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Don Cherubini e le regole della parrocchia

Aperto un nuovo sondaggio. Il quesito riguarda la comprensione da parte dei fedeli della burocratizzazione delle attività parrocchiali

Cronaca

Orvieto e l'Orvietano sono terre dove l'anticlericalismo ha radici profonde.

Il prete è stato per secoli il padrone, il padrone del podere, della terra, vicino al potere, o addirittura il potere stesso.

Fare il prete da queste parti, in territorio dello Stato della Chiesa, è storicamente difficile e don Giancarlo Cherubini, parroco a Torre San Severo, ha contribuito per quanto poteva a rendere il suo ruolo ancora più complesso.

Il suo "stile" è andato a finire nella cronaca di tutti i giornali e la querelle ci ha solleticato l'apertura di un nuovo sondaggio.

La domanda è centrata sulla "burocratizzazione" del tempo della confessione, che ha costretto il parroco ad allontanare la sua pecorella. I preti sono pochi, devono organizzarsi, stabilire regole, seguirle e farle seguire. Regole precise e scarsa elasticità stanno governando, per necessità, molte attività delle parrocchie. Ed i fedeli, ci sembra, non hanno capito.

E allora il quesito che poniamo è: Burocrazia nella parrochia. Ne comprendi la necessità?

Sulla denuncia al "devoto" ultraottantenne non c'è bisogno di sondaggi. È, comunque siano andate le cose, un'azione biasimevole.

Pubblicato il: 20/08/2003

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