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Vado, cambio partito e poi torno

Comincia una breve inchiesta in tre puntate su quei politici che hanno lasciato un partito, sono passati in quell'altro e poi sono ritornati a casa

Politica

di Redazione

Sono stati socialisti, alcuni comunisti, altri democristiani. Dopo la fine della prima repubblica per una fase si sono dati da fare nell'area politica di riferimento. Poi, per vicende personali o per ragioni "ideali" hanno fatto scelte diverse. C'è chi è finito in Forza Italia, chi nel nuovo Psi, chi con la Margherita, chi prima con il Si, poi coi Popolari e infine con il Centro Destra. Qualcuno non sopportava più i Comunisti, qualcuno li rimpiangeva. Qualcuno rimpiangeva i comunisti del periodo in cui erano forti i socialisti. Qualcuno rimpiangeva la Dc e l'ha cercata in tuttii partiti dell'arco costituzionale. Insomma. Un viaggio di andata ma anche di ritorno perché poi, alla fine, ognuno sembra voler tornare alla propria casa d'origine. Il problema è che, in molti casi, per la politica non vale la parabola del figliol prodigo.

 

Da sinistra a destra e poi di ritorno a sinistra: la politica della bussola perduta

A volte ritornano. Non solo i dubbi, ma anche i personaggi politici che - sempre a volte - trovi improvvisamente da una parte o dall'altra dell'agone politico. Qualcuno direbbe: "Solo questione di opportunismo". Ma non pensiamo sia così. C'è chi, di politica, si ammala. Vive per lei, sacrifica la famiglia, la propria tranquillità. C'è un doppio gusto. Da una parte il gusto dialettico: il poter tentare di far diventare le proprie certezze, certezze collettive. Dall'altra quella forte coscienza di sé (altri la chiamano presunzione) che porta qualcuno a pensare di essere bravo, anzi, bravissimo e per questo pensare di poter stare da qualsiasi parte politica perché "il giusto sta dalla giusta parte".
Così, dalla prima alla seconda repubblica, ci sono stati anche ad Orvieto dei passaggi di 360 gradi e, a volte - da qui il titolo - qualche tentativo di ritorno. Esaminiamo, dunque, alcuni di questi casi locali. Sapendo che sono in ottima compagnia nazionale. Pensiamo solo a Tiziana Maiolo che da Democrazia Proletaria è finita a Forza Italia, o Fabrizio Cicchitto che dalla sinistra del Psi è arrivato, anche lui, agli azzurri. Insieme al comunista Sandro Bondi - oggi portavoce di FI. E che dire dell'ex presidente della Rai Antonio Baldassarre che, su proposta di Ingrao, venne portato al Centro di Riforma dello Stato ed oggi è sulle posizioni di Alleanza Nazionale. O Ferdinando Adornato eletto con Ad e i progressisti a Todi e oggi capogruppo alla Camera di Forza Italia. Questi cambiamenti lasciano perplessi e pongono un dubbio. Alla base dei loro percorsi politici c'è un ideale o semplice voglia di carriera? In gioco, a livello nazionale, ci sono non qualche incarico da qualche migliaio di euro ma centinaia di migliaia di euro che possono sicuramente aiutare a cambiare idee politiche.
E a livello locale quali casi abbiamo? Ne segnaliamo essenzialmente tre, che fanno parte di aree politiche diverse: ex socialisti, ex comunisti ed ex democristiani.

Cominciamo con i socialisti: Stefano Moretti. Presidente della Provincia di Terni per il Psi e per lo stesso partito assessore alla sanità della regione dell'Umbria è rimasto nel centro sinistra fino a quando il centrosinistra lo ha candidato. Ma quando, con le elezioni che portarono Bracalente alla guida dell'Umbria lui si trovò fuori dal listino proporzionale che gli preferì Ada Girolamini, fu rapido l'avvicinamento al centro destra. L'occhietto al candidato Pongelli e, successivamente, la guida dei socialisti di De Michelis e la candidatura per la Cdl al Senato in alternativa a Gavino Angius ottenendo il 37% circa dei voti. Ed ora?
Ora, dopo l'esperienza pilota che Sdi e Nuovo Psi stanno facendo in Umbria per riunificare la diaspora socialista, si pensa ad un suo reintegro all'interno dello Sdi. Un reingresso che fa storcere il naso ai socialisti di sinistra convinti addirittura che già i transfughi morettini abbiano già in qualche modo bussato alla porta della federazione ternana dello Sdi. Si parla di richiesta di iscrizioni sulla sezione di Orvieto senza che gli orvietani se ne accorgessero. E chissà, forse per le prossime elezioni Stefano Moretti ritroverà la sua casa d'origine. E così il giro è completato.

Collegato ai destini politici di Moretti anche Egisto Tedeschini. L'ex vicesindaco socialista di Orvieto sembrò essere il primo caso di doppia tessera quando da simpatizzante del Si passò con un coup de theatre ai Popolari provocando quella crisi istituzionale che ancora si deve rimarginare. Poi, alle amministrative di Orvieto del 1999 fu candidato con i popolari nella lista Ercini e, infine, a Parrano nel 2002 in corsa solitaria con una lista autonoma che ottenne 9 voti. Rientrerà anche lui nello Sdi?

Tra i socialisti transfughi e approdati al centro-destra anche l'ex sindaco di Fabro Mario Fortinelli, consigliere speciale dei dirigenti di Forza Italia ad Orvieto. Nel passato era esponente della sinistra socialista ed enfant prodige insieme a Stefano Moretti ed Egisto Tedeschini. E' stato segretario della Federazione socialista ad Orvieto, assessore provinciale nelle giunte con i comunisti, sindaco a Fabro sempre nelle maggioranze rosse. Ora, approdato ai lidi degli azzurri, spiega al socialista sindaco di Fabro Anacleto Carboni che lo stanno per silurare.

C'è da dire la verità. Dal punto di vista della lucidità politica sono tre buoni acquisti in forza alla Cdl. Magari un po' ballerini ma come ghost writer dei dirigenti politici del centro destra non sono poi male. Almeno fino a quando resteranno nella Casa delle Libertà. Tra i tre Fortinelli, almeno lui, di rientrare a sinistra al momento non sembra pensarci. Per gli altri? Le trattative sono veramente in atto.(1 - Continua)

Pubblicato il: 12/08/2003

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