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SANITÀ. IL PIANO SANITARIO REGIONALE 2009-2011 AL GIRO DI BOA

I temi del confronto e le prime prese di posizione delle forze politiche

Perugia, 20 marzo 2009 - Il Piano sanitario regionale 2009-2011 è in dirittura d'arrivo e potrebbe essere licenziato dalla terza Commissione consiliare già nell'ultima settimana di marzo. Al centro del confronto che vede impegnati sia i membri commissione che l'assessorato, c'è il futuro della sanità umbra con temi ricorrenti come: i rischi del federalismo fiscale su un settore che da solo assorbe la gran parte delle disponibilità finanziarie della Regione, un miliardo e 624 milioni a fronte dei 2 miliardi e 113 milioni dell'intero bilancio, ma che dal 2010 potrebbe andare in sofferenza; il problema delle liste di attesa che secondo alcuni si potrebbe attenuare con una maggior presenza dei privati; il modo migliore di fronteggiare il costo della cura e dell'assistenza della popolazione umbra che in Italia ha ormai la più alta aspettativa di
vita; i risultati che potrebbe ottenere un più deciso incremento della prevenzione.
Fa discutere la nuova Agenzia per gli acquisti centralizzati, mentre preoccupa il ruolo della cooperazione sociale nella erogazione di servizi alle fasce più deboli; ma c'è anche chi sottolinea il potere eccessivo dei
manager e la conseguente assenza di forme di partecipazione territoriale alle scelte del settore o alla semplice possibilità di segnalare disfunzioni del sistema sanitario.
A metà del percorso di approfondimento apertosi in Commissione, alla luce dei contributi venuti degli incontri partecipativi organizzati nei territori delle quattro Asl, abbiamo raccolto le valutazioni dell'Esecutivo, di alcuni membri della Commissione e delle forze politiche che siedono a  Palazzo Cesaroni, in un servizio che sarà proposto anche nell'edizione di questa settimana di TeleCru, il notiziario televisivo del Consiglio regionale, in onda sulle televisioni locali umbre e in rete sul sito  www.telecru.it.
 Maurizio Rosi (assessore alla Sanità): "Quello sanitario è un piano fortemente innovativo che parte da una prevenzione rinnovata che si doterà di nuovi strumenti (screening di massa) e strutture nel territorio.
Metterà in rete l'intero sistema ospedaliero, compresa la riabilitazione, per costruire un modello che ha al centro il paziente e per sviluppare quel lavoro di filtro che spetta al territorio, fino alla struttura dell'eccellenza ospedaliera. C'è grande attenzione al problema degli anziani: oltre agli interventi per la non autosufficienza vengono previsti, infatti, strumenti nuovi per l'assistenza domiciliare e residenziale. Per quanto riguarda risorse finanziarie abbiamo approntato il piano anche  tenendo conto delle future  difficoltà che ci saranno, perché per il 2010 non si prevede incremento del fondo. Occorre quindi razionalizzare le spese e conquistare  anche una dimensione nazionale in cui ci siano maggiori
finanziamenti nazionali per evitare l'introduzione di ticket e nuove tasse, cui saremmo costretti a causa delle minori risorse".
Franco Zaffini (An-Pdl) . "Stiamo valutando in commissione le modifiche da proporre a un Piano che io definisco soporifero, inutilmente prolisso e che non incide sulle decisioni importanti che l'Umbria aspetta. Mi riferisco alla priorità di un'azione mirata all'abbattimento delle liste di attesa, il vero male della sanità umbra. La tanto sbandierata messa in rete degli ospedali deve servire ad integrare la medicina del territorio e quella dei presidi per abbattere i tempi di attesa. Questo nel Piano non c'è,  come del resto anche molto altro: il malato non è al centro del Piano, lo  è invece probabilmente il paziente, ma il malato umbro "non è più  paziente". La vicenda degli anziani è trattata solo demagogicamente, sappiamo qual è stato l'iter del Fondo per la non autosufficienza, perché ci sono ancora importanti risorse inutilizzate. È quindi superfluo
polemizzare ancora sulle risorse, queste vanno trovate nei risparmi e nel saper spendere bene quelle che ci sono: tutto ciò questo questa Amministrazione continua a non farlo".
 

Gianluca Rossi (Pd): "Ci troviamo di fronte ad una positiva evoluzione del precedente, piano che concretizza e materializza i punti di forza del  sistema sanitario regionale, a partire dal completamento della rete  ospedaliera, e fa delle scelte concrete verso la medicina del territorio  per risolvere alcune criticità, come quelle riguardanti la salute mentale.
Il documento proietta il nostro sistema sanità in una prospettiva di  coerenza rappresentata dall'evoluzione epidemiologica della nostra  regione. Una regione longeva, con molti anziani, spesso non autosufficienti, a cui vengono dedicate risorse senza imporre né tasse né ticket sui nostri cittadini. Credo che queste scelte rappresentino dei
punti di forza per un sistema sanitario pubblico che è il fiore
all'occhiello del nostro paese".
 

Enrico Melasecche (Udc): "Dopo un anno, finalmente il Piano sanitario è approdato in Commissione. Si tratta di un documento di una certa genericità, dato che la Giunta ha preferito rinviare le scelte specifiche ai vari documenti annuali di programmazione, e su questo non siamo molto
d'accordo, perché in questo modo si programma ben poco. Stiamo comunque procedendo predisponendo emendamenti. Dai vari territorio stanno emergendo alcuni problemi: l'Ospedale Santa Maria di Terni è il più vecchio di tutta
la regione ed ha necessità di forti investimenti; c'è la questione del rapporto tra didattica e ricerca e tra Azienda ospedaliera e l'Asl; ci sono molte cose da fare ed altre che non ci convincono. Cercheremo di emendarle".
 

Oliviero Dottorini (Verdi e civici): "Il Piano sanitario appare come il frutto di una elaborazione interessante ed anche innovativa. Le nostre perplessità sono legate alla rispondenza di certe affermazioni di principio in riferimento ad una realtà in cui sappiamo che le liste di attesa e la situazione dei servizi per la salute mentale ci mostrano una sfasatura, su cui il Piano potrebbe non essere in grado di intervenire.
Manca la partecipazione degli utenti alle decisioni e la possibilità per loro di mettere in evidenza le inefficienze del sistema sanitario: elementi che necessitano di una correzione da parte dell'Esecutivo regionale. Alcune perplessità riguardano anche l'Agenzia Umbria Sanità, che vedrebbe la creazione di altre direzioni e lo stanziamento di altri fondi pubblici".
 

Aldo Tracchegiani (Misto-La Destra). "Il giudizio sul piano è ancora negativo, perché noi vogliamo vedere concretamente alcune idee nuove. Del vecchio piano vediamo danni, come quelli prodotti dal fatto che sono stati dati incentivi per non curare le persone, perché  quando si cura ad esempio una polmonite di un anziano con antibiotici non adeguati per
risparmiare, produciamo grosse spese, perché le situazioni si complicano per cure non adeguate, arrivando a patologie che scompensano il paziente n questione. Guardando al futuro, vogliano far sì che gli ospedali non siano più ingolfati come sono ora, e ciò possiamo farlo se diamo idee nuove alla nostra sanità. Come ad esempio mandare i nostri specialisti
ospedalieri all'interno del territorio, dove si incontra direttamente la domanda di salute, per poter selezionare in maniera adeguata chi necessita di ricovero e chi no, gestendo il paziente in maniera più appropriata e rigorosa, anche dal punto di vista dei costi".
Ada Girolamini (Sdi - Uniti nell'Ulivo): "La proposta di Piano sanitario regionale ha bisogno di una più puntuale verifica sula attuazione del Piano precedente. Abbiamo anche la necessità di capire bene la programmazione a livello di offerta del servizio delle eccellenze. Va chiarito, inoltre, se si procederà ad una programmazione integrata tra le due aziende ospedaliere, perché l'Umbria ha 850mila abitanti e quindi è in grado di aprire alle altre regioni (attraverso accordi) molti dei suoi
servizi. La questione delle liste di attesa è un punto importante che deve essere affrontata: oggi ha come effetto negativo il ricorso al privato, specialmente per la diagnostica. C'è anche la necessità di instaurare un rapporto ancora più di qualità tra gli operatori e i pazienti per porre davvero il cittadino al centro del servizio sanitario regionale.
 

Massimo Mantovani (Fi - Pdl): "La sanità umbra può e deve essere migliorata ulteriormente. L'occasione è il nuovo Piano regionale, sul quale abbiamo però alcune perplessità: l'organizzazione in 4 Asl, 2 aziende ospedaliere, una agenzia per gli acquisti è eccessiva. Una razionalizzazione in questo deve essere fatta, perché consentirebbe un certo risparmio e la possibilità di mettere in rete il nostro sistema sanitario in misura ancora maggiore. Rimangono molte criticità, dal punto
di vista delle liste di attesa, così come ci sembra che ci sia molto da fare per quanto riguarda la medicina del territorio e i servizi per gli anziani. Da questo punto di vista si continua a spendere molto in affitti mentre la Regione è proprietaria di tanti immobili che andrebbero messi sul mercato per consentire forti risparmi".
 

Stefano Vinti (Prc). "Il Piano per alcuni versi riconferma la natura
pubblica della nostra sanità, come pure il grande sforzo della Regione per l'equilibrio di bilancio, e dimostra la giustezza della nostra posizione di non introdurre ticket. Ma l'offerta dei servizi è messa a rischio dai tagli del Governo; per il 2010 occorrono infatti ulteriori 40milioni di euro di risorse nazionali. Entro questo quadro servono: una nuova politica per le liste attesa, lotta serrata al precariato in sanità che mette a rischio la qualità dei nostri servizi. Persistono problemi su assistenza
psichiatrica, tossicodipendenze, malati di Alzheimer, problemi prodotti dalla subordinazione delle politiche di prevenzione sul territorio a quelle ospedaliere. Occorrono quindi più risorse da destinare alle attività territoriali. Pensiamo anche che senza la partecipazione di cittadini, pazienti e utenti un sistema sanitario affidato solo ai manager non può rispondere efficacemente ai bisogni".

Pavilio Lupini (Misto-La Sinistra per l'Umbria): "Il servizio sanitario regionale mantiene le sue caratteristiche di servizio universalistico, cioè rivolto a tutti i cittadini. Non si è ceduto alla tentazione di privatizzare perché questo ha sempre comportato il rischio di esclusione dei ceti più deboli. Il servizio sanitario inoltre viene gestito attraverso una rete ospedaliera rinnovata e resa più coerente con il territorio, con un polo di eccellenza, quello di Perugia. Condividiamo la presenza delle 4 Asl ed è buona la scelta di una unica agenzia regionale
per ottimizzare le risorse e godere delle economie di scala.
Alcuni punti invece andrebbero approfonditi. Serve maggiore sinergia tra settore sanitario e sociale; ci sono alcune aree di debolezza come quella della non autosufficienza, degli anziani, delle malattie mentali, dell'Alzheimer (che ha un'incidenza fortissima e necessita di un sostegno alle famiglie). Sottoscriviamo la richiesta di una maggiore trasparenza  nella gestione del servizio e vorremmo che anche le associazioni e i
privati possano dare un giudizio sul sistema sanitario, ad esempio sulle liste di attesa che oggi rappresentano un punto debole dell'attuale gestione.
 

Enzo Ronca (presidente III Commissione): "Siamo in una fase di discussione del Piano che prevede la valutazione delle indicazioni e degli emendamenti arrivati alla Commissione. Ad esempio tutta una parte relativa alla ricerca è stata approfondita in Commissione ed è emersa la disponibilità
della Giunta a recepire alcune considerazioni emerse. Ci sono poi degli emendamenti legati alle liste di attesa e alla partecipazione; affronteremo anche argomenti specifici legati al personale e all'ordine dei medici. Ci saranno quindi modifiche al documento che concorderemo insieme all'Esecutivo regionale".

Pubblicato il: 20/03/2009

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