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Il Comune di Ficulle ricorda don Giuseppe Diana

In occasione della Giornata della memoria e dell'impegno  in ricordo delle vittime delle mafie

di Ufficio stampa Comune di Ficulle

Il Comune di Ficulle aderisce con il Coordinamento Nazionale Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani alla XIV edizione della "Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie".

L'impegno per la pace nel mondo deve unirsi all'impegno per la pace, la giustizia e la legalità in ogni Comune d'Italia. Affermare, promuovere e diffondere la cultura nuova dei diritti umani, della cittadinanza consapevole, del riconoscimento della dignità innata di ogni persona è un'esigenza irrinunciabile per ogni paese democratico.

La giornata del 21 marzo, primo giorno di primavera, è il momento che Libera, associazione fondata da Don Ciotti, dedica alla memoria di tutti coloro che hanno dato la vita nel nostro Paese per contrastare le mafie.

E' questa l'occasione nella quale rilanciare ogni anno un impegno che non deve venire mai meno. Lo slogan di quest'anno è: L'etica libera la bellezza. Riscattare la bellezza, liberarsi dalle mafie.  I volti della memoria, le mani dell'impegno."
Quel giorno le vogliamo ricordare proprio tutte: dai nomi più famosi a quei semplici cittadini, magistrati, giornalisti, operatori delle forze dell'ordine, imprenditori, sindacalisti, sacerdoti, esponenti politici e amministratori locali morti per mano delle mafie solo perché, con rigore e coerenza, hanno compiuto il loro dovere. In loro nome vogliamo rinnovare comune l'impegno di contrasto alla criminalità organizzata.

Soprattutto ai ragazzi dobbiamo "Dimostrare che c'e' un'Italia che non si arrende, che non cede allo scetticismo e alla rassegnazione, che non pensa solo a sopravvivere ma che vuole vivere, che lotta e s'impegna per affermare la liberta' e la dignita' di tutti. certamente pesano la corruzione, le collusioni in tanti settori della politica e dell'economia, i silenzi complici o intimoriti di chi non osa o non vuole ribellarsi. Ma esiste anche un paese diverso, ricco di positivita'. Giovani svegli, insegnanti appassionati, amministratori onesti, cittadini responsabili. Persone - conclude Don Luigi Ciotti - che prima di chiedersi cosa la societa' faccia per loro, si chiedono cosa possono fare loro per la societa'. In un impegno reso credibile dalla presenza di tre ingredienti: coerenza, continuita', concretezza."

Abbiamo scelto l'esempio di Don Giuseppe Diana nel XV anniversario del suo sacrificio per celebrare questa giornata e vi inviamo la lettera dei suoi genitori, che con toccante semplicità raccontano il loro "Peppino".

Insieme al Parroco Don Maurizio la prossima settimana sarà collocata una pianta, nello spazio esterno alla scuola, in memoria di Don Peppino.

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21 marzo Giornata della memoria e dell'impegno  in ricordo delle vittime delle mafie

Dal 1995 ogni 21 marzo si celebra la Giornata della Memoria e dell'Impegno per ricordare le vittime di tutte le mafie. Il 21 marzo, primo giorno di primavera, è il simbolo della speranza che si rinnova ed è anche occasione di incontro con i familiari delle vittime che in Libera hanno trovato la forza di risorgere dal loro dramma, elaborando il lutto per una ricerca di giustizia vera e profonda, trasformando il dolore in uno strumento concreto, non violento, di impegno e di azione di pace.

XV anniversario assassinio Don Peppe Diana

Don Giuseppe Diana è morto, ucciso dalla camorra il 19 marzo 1994 nella sacrestia della chiesa di cui era parroco, a Casal di Principe, nell'agro aversano. Si stava preparando a celebrare la messa, quando quattro proiettili ne hanno spento per sempre la voce terrena. Una voce che predicava e denunciava, che ammoniva ma sapeva anche sostenere. Che sapeva uscire dalla sacrestia e scendere dall'altare per andare incontro alle persone, rinnovando un'autentica comunione. Che fosse con i giovani dell'Agesci, con i suoi parrocchiani o con tutti i suoi concittadini, in quella terra bella e amara con la quale aveva sempre voluto conservare un intenso legame e una tenace presenza. Un prete coraggio, avrebbe al solito scritto qualche giornale, sino ad allora disattento al faticoso e quotidiano impegno che in tanti portavano avanti in quei territori di frontiera. Un prete di strada, secondo una definizione che rischia ormai di diventare stereotipo. Invece don Peppino era un prete e basta. Semplicemente un uomo di Chiesa, come ebbe modo di ribadire, quando lo etichettavano sbrigativamente «prete anticamorra». (Dalla Prefazione di don Ciotti al libro "Il costo della memoria")

Lettera appello dei genitori di

don Giuseppe Diana

Sono quindici anni, ormai, che il nostro Peppino ce l'hanno portato via. Quella mattina del 19 marzo del 1994, quando fu ucciso nella sagrestia della sua chiesa a Casal di Principe, proprio nel giorno del suo onomastico, la ricordiamo ancora come se fosse oggi. Ed è un dolore che si rinnova ogni anno, ogni mese, ogni giorno. Dopo quindici anni abbiamo dentro di noi la stessa sofferenza di quella mattina. Riusciamo a non soccombere grazie alla vicinanza degli amici di nostro figlio e di quanti lo ricordano pur non avendolo conosciuto. La vicinanza di tanta gente ci è servita per andare avanti, per alimentare la speranza che il sacrificio di nostro figlio non sia stato invano.

Ora sappiamo che il nostro Pinuccio non è più solo nostro, ma è anche di tanta gente sparsa per l'Italia, che del suo ricordo e del suo impegno, ne fa memoria quotidiana e simbolo della lotta per la legalità e la giustizia. La sua morte, paradossalmente, profuma di vita, alimenta la speranza, aiuta le persone a costruire percorsi capaci di accogliere e includere chi è in difficoltà. Don Peppino Diana amava la sua gente. Lo aveva scritto, lo gridava dall'altare questo suo amore, perché voleva semplicemente contribuire a costruire delle comunità senza più camorre. Insegnava ai ragazzi a non tradire mai le proprie idee e a non barattare mai la propria dignità. Cose semplici, ma importanti per arginare una cultura di morte che pervade i nostri territori.

Per il 19 marzo prossimo, nel 15° anniversario dell'uccisione di nostro figlio, l'associazione LIBERA, Nomi e Numeri Contro le mafie, ha organizzato la giornata della Memoria e dell'Impegno proprio in Campania. E si comincia da qui, dal paese di don Diana, da Casal di Principe. E il 20 ed il 21 a Napoli. Vorremmo che tanta gente venisse a Casal di Principe per ricordare non solo il nostro Peppino, ma tutte le vittime innocenti della criminalità organizzata. Sono già tanti gli uomini e le donne che ci hanno fatto sapere, da ogni parte d'Italia, che giungeranno nelle piazze e nelle strade di Casale, per aiutare e sostenere quei cittadini che vivono qui e che non vogliono essere sopraffatti dal linguaggio della violenza e del sopruso.

Vorremmo rivivere, da mattina fino a sera, in una festa di colori, di speranze, una giornata di riflessione per un cammino di pace e giustizia sociale. Vorremmo di nuovo vedere le migliaia di camice azzurre degli scout percorrere le strade della città; Vorremmo che i lenzuoli bianchi che si srotolavano ai suoi funerali, fossero ancora li, a scendere da balconi, per accogliere, come simbolo di rinnovamento e di speranza, tutti quelli che arriveranno a Casal di Principe.

A noi, genitori di don Peppino, ci hanno spesso detto che non dobbiamo lasciare spegnere la speranza. E ci hanno ricordato che proprio nei momenti più difficili occorre unirci per dare il meglio di noi e cambiare il nostro mondo, senza paura. Questo è uno di quei momenti. Ma saremo orgogliosi di darvi il benvenuto nella terra di don Peppe Diana.

Gennaro Diana e Iolanda di Tella
(genitori di don Giuseppe Diana)

 

 

 

 

Pubblicato il: 20/03/2009

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