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Orvieto. Una bomba a mano tra la mondezza

L'allarme è scattato intorno alle 8,20 di ieri. A lanciarlo gli operai della Sao addetti alla raccolta dei rifiuti. Applicate tutte le misure di sicurezza, nessun pericolo

ORVIETO - Sono le 8,20 del mattino quando Orvieto, all'improvviso, ripiomba nell'allarme bomba. Un'emergenza quella di ieri mattina che si è rivelata solo come l'ennesimo ritrovamento di un ordigno bellico, ma che ugualmente per un paio di ore ha tenuto col fiato sospeso residenti e forze dell'ordine. In primis, per la collocazione della bomba che, per polverosa che potesse sembrare, era stato però ritrovata accanto ai cassonetti dell'immondizia di piazza Angelo da Orvieto, non lontana dal carcere e dalla caserma dei carabinieri.

L'allarme, come detto, è scattato intorno alle 8,20. A lanciarlo gli operai della Sao addetti alla raccolta dei rifiuti, i primi a scorgere l'ordigno accanto ai cassonetti. Polizia, carabinieri e municipale giunti sul posto hanno provveduto immediatamente a delimitare la zona e interdire il transito veicolare e pedonale. Sul posto è stata fatta subito giungere anche un'ambulanza. Attivate tutte le procedure del caso, dunque, fintanto che pochi minuti dopo le 10 sono arrivati gli artificieri dell'esercito.

L'ordigno si è rivelato una bomba a mano della seconda guerra mondiale, una Mk2 di fabbricazione statunitense. Gli artificieri se la sono portata via, sentenziando che in alcun modo avrebbe potuto esplodere. Come la bomba fosse finita tra la spazzatura però è una cosa ancora da appurare. Molto probabilmente qualcuno deve averla ritrovata nel corso di qualche lavoro di ristrutturazione o di scavo e non ha trovato modo migliore per disfarsene, magari senza immaginare di poter creare tanto allarme. La mente di tutti però per qualche ora è corsa al marzo del 2005 quando, proprio, nella stessa zona, al civico 5 di via Angelo da Orvieto, venne ritrovato un pacco esplosivo confezionato all'interno di una scatola da liquori.

Una bomba con un chilo e cento grammi di polvere pirica di diverse specie, una pila da nove volt, e un timer rotto. Una bomba che non sarebbe mai esplosa, ma che per mezza giornata, in un periodo in cui di ordigni nel Paese ne erano stati piazzati diversi, tenne la città col fiato sospeso. Per ore e poi per mesi, per capire chi l'aveva piazzata e a quale scopo.

Domande queste cui le indagini non diedero mai, almeno ufficialmente, risposte univoche e definitive, tanto da portare il caso all'archiviazione. Ieri mattina, per qualche ora, Orvieto è ripiombata in quell'inquietante incertezza.

Pubblicato il: 15/04/2009

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