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25 aprile, festa di Libertà

Quest'anno vogliamo ricordare il 25 aprile con questo articolo scritto dai "Giovani della Sinistra orvietana". Perché è un pezzo che esprime dolore per  la divisione ma anche speranza per l'unità, che è sentito, non formale, positivo

foto di copertina

Quest'anno vogliamo ricordare il 25 aprile con questo articolo scritto dai "Giovani della Sinistra orvietana". Perché è un pezzo che esprime dolore per  la divisione ma anche speranza per l'unità, che è sentito, non formale, positivo.

Una semplice data da sempre simbolo di libertà, ma anche e soprattutto di vittoria. Una giornata sofferta e trepidamente attesa per anni, durante i quali poco più di mezzo secolo fa in Italia c'era la guerra, quella vera. Quella con i fucili, con le bombe. Quella con la morte che aleggia ovunque, che aspetta e ti viene a prendere a tradimento con una pallottola, la guerra di migliaia di persone uccise così, senza un perché; in nome di una parola sola, fascismo. E un unico nome, Mussolini.

25 Aprile, l'inferno 64 anni fa finisce. I partigiani hanno vinto, l'Italia è libera da dittatura, oppressione, dolore. La Resistenza ha difeso il suo paese fino all'ultimo, sono caduti eroi per difendere la libertà, il popolo è stato spaccato in due, dilaniato dall'orrore e dalla disperazione. E poi un giorno qualcuno ha dimostrato che l'Italia non è quella della violenza e dell'estremismo, ma al contrario è rappresentata da coraggio, unione e libertà. Che è di chi vuole cambiare in meglio. E per un giorno forse il nostro Paese ha sperato di essere davvero qualcosa di più. Mezzo secolo dopo, come onoriamo la tradizione? Dispute e sarcasmi su chi scenderà in piazza a manifestare e chi no, oltre al solito carico di polemiche e nuovi problemi. L'equilibrio fragile di un paese sospeso su di un baratro che non sappiamo dove finisca, vacilla sotto il peso enorme della paura e dell'indifferenza, ancora una volta sottovalutate. E noi cosa facciamo? Nient'altro che aggiungere peso a quel filo che, presto o tardi, si spezzerà. Facciamo in modo invece di alleggerirlo, certo non dico per sempre, ma anche solo per un giorno; facciamo in modo che il 25 Aprile il Paese non sia più diviso dalle diversità, ma per una volta, una sola, unito nel ricordo. Che non esistano più neri, bianchi, omosessuali, atei, laici, comunisti. Cerchiamo semplicemente di essere tutti italiani. E smetterla, di odiarci, guardarci con diffidenza, farci la guerra.

Ricordatelo, oggi è il 25 Aprile.

Oggi la guerra è finita.

Pubblicato il: 25/04/2009

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