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Tagli alla cultura, al sociale, ai servizi. La commissione Controllo e garanzia chiede ragione la sindaco

di Fabrizio Cortoni Rimarrebbero fuori bilancio dalle spese generali di ammnistrazione alle spese per lanciare la raccolta differenziata

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di  Fabrizio Cortoni

La scorsa settimana  si è svolta una importante riunione della Commissione consiliare di Controllo e garanzia.
La convocazione era stata richiesta dal consigliere di "Altra Città" Maurizio Conticelli per la "verifica dello stato di attuazione del programma del Sindaco in riferimento al Piano Esecutivo di Gestione (PEG) approvato dalla Giunta Municipale per l'anno 2009".

 Dopo l'introduzione del presidente di Commissione, il consigliere Conticelli ha illustrato fondate obiezioni in merito ai tagli di spesa previsti per l'anno 2009 che hanno interessato tutti i settori, ed in particolare le spese generali di amministrazione (azzeramento delle quote associative alla Comunità Montana, a CENTRALCOM, al Centro Studi Gianni Rodari, alla Te.Ma. ecc.), le spese in ambito culturale con il taglio ai fondi del Centro Studi, al funzionamento della biblioteca ed alle manifestazioni, le spese in campo ambientale (non sono stati stanziati i fondi per attuare la raccolta differenziata), le spese in ambito sportivo e ricreativo (azzeramento dei fondi per la promozione sportiva), le spese per il sociale (sensibile riduzione da 3,4 milioni di € del 2008 ai 2,7 milioni di € del 2009).
 
 Il sindaco ha spiegato che si era provveduto ad effettuare i tagli in questione per non penalizzare ulteriormente gli investimenti da sostenere nel sociale.
 L'integrazione dei capitoli di spesa decurtati rimarrebbe comunque possibile nel caso in cui durante l'anno 2009 si reperissero risorse oggi non prevedibili.
 Tuttavia, ribadiva anche il dirigente del settore Finanza, Cassa e Bilancio, allo stato attuale la disponibilità di bilancio esclude categoricamente la possibilità di sostenere quegli impegni.

Spiegazioni legittime, ha osservato il sottoscritto, ma che stridono però inconciliabilmente con alcuni dati di fatto. Vale a dire che le voci di spesa sopra elencate non possono certo essere aggirate a meno che:
 Il Comune di Orvieto non decida improvvisamente di uscire da Comunità Montana e CENTRALCOM;
 il Comune di Orvieto sacrifichi in modo pesante gli investimenti culturali abbandonando l'Associazione TE.MA. al suo pesante indebitamento;
 Il Comune di Orvieto abdichi quasi totalmente alla vocazione universitaria che finora ha invece riempito la bocca dei nostri politici;
 Il Comune di Orvieto rinunci ad una strategia di investimenti sul turismo congressuale fino ad oggi spacciatoci come essenziale alternativa per la progressiva sostituzione di quello "mordi e fuggi";
 Il Comune di Orvieto sorvoli sulle necessità di manutenzione e di sicurezza di impianti ed infrastrutture con i gravissimi rischi che una scelta del genere comporterebbe per i cittadini.

 Possiamo anche capire che momenti difficili possano condurre ad azioni drastiche di ridimensionamento della spesa. Tuttavia non siamo disposti certo ad accettare amministratori che ci raccontano che tutto va bene e tutto è sotto controllo, salvo essere poi smentiti dalle loro stesse cifre, o che sperano di convincere noi ed i cittadini con la risibile realizzazione di poche aiuole e marciapiedi.
 
 E ancora non può certo essere presa in seria considerazione (osservava la minoranza) l'ipotesi del reperimento, nei pochi mesi che ci separano dalle elezioni, di nuove risorse per la copertura di spese essenziali da parte di un'amministrazione che si è dimostrata indecisa a tutto.
 Nei cinque anni che ha avuto a disposizione non ha saputo mettere a regime né un'azione strutturale di razionalizzazione delle uscite né un sia pur minimo accenno alla creazione di nuove entrate utilizzando l'ingente patrimonio immobiliare tornato disponibile (ex-Caserma Piave).

 C'è anche da chiedersi: perché solo oggi si usano questa attenzione e questa morigeratezza e non si è fatto anche negli anni precedenti, quando i segnali di squilibrio economico erano già evidentissimi?
 Avremmo probabilmente in questo caso mantenuto la proprietà  almeno di parte di quegli immobili (ex Ufficio di Polizia Urbana, Scuola di Musica, casolare ex ECA, ecc.) che siamo stati costretti ad alienare.

 Non sarà che anche stavolta, il giorno successivo alle elezioni, venderemo qualche pezzetto di Orvieto?

                                    

Pubblicato il: 29/03/2009

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