamentale solo previa concertazione con le imprese e le rappresentanze dei lavoratori del territorio. Non si possono calare dall'alto proposte di formazione senza sapere cosa serve alle imprese.

Per questo il rapporto con il mondo del lavoro (imprese e sindacati) è essenziale. Un Consigliere e un Consiglio provinciale non ha una palla di vetro che permetta di decidere ciò che serve senza parlare con chi ha delle specifiche necessità. Guardando le imprese del nostro territorio, penso che vi sia la necessità di formazione legate al marketing territoriale, al prodotto turistico, alla formazione alberghiera, all'edilizia di qualità, all'artigianato tipico, al restauro, alla tecnologia applicata all'informatica e alle comunicazioni.

Qualcuno può dire: non spetta alla Provincia, non è nelle sue corde. Io rispondo che serve fantasia, creatività e grande capacità di ascolto verso il mondo dell'impresa. Su questo tema non vorrò decidere di testa mia, ma con la testa di chi, nell'impresa, nel mondo della formazione, in quello sindacale, ha un quadro davvero oggettivo delle necessità di formazione per il nostro territorio.


Ambiente e turismo, volano dello sviluppo
Un territorio che si propone al mondo come luogo dove fare turismo, come paradiso verde e come realtà incontaminata deve avere forza e capacità per porre l'ambiente quale elemento principale del proprio sviluppo. Una corretta politica del rifiuto, un livello di raccolta differenziata che sia davvero elemento fondamentale del programma di governo è il minimo sindacabile.

Non esistono trattative possibili. Solo salvaguardando il nostro territorio, solo difendendolo, è possibile cominciare a promuoverlo. Esistono, in Italia, piccoli comuni virtuosi da questo punto di vista. Noi possiamo essere come loro. E dobbiamo farlo, per il bene delle generazioni future.

Siamo fortunati ad avere, in ogni caso, l'ambiente che abbiamo, l'immenso patrimonio storico e artistico, i nostri percorsi naturalistici. Ma sappiamo venderli poco. E' necessario pensare ad un prodotto turistico unico e territoriale.


La solidarietà sociale
Non c'è futuro senza solidarietà. E la solidarietà passa per la grande fertilità associativa presente nei nostri territori. Una fertilità che va premiata. Penso alle tante associazioni di volontariato, a quelle di auto aiuto. Penso alla Protezione civile e ai suoi volontari che, proprio in questi giorni, stanno portando la nostra solidarietà alle popolazioni colpite dal terremoto in Abruzzo.

E penso molto anche alle associazioni culturali. Il nostro territorio è ricco di iniziative culturali, troppo spesso affidate alla buona volontà dei cittadini. Questa buona volontà va premiata, mettendo loro a disposizione le risorse possibile e ogni aiuto logistico che sta nelle capacità della Provincia.


Riempire di ruoli la Provincia per evitarne la chiusura
Tra gli Enti per i quali si paventa la chiusura c'è la Provincia. E' il termine "paventa" che è sbagliato. Se per Provincia si intende un Ente che serve per dare alcune poltrone a notabili della politica, quest'ente non serve e merita la chiusura. Se dovessi mai sedere su uno scranno provinciale, questa mia opinione non cambia. Se la Provincia dovesse davvero essere un ente inutile sarò uno dei consiglieri che lotterà per la liquidazione, perchè significherebbe salvaguardare l'interesse comune.

Ma per capire se la Provincia è utile o meno vi sarà la necessità di misurare il nostro lavoro, la nostra attività e le cose che saremo in grado di fare. Sto studiando le competenze dell'ente. Non sono tante, ma se si forniscono risposte su quelle, la Provincia ha un senso. Ma il giudizio sul lavoro fatto può spettare unicamente al cittadino. Per questo mi farò interprete, se eletto, con i consiglieri del territorio, pretendendo incontri con i sindaci e i consigli comunali semestrali e assemblee aperte ai cittadini a cadenza annuale.

Vorrei lanciare la sfida della trasparenza istituzionale, andando di fronte al giudizio dei cittadini non solo alla scadenza naturale della consiliatura, ma periodicamente. La mia non sarà una delega in bianco, sarò lì come rappresentante dei cittadini e solo grazie al loro voto. Per questo, per il rispetto dato alla mia candidatura deve essere riconosciuto identico rispetto a chi quel voto lo ha espresso.


Contro tutti i conflitti di interesse
Nell'Italia del conflitto di interesse per antonomasia - quello del Presidente del Consiglio - la buona politica non può transigere dal comportarsi in modo esattamente opposto a livello locale. Non mi fa paura solo la grande anomalia rappresentata da Silvio Berlusconi, Premier ineleggibile, ingiudicabile, intoccabile che ha realizzato leggi ad personam e contra personas.

Mi preoccupano anche i piccoli conflitti di interessi, la malattia di una politica troppo attenta agli interessi personali e poco a quelli collettivi. I doppi e tripli incarichi. Personalmente pubblicherò sul mio sito internet le mie denunce dei redditi e gli incarichi politici o istituzionali ricoperti. Di cose bisogna farne poche e bene e che non confliggano con la propria attività professionale. Penso sia un modo per dare trasparenza ad un impegno amministrativo. Mi attendo che questa decisione "unilaterale" sia come un virus positivo che si estenda a tutti i consiglieri.


La cultura del diverso
Non ho paura dell'altro, di chi ha un colore della pelle diverso dal mio, di chi parla una lingua dalla mia diversa. Il sudore e le lacrime sono le stesse. L'Italia è un Paese di emigrati. C'è un'altra Italia nel mondo, fatta da 60 milioni di italiani o figli o nipoti di italiani. Per questo il diverso non mi spaventa. E mi arrabbio se qualcuno rimanda indietro le carrette del mare e pensa che ogni extracomunitario sia un pericoloso malvivente.

Mi arrabbio se affermano che si devono denunciare gli extracomunitari non in regola con il permesso di soggiorno perché a quel punto loro si nasconderanno e non cureranno nemmeno i loro figli.

Mi arrabbio nello stesso modo anche se, all'estero, mi dicono la classica frase: "Italia, spaghetti mafia e mandolino".

Ma mi arrabbio anche se tra le migliaia di cittadini stranieri che sono in Italia ce ne sono alcune centinaia che delinquono. Ma non perché sono stranieri, ma perché sono delinquenti. E devo dire la verità, mi arrabbio ancora di più se sono Italiani.

Che centra questo con un'elezione in Provincia? Io dico che c'entra, perché la convivenza culturale e civile con chi è straniero è cultura. E nella politica di formazione della Provincia si deve lavorare anche a questa formazione, per chi viene da noi e deve essere "formato" alla nostra cultura e noi imparare a conoscere la loro. In questo la Provincia può fare molto. E significa intervenire anche sulla sicurezza. Non è con la chiusura delle frontiere che si decide di vietare l'ingresso agli stranieri.

Tra dieci anni saremo sempre 60 milioni, ma il 15% di noi saranno stranieri. E allora più che odiarci a vicenda è meglio conoscerci. Se ci conosciamo e se ci rispettiamo reciprocamente, se si forma una cultura condivisa ci mettiamo tutti in sicurezza. Senza Ronde.


L'impegno
Se si accoglie una candidatura si sottoscrive l'impegno con gli elettori. Io ci sarò, è il mio impegno con tutti quelli che mi esprimeranno la loro fiducia e che si estenderà, in caso di elezione, a tutte le realtà che rappresento. Sono di Porano, l'ho detto. E proprio sull'impegno del Consigliere voglio lanciare una sfida, partendo da quanto accaduto.

Per due volte l'approvazione del nostro Prg in Provincia è slittato per la mancanza del numero legale. Responsabilità diverse politiche e anche una certa dose di pressapochismo dei consiglieri. Questo non può accadere. Perché significa rallentare un percorso che faticosamente un Consiglio Comunale fa per il Bene Comune.

Salvo cause di forza maggiore io sarò lì, in consiglio, a difendere il nostro territorio. E prendero le presenze dei colleghi, autorizzando loro a prendere le mie!


L'acqua, bene pubblico
Una sola battuta. Ne avevamo tanta e costava meno. Forse perché c'erano meno persone che dovevano viverci come "incaricati della gestione?" Il dilagare delle poltrone penalizza gli interessi collettivi. In Provincia anche per questo. Per evitare che prima o poi vogliano privatizzare anche l'aria che respiriamo per dare qualche soddisfazione personale a qualcuno.

scrivetemi - santelli@articolo21.info

In Provincia con Feliciano Polli PresidentePerché questa candidatura? Per difendere il nostro territorio, per trovare più risorse possibili da portare nell'orvietano, per fare - su certe cose - il guastafeste! Controllo e trasparenza; proposte e idee perché la Provincia torni ad essere un ente utile oppure si avvii alla chiusura. Con gli elettori si deve essere chiari. Non avrò un posto da difendere, ma la filosofia che guiderà la mia presenza nel Consiglio Provinciale è quella del - permettetemi - "cronista". Voglio capire cosa si può fare (per esempio so che è possibile lavorare sui temi della sicurezza del lavoro e su alcuni meccanismi contro la precarietà, sugli aspetti di promozione territoriale e turistica). Ma se non si potrà fare nulla, se - ripeto - da "cronista" mi dovessi accorgere che la Provincia è uno dei luoghi dello spreco, sarò fra i primi a chiederne la chiusura!

 

IN COMUNE, A PORANO - Sono candidato consigliere nella lista Insieme per Porano, la cui candidata a sindaco è Maria Adelaide Ranchino.

Voglio portare la mia esperienza di giornalista, i miei contatti con il mondo dell'informazione e della cultura  nazionale. La mia professionalità. Penso che il ruolo della cultura sia essenziale per un modello di sviluppo sostenibile per il nostro Comune. In 10 anni la lista Insieme per Porano che ha un orientamento riformista, ha messo al centro del proprio lavoro la riqualificazione del territorio. Nuove strutture sono state rese fruibili al pubblico. Il Parco di Villa Paolina, il Teatro di Santa Cristina, il Centro Socio-Culturale Malerba. Riempire di "eventi" queste strutture significa rendere più "ricco" il Paese, in termini culturali ed economici.

E in Consiglio voglio portare unità e collegialità. Il lavoro di gruppo e l'impegno di ognuno producono una vera alleanza. La partecipazione è un elemento di democrazia. Vorrei recuperare fino in fondo - e nella consiliatura sarà possibile - quello spirito che riportò le forze riformiste alla guida di Porano dopo 23 anni di centro-destra.

In consiglio anche informazione e comunicazione. Non possiamo andare dai cittadini solo quando c'è da votare. Lo prendo come impegno personale: uno strumento di comunicazione che informi periodicamente i poranesi; assemblee aperte e partecipate sui temi fondamentali della vita cittadina e sul lavoro che facciamo.

LA FILOSOFIA DI UN IMPEGNO ISTITUZIONALE

L'associazione Articolo 21. Liberi di si occupa, a livello nazionale, di pluralismo dell'informazione. E' un'associazione unitaria, fondata da Enzo Biagi, Federico Orlando, Beppe Giulietti, Ugo Gregoretti, Oliviero Beha, Ottavia Piccolo, Sergio Lepri, Giuliano Montaldo e tanti altri fra comunicatori, personaggi del mondo dell'arte e della cultura. Donne e uomini di diversa appartenenza culturale ma uniti nel difendere l'Articolo 21 della Costituzione Italiana.  Dalle ultime elezioni politiche molti di noi sono stati candidati come indipendenti nelle liste dell'Italia dei Valori. Antonio di Pietro ci ha proposto di spenderci in politica, assicurandoci massima autonomia nel proseguire il nostro ruolo anche nei livelli istituzionali.

Portiamo trasparenza, comunicazione verso le cittadine e i cittadini. Un "modo dimenticato" del fare politica che prevede, per esempio, la lotta contro ogni conflitto di interesse. Non solo quello gigantesco che coinvolge il Presidente del Consiglio, ma anche i piccoli conflitti di interesse. Quelli di dimensione locale, di chi sta nell'istituzione ed ha terreni da edificare, di chi ricopre moltitudini di incarichi (istituzionali, politici, economici) che entrano in conflitto l'uno con l'altro.

Portiamo voglia di unità, perché pensiamo che il principale problema della sinistra, del centro-sinistra e delle coalizioni progressiste, sia proprio l'incapacità di trovare ciò che unisce ma avere, al contrario, grande capacità nel dividersi su ogni cosa.

Portiamo responsabilità. Perché, troppe volte, è il senso di responsabilità che manca, perché contano di più i personalismi, gli interessi personali piuttosto che quelli collettivi.

In Articolo 21 siamo abituati a ragionare per gli altri e non per noi. Forse per questo il nostro contributo, anche in politica, è molto apprezzato.

Infine portiamo la voglia di un modello culturale diverso. Più sobrio ma non triste. Sobrietà, infatti, non significa tristezza. Come cultura non significa noia. La critica complessiva al modello "di vita" proposto dal modello "televisivo"  berlusconiano, ha rovinato la grande cultura del nostro Paese.

Ed allora pensiamo - per fare degli esempi immediatamente percepibili - che serve meno grande fratello e più cultura, meno isole dei famosi e più apertura alla discussione sui problemi veri del Paese: il lavoro, la precarietà, lo sviluppo.

Questo è l'impegno generale. Poi, ovviamente, esiste l'impegno locale, quello per il territorio in cui vivo.

CURRICULUM

Giorgio Santelli è nato a Carate Brianza (Mi) il 12 gennaio del 1967. Torna nell'orvietano, terra natale dei genitori, nel 1989. Fa attività politica sempre nell'area della sinistra e nel 1999 è eletto consigliere comunale a Porano. Per cinque anni è capogruppo di maggioranza. Non si presenta alle elezioni successive e sceglie la professione. E' giornalista professionista e consulente della Rai per la quale ha curato diverse trasmissioni per le reti satellitari. A Orvieto, nel corso della sua esperienza professionale, è stato fra i soci fondatori della società Compass multimedia e della Cooperativa editoriale Elzevira. Nel 1994 ha fondato La Città, il mensile di informazione cittadino e ne è stato direttore responsabile per diversi anni. E' fra i primi aderenti dell'associazione nazionale Articolo 21. Liberi di ed è il direttore editoriale del quotidiano on line www.articolo21.info

Committente responsabile Stefano Corradino

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Pubblicato il: 11/05/2009

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