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Il ferro tinge il Paglia di rosso

La sostanza è stata trasportata dalle piogge dalle ex miniere del monte Amiata, nel Comune di Abbadia San Salvatore, in provincia di Siena. Ma sembra che non ci siano pericoli. Alcuni commenti all'articolo producono però informazioni inquietanti

foto di copertina

 

 

Qui il collegamento al video registrato da Associazione Ginepro

 

ORVIETO - "Stavolta Cecchini ha esagerato". È quanto deve

aver pensato più di una persona, ieri mattina, scorgendo le acque del Paglia completamente tinte di arancione. Ma il protagonista della provocatoria performance che ha colorato di rosso la fontana di Trevi non c'entra davvero.

 

A tingere le acque del Paglia di un improbabile colore arancione è stato, invece, il ferro trasportato dalle piogge dalle ex miniere del monte Amiata, nel Comune di Abbadia San Salvatore, in provincia di Siena.

 

A stabilirlo carabinieri, forestale, polizia provinciale, protezione civile e Arpa, impegnati, dalle prime ore di ieri mattina, a monitorare il fiume. Si tratterebbe, in sostanza, di grossi quantitativi di terra molto ricca di ferro, proveniente da un canale interno per il drenaggio delle ex miniere dell'Amiata. Il Paglia avrebbe ricevuto i materiali tramite il torrente Tagliola, suo affluente. Colpa, probabilmente, delle abbondanti piogge e delle nevicate.

 

Se così fosse non si prevedono disastri ambientali. Anche il timore, circolato insistentemente nella giornata di ieri circa la possibile presenza di mercurio che veniva effettivamente estratto dalle miniere sull'Amiata, sarebbe da escludere. "Il mercurio viene estratto attraverso un processo a caldo - rassicura il coordinatore dell'Arpa Umbria, Fabio Mariottini - ragion per cui non possiamo in alcun modo ipotizzarne la presenza".

 

Quello che invece è emerso, fin qui, dalle analisi sui prelievi effettuati dall'Arpa è una massiccia presenza di ferro. Basti pensare che i parametri ordinari per quel che riguarda la concentrazione di ferro nelle acque del fiume si attestano generalmente attorno ai 2 milligrammi -litro, mentre i valori riscontrati dalle analisi sono stati di 24 milligrammi - litro. Gli esami proseguono e saranno resi noti solo nei prossimi giorni, tuttavia, allo stato attuale, l'Arpa sente di poter escludere "conseguenze ambientali significative". Anche perché "episodi del genere - prosegue Mariottini - si sono ripetuti altre volte in territorio senese, senza che arrivassero a coinvolgere l'Orvietano, ma l'Arpa Toscana non segnala motivi di particolare preoccupazione".

 

Non può dirsi con esattezza la durata dell'episodio, né se esso sia destinato a ripetersi. Sta di fatto che il colore inusuale delle acque ha destato grande meraviglia ieri negli orvietani e una certa inquietudine per le possibili conseguenze.

 

Pochi mesi fa, nel Paglia, c'era stato uno sversamento di liquami provenienti da un allevamento di suini nella zona di Acquapedente che aveva creato delle schiume biancastre nauseabonde. In quel caso era scattata una denuncia a carico del proprietario dell'allevamento.

 

Code per curiosi si sono registrare per l'intera giornata di ieri lungo il ponte dell'Adunata alle porte del quartiere di Ciconia. 

 

 

Pubblicato il: 14/02/2009

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