Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

Le Mostre di 'Orvieto Fotografia 2009'

Il programma evento per evento

In esposizione fino al 5 aprile: "Una vita contro la mafia. Letizia Battaglia" di Letizia Battaglia, "Nudes" di Pascal Baetens, "Fashion" di Nancy Fina, "In bilico" collettiva di Annalisa Ceolin, Angelina Chavez, Alessandra Salardi, Marta Sarlo.

L'evento internazionale "Orvieto Fotografia 2009" la cui 11^ edizione si terrà dal 13 al 15 marzo p.v. al Centro Congressi di Orvieto, propone una interessante serie di mostre fotografiche professionali internazionali allestite presso il Centro Espositivo del Palazzo dei Sette dall'8 marzo al 5 aprile p.v.

L'inaugurazione avrà luogo Domenica 8 marzo alle ore 11,00 alla presenza delle artiste, delle autorità e degli organizzatori della manifestazione.

· "Una vita contro la mafia. Letizia Battaglia" - Letizia Battaglia

Lei ama la vita, dice. E il cinema, la poesia, il cielo sopra Palermo. A pensarci bene lei ama tutto. No, non solo amare: "adoro" dice lei. Che in italiano significa più di amare. Amore, adorazione, dedizione tutto in una parola. Non si può fare altro che guardarla stupiti, quando dice "adoro" questa 73enne dagli occhi caldi dentro le occhiaie, dalle gonne vivaci e con l'eterna sigaretta in mano: Letizia Battaglia.

Letizia Battaglia è diventata famosa con i morti, quelli che ha fotografato. Morti di mafia, appena assassinati sulle strade della Sicilia, nelle loro pozze di sangue o nelle guance perforate dai proiettili. A testa in giù, salme distese sui marciapiedi, si potrebbero scambiare per barboni caduti a terra ubriachi. Sulla schiena scoperta il tatuaggio di Cristo, vicino una macchia rossa.

Lì si vede il giudice Cesare Terranova ancora rannicchiato al posto di guida, la testa premuta contro il petto, la pancia chiazzata dai fori. Un giovane, avrà avuto 19, 20 anni, il viso d'angelo rivolto al cielo giace supino in mezzo alla piazza. I curiosi intorno fissano il corpo senza vita e ancora caldo, come predestinato. Il fato è in Sicilia l'unico vero Dio e la mafia, che fa i morti, da tempo è considerata come il volere di Dio.

· "Fashion" - Nancy Fina

Nancy Fina, Fotografa di Moda e Pubblicità. Una gioia di vivere profondamente Americana, un senso estetico tutto Italiano; una sensibilità unicamente femminile; un'armonia di luce e colore. Con questi ingredienti Nancy crea un potente, inconfondibile impatto visivo. Questa è la storia di una ragazza, nata a Washington D.C. ma cresciuta sia in Virginia che in giro per l'Europa che, poco più che ventenne, approda a Milano, dove il padre, diplomatico, si trova per lavoro. Ma è grazie a sua madre, che conosce molto bene la sua personalità, se Nancy diventa una fotografa di moda e pubblicità. E' stata lei, dopo una prima laurea in scienze politiche ed una seconda in arte e fotografia, a 'spingerla' verso la professione indipendente. Con vero spirito americano senza conoscere nessuno, si è 'inventata' un lavoro cominciando a fare i test fotografici alle modelle. Ha ottenuto i suoi primi lavori conoscendo un simpatico direttore creativo, mentre faceva l'autostop, e grazie alla sua amica del cuore, Jacqueline, che credendo in lei ha portato il suo portfolio a varie testate di moda. Ama moltissimo il suo lavoro e lo affronta con passione, ama risolvere problemi, conoscere nuove persone, lavorare con un bravo team a creare nuove immagini. Trova intrigante la psicologia della pubblicità, la sfida è quella di far guardare le sue foto. La sua naturale tendenza la porta sempre verso il colore, la componente dell'immagine che la attira di più. Le piace raccontare una storia, usare l'umor, le situazioni divertenti, ama la donna spiritosa. Tutti componenti necessari per combattere il grigiore di Milano. Lavora a Milano e in giro per il mondo, creando immagini glamour, campagne pubblicitarie internazionali, cataloghi, beauty e redazionali.

· "Nudes" - Pascal Baetens

Dopo studi classici e un'educazione artistica, Pascal Baetens (Leuven, Belgio, 1963) ha scelto di sviluppare la sua creatività artistica, diventando un fotografo. Nella sua carriera ha realizzato ritratti, fotografie di moda e di viaggio per l'editoria, il settore commerciale e clienti privati. La sua collezione di delicati nudi in bianco e nero lo ha portato a realizzare gli art book The fragile touch, Allegro sensibile (The art of nude photography, nell'edizione per gli Stati Uniti), Heavenly Girls (Heavenly Beauties, nell'edizione per gli Stati Uniti), A Pocketful of nudes e il manuale Nude photography, the art and the craft, vincitore del premio "Orvieto Art Book" nel 2008.

Baetens ha intervistato fotografi come Avedon, Bitesnich, Dunas, Lindbergh, Maroon e Witkin ed è stato curatore di diverse mostre. Le sue opere sono apparse su alcuni dei principali libri guida sulla fotografia moderna e in numerose riviste, tra cui Elle, FHM e Men's Health. Nel 2008 ha ricevuto il titolo di "Master Qualified European".

Mentre il "Salve Mater", il vecchio ospedale psichiatrico femminile a Lovenjoel vicino a Bruxelles, aspetta di essere trasformato in un villaggio residenziale di lusso, l'edificio centrale, l'ex monastero delle "Sorelle delle Carità", è diventato temporaneamente lo studio di Pascal Baetens. Dal 2003 in questa sede Baetens ha dato vita non solo alle sue opere commerciali e ai suoi laboratori fotografici ma anche a un numero considerevole di servizi fotografici basati sulla storia e sulle vibrazioni di questo luogo, i cosiddetti servizi "Salve Mater". In questa mostra compare una selezione di stampe a colori e in bianco e nero realizzate nell'arco di 10 anni di lavoro. Tutte le immagini sono state stampate con inchiostro (archival inks) su carta ruvida per applicazioni artistiche, opacizzata e incorniciata con materiali privi di acidi.

· "In bilico" collettiva di Annalisa Ceolin, Angelina Chavez, Alessandra Salardi, Marta Sarlo curata da Augusto Pieroni e Siro Tommasoli.

In bilico in realtà è uno stato nel quale molta parte delle persone si trova, e in questo scorcio di secolo, e in generale nell'uno o nell'altro momento della propria vita. Questa oscillazione fra centratura e squilibrio, fra identità ed eterodirezione del vivere, definisce un po' il modo di trattare il proprio soggetto da parte delle autrici raccolte in questa mostra. Forse con una sola eccezione, infatti, le donne dietro l'obiettivo e quelle davanti ad esso - spesso le stesse - spartiscono un'urgenza e un tema comune: contrastare, col mezzo della fotografia, le slabbrature, i bordi offuscati e le inadeguatezze dell'identità. La sdefinizione cui accennano le figure di Annalisa Ceolin sembra piuttosto spazio-temporale: di fronte alla fotocamera le sue donne sono atemporali, anonime. Con l'incisività del colore, l'esattezza del framing, l'espressione vivace o serena dei volti, esse entrano ed escono da un impianto metalinguistico che ricomprende il materiale fotografico nel soggettario dell'opera.

L'autoritratto e la lunga esposizione sono invece la strategia con la quale Angelina Chavez affronta il proprio quotidiano. Un teatro domestico che propone gli ostacoli ("Obstacles" è il titolo della serie) in cui l'Io si imbatte. Un lavoro performativo e analogico nel quale l'autrice è coinvolta dalla concezione alla postproduzione in un unico ininterrotto fluire creativo. Il risultato, intenso benché completamente privo di barocchismi emotivi, non ha nulla di angosciante, ma propone quel senso dialettico di familiarità e di straniamento che è proprio al concetto freudiano di perturbante. Un porsi in bilico tra identità e immagini di sé insieme inscritte nel luogo della vita e da esso contraddette.

Nelle impressioni dirette di Alessandra Salardi si trova la fortissima tematizzazione e l'autodrammatizzazione dell'autrice alle prese col proprio mezzo e col proprio linguaggio. Nei grandi fotogrammi della serie "Ombre" il corpo dell'autrice, nel suo mutare atteggiamento, postura, emozioni, è impresso e insieme mangiato dalla luce. Il suo apparire al negativo, quasi sopraffatto dalla stessa luce che lo delinea, insomma, è in equilibrio fluido rispetto al suo riaffermare in positivo l'esserci e il senso dell'autrice e come soggetto, e come tema. Attraverso lo sguardo fotografico di Marta Sarlo si viene portati nell'incredibile vicenda esistenziale di "Angela" una ex nuotatrice che ha abbandonato l'attività agonistica perché colpita da un'obesità fisiologica che nulla ha a che vedere con lo stile di vita o la bulimia. Il suo stato di instabile equilibrio oscilla tra un senso interiore di normalità e il suo impossibile riconoscimento da parte del mondo esterno. La stessa fotografia oscilla tra fedele descrizione e caratterizzazione, tra obiettività cronistica e sottolineatura del particolare ai limiti del filmico o del letterario.

Tra queste autrici, nessuna propone un profilo di donna, banale o stereotipo; nessuna rinforza miti ormai logori. Tutte - in modi che sembrano estendersi ai quattro punti cardinali della creatività fotografica - pongono sul tappeto questioni che coinvolgono e le loro identità, e il loro impiego del mezzo fotografico.

 

Pubblicato il: 08/03/2009

Torna alle notizie...