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Il Sii batte cassa, il Comune va dal giudice

Il Comune di Orvieto non ci pensa nemmeno lontanamente a tirar fuori i milioni di euro che il gestore del servizio idrico sta chiedendo per riparare i suoi debiti. Si preannuncia una dura battaglia legale

foto di copertina

ORVIETO - Il Sii batte cassa, il Comune va dal giudice. Come era prevedibile, il Comune di Orvieto non ci pensa nemmeno lontanamente a tirar fuori i milioni di euro che il gestore del servizio idrico sta chiedendo in quota parte ai Comuni per ripianare debiti per 40 milioni di euro. Il Comune di Orvieto possiede il 5,82% di capitale sociale del Sii ed è interessato dal 5,57% di investimenti eseguiti, con una media rispetto ai valori percentuali citati pari al 5,69%. Ne consegue che il Sii, con la delibera del novembre scorso - al centro in queste settimane di grandi polemiche (anche per non essere stata trasmessa dall'amministrazione ai consiglieri) ha chiesto al Comune la ragguardevole somma di 2milioni e 277mila euro. Una cifra che il Comune non ha alcuna intenzione di pagare e per questo, come altri Comuni del Ternano, affila le armi legali.

E così, nella seduta di giovedì scorso, la giunta ha approvato l'impugnazione della delibera, dando mandato ad un collegio di legali (Lietta Calzoni e Francesco De Pretis del foro di Perugia, con domicilio presso lo studio dell'avvocato Luigi Zingarelli di Terni), per ottenere  l'annullamento o l'inefficacia del documento emanato dal Sii. Per evidente incompatibilità, il vicesindaco Marino Capoccia, presidente dell'Ato 2, non ha partecipato alla seduta dell'esecutivo. Assente anche l'assessore Pierpaolo Vincenzi.  "Impugnando la delibera del Sii, il Comune - spiegano gli amministratori - ha ritenuto che l'atto in questione, presenti profili di invalidità per la non conformità alle previsioni normative del codice civile e dei principi applicabili in materia, oltre che per la non conformità alle previsioni statutarie".

Questo per quanto riguarda il profilo generale dell'impugnazione. Ma poi il Comune fa riferimento anche all'enorme cifra richiesta. "L'ingente importo del contributo richiesto - scrive il Comune, nell'indicare le radici della sua azione legale - è in grado di compromettere l'equilibrio finanziario dell'Ente, esponendolo ad una spesa non prevista né prevedibile, che vanifica il principio della responsabilità limitata dei soci e, al contempo, pregiudica la conformità della condotta dell'Ente ai principi che regolano la contabilità pubblica stabiliti dal testo unico degli enti locali". Insomma, si preannuncia una dura battaglia legale di quelle destinate ad affrontare, con tutta probabilità, ogni grado di giudizio.

Il tutto mentre si profilano all'orizzonte nuovi aumenti della tariffa, anche in funzione della restituzione del canone alle utenze non servite dalla depurazione. Un tema scottante questo, che resta sospeso in Senato con la proposta di legge sulla tassa di scopo che potrebbe, di fatto, annullare i benefici effetti del rimborso sulla depurazione.

Lo scenario politico e amministrativo di fondo, infine, non contribuisce di certo a rendere più semplice la situazione. Alla fine del mese, infatti, è previsto lo scioglimento delle Ato che confluiranno nell'Ati. Di fronte alle battaglie in corso per occupare le poltrone, ad Orvieto, approfitta per prendere la parola, il consigliere Maurizio Conticelli (AltraCittà). "Siamo di fronte ad una serie di carrozzoni ad uso esclusivo di una vera e propria casta di politici privi di senso etico - afferma Conticelli - Sarebbe interessante - dice - se, in vista delle prossime candidature ai vertici delle istituzioni in ambito provinciale, si guardasse con attenzione all'operato dei singoli amministratori, evitando di parteggiare per punto preso in favore di questo o di quello".

Pubblicato il: 25/02/2009

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