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Il malcostume dell'abuso edilizio riempie di fascicoli la procura della Repubblica

 Stalle trasformate in casolari, piscine all'aperto che spuntano come funghi. Ad occuparsene in prima persona, in base alla divisione dei carichi di lavoro, è il procuratore capo Francesco Novarese

ORVIETO - Stalle trasformate in casolari, piscine all'aperto che spuntano come funghi. Il malcostume dell'abuso edilizio (è anche un reato sanzionato dal codice penale) riempie di fascicoli la procura della Repubblica presso il tribunale di Orvieto. Ad occuparsene in prima persona, in base alla divisione dei carichi di lavoro, è il procuratore capo Francesco Novarese che, in pochi mesi, si è ritrovato la scrivania inondata di fascicoli a riguardo. In genere, non si tratta del classico abusivo che chiude un balcone o costruisce un bagno o un ampliamento, come si potrebbe pensare, ma di professionisti che trasformano l'annesso agricolo o la stalla in agiate dimore o, ancora, di privati (anche agriturismi o strutture ricettive) che realizzano impianti sportivi o piscine all'aperto senza le necesasrie autorizzazioni. In un unico comune del comprensorio orvietano sono stati scoperti addirittura venticinque casolari, sorti abusivamente da ampliamenti di stalle.

In quesi casi ad accorgersene per primi sono i tecnici comunali, in genere piuttosto solerti in materia: eventuali "disattenzioni" possono comportare anche un'inquisizione per omissione d'ufficio. Ma altrettanto efficaci sono le attività messe in campo da carabinieri, polizia e forestale. Molti abusi vengono anche segnalati dai cittadini, in genere vicini di casa e altri ancora sono portati alla luce direttamente nelle aule di tribunale, come è successo recentemente nell'àmbito di processi in corso. Gli imputati ritendendosi perseguitati vogliono giustizia anche per casi analaghi che non sono stati ancora scovati. Ma in questi casi, attenzione: il procuratore Francesco Novarese ha tutta l'intenzione di trattare con la dovuta considerazione il reato di calunnia, nei casi in cui le segnalazioni siano formulate indicando precise responsabilità che si rivelino poi insussistenti.

Solo negli ultimi mesi, recenti casi di abuso edilizio hanno già portato ad un paio di patteggiamenti e altrettante condanne: tutti reati commessi a Montecchio. Presto, intanto, partiranno anche i provvedimenti nei casi di ordini di demolazioni non eseguiti che fanno riferimento, ovviamente a sentenze datate, passate in giudicato.

La speranza è che non bisognerà attendere così tanti anni per vedere, invece, la fine dello scempio che costella le campagne orvietane. Quello delle baracche abusive, più volte segnalate dal nostro giornale e individuate anche di recente dai rilevamenti fotografici dell'alto e a raso effettuati sul tutto il territorio provinciale dall'Agenzia del territorio. Il tempo per mettersi in regola, con il catasto e con il Comune, stringe e le demolizioni si avvicinano.

 

Pubblicato il: 03/04/2009

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