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Trentini (Cisl). C'è poco da essere ottimisti

di Stefania Tomba Il sindacalista critica duramente ogni approccio ottimistico al problema della crisi economica nell'Orvietano."Farlo significa voler nascondere una realtà". "L'ideologia è la morte dello sviluppo"

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di Stefania Tomba

 

ORVIETO - "Se non cogliamo questo momento di crisi per guardare avanti, ribaltando le prospettive, ovvero scrollandoci di dosso il vecchio stereotipo delle contrapposizioni ideologiche e politiche e, soprattutto, puntando finalmente sullo sviluppo dell'industria, la situazione, al risveglio, sarà irrecuperabile". Ad analizzare l'economia orvietana alla luce della crisi, cosi come è stata letta dalla recente indagine del Censis, è il responsabile della Cisl di Orvieto, Raffaele Trentini (nella foto).  

 

Il sindacalista critica duramente ogni approccio ottimistico al problema ed è d'accordo, semmai, con Confindustria: "Orvieto non si riprenderà facilmente, né può dirsi ai margini della crisi". "Forse questo è vero nella misura in cui un vero sviluppo Orvieto non l'ha mai avuto" esordisce Trentini che usa una metafora per spiegare l'effetto della crisi nell'Orvietano. "Se si spezzano i pioli di una scala - dice - si fa meno male chi è al primo piolo, rispetto chi è al quarto o al quinto. Ma questo non può essere letto in alcun modo come un fattore positivo. Farlo significa voler nascondere una realtà".

 

E la realtà è che l'alto tasso di risparmio che la Rupe continua a far registrare, in assenza di impieghi, "non è una ricchezza, ma un indice di arretratezza culturale, perché tradisce la scarsa propensione all'investimento". "Non solo - continua Trentini - nel futuro non c'è che impoverimento, se non si trasformeremo questi depositi bancari che derivano sostanzialmente dai risparmi, in depositi derivanti da redditi di attività produttive. Tra vent'anni gli attuali portatori di deposito non ci saranno più e, e se non si semina adesso il germe dello sviluppo, i giovani non saranno in grado di mantenere questo status".

 

In definitiva, Orvieto deve sentire con urgenza la necessità di creare le condizioni per investimenti e sviluppo. Ma con uno sforzo ulteriore, quello di ribaltare l'approccio. "Dobbiamo farci carico, tutti (sindacati, associazioni, istituzioni, partiti) di un cambiamento a 180 gradi - è il monito del sindacato -. Guardare in avanti, abbandonando il vecchio stereotipo delle contrapposizioni ideologiche e di parte. Lasciandoci alle spalle il municipalismo viscerale che ha portato, ad esempio, all'assurda proliferazione delle aree industriali, senza che nessuna sia degna di questo nome. La conferenza dei sindaci, mi chiedo, perché non riesce a superare queste contraddizioni?".

 

Ma ancora: "poniamo il caso di un imprenditore che viene ad Orvieto per investire - insiste Trentini -, resterà schiacciato tra le difficoltà burocratiche, gli scarsi collegamenti e le diatribe della politica tra casello e complanare. Questo per dire che l'ideologia è la morte dello sviluppo. Stessa cosa in sanità. L'ospedale sta rischiando di rimanere affossato per colpa delle dispute ideologiche tra amministratori e dirigenti. Per favore: leviamo la sanità ai politici".

 

Per uscire da tutto questo la Cisl indica la strada della concertazione. "Le istituzioni promuovano incontri tra il credito (poco disposto a finanziare), le imprese, i sindacati, smettendola di farsi la guerra". "Si tratta - dice il sindacalista - di dare risposte, con garanzie stabili, ai giovani che bussano alle porte del lavoro".

 

Come? "Guardando alle regioni limitrofe, Lazio e Toscana, e alle straordinarie opportunità che si stanno per aprire (scalo di Civitavecchia, aeroporto di Viterbo), ma non per incrementare il turismo, destinato da noi a restare stagionale e mordi e fuggi, bensì per creare le condizioni per attrarre investimenti. Nell'edilizia e nelle infrastrutture - indica Trentini - con opere che durano anni e producono sviluppo anche per le attività correlate. Nel manifatturiero, con l'obiettivo realistico di creare tra i 4 e 500 posti di lavoro.

 

Un salto di qualità - conclude Trentini - da compiere anche con la consapevolezza che un prezzo va pagato, in termini ambientali, e di modi di vita. Diversamente Orvieto resterà la cittadina del fine settimana, buona per il panorama, i cibi sani, la cucina casareccia, ma tutto questo non porta sviluppo".

 

 

Pubblicato il: 02/04/2009

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