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Rifondazione. La situazione della sanità orvietana è critica

Nota di Cecilia Stopponi per il Circolo di Rifondazione comunista, che riporta in primo piano nel dibattito cittadino la condizione della sanità dell'Orvietano

foto di copertina

 

di Cecilia Stopponi, per Circolo di Orvieto di Rifondazione comunista

In questo inizio scoppiettante di campagna elettorale, il tema della SANITA' sembra passare in sordina, eppure in  fine legislatura il Consiglio Regionale approverà il nuovo PIANO SANITARIO che detterà le linee politico-programmatiche per tutta la prossima legislatura.

Sono molte le ombre di questo piano. Soprattutto quelle legate alla mancanza di definizioni innovative del sistema, ed al fatto che il piano stesso non sembra tenere conto né della crisi in atto, né delle modificazioni strutturali del sistema di finanziamento del comparto, derivanti da un lato direttamente dai tagli previsti in Finanziaria per i prossimi 3 anni, dall'altro dall'arrivo del Federalismo Fiscale.

Viene in sostanza riconfermato l'assetto strategico individuato negli anni precedenti, determinandone una sostanziale continuità, sia negli aspetti positivi (l'impostazione sostanzialmente pubblica del servizio sanitario che in Umbria raggiunge la percentuale del 97%, la riaffermazione della centralità della persona, l'importanza del governo clinico, la priorità di  realizzare la razionalizzazione della rete ospedaliera)  ma anche in quelli negativi (un piano ancora troppo sparametrato sulla ospedalizzazione rispetto alla rete dei servizi territoriali - distretti -  e soprattutto al potenziamento della rete dei servizi  semiresidenziali ed ai ricoveri di sollievo,  così  importanti per spostare l'azione  dalla cura alla prevenzione, alla riabilitazione, alla tutela della salute)

Non individua e non fissa i parametri di dotazione organica di personale necessaria, tanto a livello di strutture che di servizi, ed in particolare nell'assistenza domiciliare, di conseguenza non indica le relative necessità come risorse finanziarie da dedicarvi.

Ancora più delicata, e per noi problematica,  la delega ad altri organismi (Agenzia Umbria Salute) e successivi atti amministrativi (DAP e PAL) di scelte strategiche politico-gestionali relative all'assetto del sistema sanitario.

In questo scenario è certamente nodale che la futura coalizione di governo cittadino sappia porre al centro della propria azione politica una contrattazione regionale per la difesa ed il potenziamento del sistema sanitario orvietano, a fronte di un progressivo, innegabile depotenziamento e svuotamento di funzioni e risorse umane del nostro territorio.

Mentre infatti - con forza - viene portata a compimento la rete dei vari presidi (Narni/Amelia - Todi/Marciano - Castiglion del Lago/Città della Pieve - Foligno - Spoleto - Gubbio/Gualdo - Città di Castello - Terni - Perugia) Orvieto - che nel piano viene dato per "radicalmente aggiornato" e "rinnovato", soffre in realtà di un piano di riordino che non riesce - a distanza di quasi 2 anni -  a vedere la luce, di estenuanti liste d'attesa in alcuni comparti, del mancato avvio della medicina d'urgenza, della consistente riduzione di posti letto (nonostante le preventive, reiterate rassicurazioni contrarie) la non individuazione dei minimo 10 posti di RSA, del non avvio del reparto di riabilitazione.

A cui bisogna aggiungere una riflessione sullo stato di attuazione ( e finanziamento) della rete di strutture residenziali e semiresidenziali nel territorio dell'Orvietano, dedicate specificatamente alla popolazione anziana non ed autosufficiente, ma anche alla disabilità ed alla malattia psichiatrica ed all'alzheimer.  

Per non parlare del problema del personale (medico, infermieristico, tecnico) che soffre ancora di una dotazione organica fortemente sottostimata e precaria e per il quale non vengono individuate le risorse finanziarie necessarie sia alla stabilizzazione che al corretto  potenziamento.

 

Pubblicato il: 26/03/2009

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