Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

Regione. Approvato Il Piano regionale integrato per non la autosufficienza

Il piano  è indirizzato a promuovere prevalentemente l'assistenza domiciliare

Il Piano regionale integrato per non la autosufficienza che regola la gestione del Fondo nato con identiche
finalità nel 2008, è stato definitivamente approvato dal Consiglio regionale con 17 voti favorevoli, quelli dei soli consiglieri di maggioranza presenti in aula, in quanto le opposizioni hanno deciso ad inizio seduta di non partecipare né alla discussione né al voto in mancanza di chiarimenti politici sulla presidenza del Consiglio.
L'atto difeso dalla relatrice di maggioranza Mara Gilioni, "Il Prina intende muoversi prevalentemente in direzione della assistenza domiciliare puntando, sulla presa in carico dei soggetti non autosufficienti e sulla continuità assistenziale"; per il relatore di minoranza Enrico Melasecche (Udc) che subito dopo l'intervento ha lasciato l'aula per raggiungere i colleghi, è "strumento indispensabile a riorganizzare il settore, ma troppo complesso, troppo articolato e con poche risorse". In assenza di dibattito, l'assessore Damiano Stufara a nome della Giunta ha ripercorso l'iter del Prina respingendo ogni accusa di ritardo, "solo 9 giorni più del previsto negli adempimenti della Giunta". Lamentandosi per l'assenza delle opposizioni ha criticato il governo per i tagli annunciati al settore, meno 18 milioni nel 2009-2010", ha ricordato che questo atto, "di grandissima rilevanza, proprio in questi gironi fa da modello alle altre Regioni e che il Prina, "garantisce prestazioni aggiuntive sul piano sanitario ed assistenziale; assicura integrazione fra i due settori; innova gli interventi, non più uguali per tutti ma diversificati e personalizzati".
Illustrando scopi e finalità del Fondo regionale per la non autosufficienza disciplinato dal Prina, il relatore di maggioranza MARA GILIONI (Pd, vice presidente dell'Assemblea) ha detto: "Negli ultimi anni, in Umbria, si è registrato un crescente ricorso all'assistenza domiciliare che si è rivelata più appropriata alle esigenze della non autosufficienza rispetto ai ricoveri istituzionalizzati. Il Prina intende muoversi in questa direzione puntando su servizi effettivi, sulla presa in carico dei soggetti non autosufficienti e sulla continuità assistenziale. Intendiamo così valorizzare le buone esperienze  messe in atto nei comuni anche attraverso gli uffici di cittadinanza. Fra le novità del Prina che si propone la massima integrazione fra sociale e sanitario, c'è anche una corretta emersione dal lavoro nero che caratterizza il settore della assistenza. Elemento centrale del provvedimento sono le prestazioni non strettamente sanitarie ma aggiuntive, da garantire al non autosufficiente e formalmente sancite dal Patto di cura e benessere e dal Programma assistenziale personalizzato. Queste prestazioni che interesseranno anziani e disabili dovranno favorire la domiciliarità, come scelta di base, da integrare con forme di semiresidenzialità, ad esempio centri diurni per Alzheimer e centri diurni per bambini autistici. La limitatezza delle risorse impone ovviamente che la erogazione delle prestazioni tenga conto della gravità clinica delle varie situazioni, della certificazione Isee  (indicatore della situazione economica equivalente) e delle presenza effettiva di una famiglia in grado di garantire la qualità dell'assistenza.
Ricordo che in sede di terza Commissione, su proposta della Giunta regionale sono state recepite due novità: la possibilità di realizzare micro residenzialità, sulla base di progetti presentati dalle associazioni dei familiari; la previsione di moduli formativi da definire per gli operatori del servizio pubblico e del privato sociale".
Diverso il parere del relatore di minoranza ENRICO MELASECCHE (Udc), unico consigliere di minoranza presente in aula. Ha detto: "E' comunque uno strumento indispensabile di riorganizzazione del settore caratterizzato da un  elevato numero di anziani ma giunge in aula in forte ritardo. Sono qui a rappresentare tutta l'opposizione, ma ovviamente il mio giudizio è anche personale. Limiti evidenti del Prina sono il sistema di accesso è troppo complesso e troppo articolato. Si aggiunga che anche alcuni sindaci hanno notato questi aspetti relativi alla funzionalità del Fondo. Se a ciò si somma la ristrettezza delle risorse, sarà difficile raggiungere la universalità degli utenti. Immagino che anche da parte della Giunta ci sia consapevolezza della lentezza e forse ne è cosciente per la ristrettezza delle risorse. Non sarò in aula per ascoltare l'assessore, ma sarebbe interessante conoscere il numero di soggetti non autosufficienti che si intendono raggiungere. Avremmo preferito un sistema più snello con scelte più decise sul fronte della sussidiarietà. Non partecipo al voto per scelte politiche, già decise e relative ad altri argomenti.

PRINA: i contenuti del piano
Il Prina (Piano regionale integrato per la non autosufficienza) che opera per l'assistenza di soggetti non autosufficienti, anziani e disabili, nel 2009 impegnerà 31milioni e 750mila euro su finalità precise e comunque riconducibili alla necessità di favorire la permanenza dei soggetti assistiti in ambito familiare. In questa ottica che esclude contributi individuali, da ripartire in egual misura a tutti gli aventi diritto, le risorse del Prina potranno finanziare: servizi di assistenza domiciliare, tutelare e domestica, con 'assegni di sollievo', finalizzati ad alleviare il carico della famiglia che si prende cura di persone non autosufficienti, ad esempio per pagare l'assistenza in alcuni fine settimana non coperti, o per ricoveri temporanei (tali da garantire malattie o ferie dei parenti); abbattimento di barriere architettoniche nelle abitazioni; eventuali ascensori da impiantare o letti speciali; telefoni cellulari per sordomuti. Il tutto sulla base di progetti di
assistenza personalizzata (PAP).
Altre risorse potranno essere utilizzate anche per venire incontro alle esigenze delle famiglie con soggetti disabili gravi, mediante la realizzazione di centri diurni (per malati di Alzheimer) o centri diurni semiresidenziali, attivi negli orari di lavoro. Saranno incentivate anche forme di micro residenzialità familiare, da concepire come rete di servizi assistenziali per sopperire alla ridotta capacità delle famiglie di
sopportare il pesante carico assistenziale, e progetti che vanno nella direzione dei cosiddetti "durante e dopo di noi" per le persone disabili gravi.
Tre i criteri base per accedere ai benefici del Prina che non esclude forme di compartecipazione  sono: la gravità della patologia invalidante, il reddito della persona non autosufficiente, la presenza o meno della
rete familiare.
Il Piano che potrà intervenire con gli 'assegni di sollievo' anche nelle situazioni più difficili, si propone di formare gli operatori assistenziali e di riconoscere i servizi fatti dal privato sociale, sulla base di un modulo formativo che ne fissi gli standard minimi; di mettere ordine nel settore delle badanti, in primo luogo per regolarizzare il loro rapporto di lavoro, addossando al Fondo una parte dei costi aggiuntivi che la regolarizzazione comporta. L'accesso alle prestazioni viene garantito dalla rete territoriale dei servizi socio sanitari, cui fanno capo i centri di salute dei Distretti e gli Uffici della cittadinanza dei Comuni.
E' il Distretto che provvede alla 'presa in carico della persona non autosufficiente' e all'attivazione dell'Unità multidisciplinare di valutazione che predispone per ogni soggetto da assistere un programma di assistenza personalizzato (Pap), formulato valutando la gravità clinica, la fragilità sociale e il reddito disponibile. Nel Pap viene indicato il responsabile del programma di assistenza, una figura professionale che può
appartenere ai servizi sanitari o a quelli sociali in base alla prevalenza della tipologia delle prestazioni previste. Per assicurare la piena applicazione del Pap è prevista la stipula del "Patto per la cura e il  benessere" tra la persona non autosufficiente e i suoi familiari o conviventi ed il responsabile del programma di assistenza (case manager).
Il Prina dispone, per il 2009, di 31 milioni e 750mila euro: 4 milioni dal Bilancio regionale, 7 dal Fondo nazionale non autosufficienza, 20 milioni 750mila dal Servizio sanitario nazionale

Pubblicato il: 04/03/2009

Torna alle notizie...