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Rinviata a Castel Giorgio l'adozione del PRG

Nota del Comitato interregionale salvguardia dell'Alfina. C'era "preoccupazioni in ordine ad alcuni contenuti del Piano stesso ed alle modalità con cui si voleva giungere alla sua adozione"

di COMITATO INTERREGIONALE SALVAGUARDIA ALFINA

Pur previsto al primo punto dell'ordine del giorno del Consiglio Comunale,  l'adozione del Piano Regolatore Generale di Castel Giorgio è stata rinviata a data da destinarsi.

Salutiamo questa decisione del Consiglio comunale  come opportuna a fronte di estese preoccupazioni in ordine ad alcuni contenuti del Piano stesso ed alle modalità, a nostro avviso poco democratiche, con cui si voleva giungere alla sua adozione.

Le nostre preoccupazioni di metodo e di merito sono le seguenti:

  1. Il PRG è uno degli atti più importanti di ogni Comune, in particolare a Castel Giorgio, ancora regolamentato da un vecchio piano di fabbricazione.
  2. Tale atto è arrivato alla discussione in Consiglio comunale (che peraltro ieri si voleva impedire) senza alcun attivo, ufficiale coinvolgimento della popolazione di Castel Giorgio, destinataria di tale atto.
  3. Uno strumento così importante per il futuro del comune non può essere proposto da una Giunta ormai in scadenza, né votato al termine di una consigliatura: tema quindi che sarà opportuno che  veda cimentata la prossima Amministrazione.
  4. Nelle previsioni del Piano, per quanto è dato sapere, compare la previsione di opere che sollevano più di un dubbio. In particolare quelli relativi a nuove elevatissime cubature di cemento nelle aree attigue alla cittadina. Con conseguente ulteriore disordine urbano e dissennato consumo di suolo, con   erosione di un patrimonio immenso e irriproducibile che -senza vantaggi per il paese, come è sempre stato per il cemento (basti vedere cosa è successo sulle colline di Ficulle!)-  peserà sul nostro futuro in termini di imbruttimento, di peggioramento dell'ambiente di vita individuale e collettiva, di dissipazione di un patrimonio per  secoli ammirato. La  più dissennata colata di cemento dopo il naufragato (per fortuna!) tentativo di realizzare "Roma Vetus".
  5. Ed anche alla previsione di una ennesima grossa strada di raccordo tra la cava di Castel Viscardo e la strada nazionale maremmana, che si renderebbe necessaria per impedire continui incidenti sulla attuale Via Roma Nuova, che verrà pagata -come la variante di Castel Viscardo- con soldi pubblici (!) per sostenere l'elevato traffico veicolare dei cavatori per l'asporto del basalto dall'area.

Su questa base l'attuale sindaco di Castel Giorgio chiede una sua imminente rielezione: crediamo che abbiano ben agito i consiglieri ed  assessori, della stessa maggioranza, che si sono fortemente opposti ad una frettolosa adozione del Piano su cui, da parte dello stesso sindaco, era stato addirittura negato il dibattito durante la seduta.

Castel Giorgio, come tutti i piccoli, ma importanti centri dell'Orvietano, merita di più, merita anche una nuova classe dirigente capace di interpretare nuovi modelli di sviluppo centrati  sul turismo, l'ambiente, la cultura che sono i veri "giacimenti" della nostra Regione, e non più ancora cave  e cemento, e che sappia raccordarsi con una società civile impegnata sempre più a  dare importanti contributi per la soluzione della crisi economica e del depauperamento politico del nostro Paese.

 

 

 

Pubblicato il: 22/02/2009

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