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San Venanzo. La sezione socialista spara su Gialletti e Piacenti per la situazione in Comunità montana e nel partito

Segratario e vicesegratario provinciali del PS ritenuti responsabili della débacle politica

Pubblichiamo la nota diffusa dalla sezione del PS di San Venanzo. Tema è la perdita di rappresentanza della zona nella Giunta dell'ente montano e della politica di PD e PS.

"Martedì 10 febbraio si è svolto ad Orvieto il secondo consiglio della nuova Comunità Montana dell'Orvietano, Tuderte, Narnese, Amerino, consiglio che avrebbe dovuto portare all'elezione della Giunta e del suo presidente; consiglio che si è chiuso con un penoso niente di fatto e che fa ora seriamente rischiare all'ente il commissariamento.

Ricordiamo brevemente che dal 1976 San Venanzo è stato sede legale e politico-istituzionale della Comunità Montana Monte Peglia e Selva di Meana, che comprende 15 comuni e oltre 100 dipendenti. Questa importante istituzione per il nostro territorio e per il nostro comune è stata duramente messa alla prova da una scellerata riforma endoregionale che ha stravolto l'assetto delle comunità montane coinvolte, nel nostro territorio addirittura raddoppiando il numero dei comuni e creando organi come il consiglio con 90 membri. Organi di tal genere, per la mole che hanno (a chi capisce un po' di politica appare chiaro) sono creati per fare tante chiacchiere ma sono incapaci di decidere e la dimostrazione si è avuta già.

Fortemente critici siamo verso il PD che ha voluto e concepito questa riforma con la scusa del risparmio e l'ha voluta attuare in modo così veloce a fine legislatura senza capire quale scompiglio avrebbe portato all'interno dei comuni coinvolti. Oltre a ciò la critica diretta va anche all'assessore Riommi che nel Luglio 2008 venne a San Venanzo assicurando che l'assetto politico istituzionale dell'ente non sarebbe poi più di tanto mutato e dando rassicurazioni per il territorio, cosa che al momento non è assolutamente accaduta.

La nostra ferma critica quindi va da un lato alla gestione dell'intera riforma e dall'altro lato all'incapacità e al servilismo della classe dirigente sia del PD che del nostro partito della Provincia di Terni e nello specifico al segretario provinciale Piacenti e al vicesegretario Gialletti, i quali con accordi sottobanco avevano totalmente estromesso San Venanzo e l'Alto orvietano da qualsiasi rappresentanza politica e istituzionale nella nuova Comunità Montana.

Il consiglio del 10, che non è saltato a causa dei socialisti ma per il caos generale, avrebbe dovuto portare secondo questi scienziati della politica ad un presidente della Comunità Montana del PD (Il sindaco di Orvieto) e ad un vicepresidente sempre del PD (il sindaco di Narni). I socialisti con 20 consiglieri nel nuovo consiglio della comunità montana sono decisamente il secondo partito (dopo i 36 del PD). Secondo ogni logica politica avrebbero avuto il diritto ad avere la vice presidenza, senza stare a discutere nemmeno. Senonché, l'arroganza del PD che avrebbe voluto presidenza e vicepresidenza ed il servilismo della nostra segreteria, che aveva ceduto tutte le posizioni del nostro partito, per di più togliendo qualsiasi rappresentanza a San Venanzo e all'Alto orvietano, hanno provocato questo disastro politico, ma la cosa più grave è quella che segue.

San Venanzo, da sede legale con presidente e vicepresidente nell'ultima gestione (che per inciso ha chiuso con bilanci decisamente in attivo e quindi è stata un buona gestione) non avrebbe avuto neanche un membro in giunta perché il presunto assessore socialista sarebbe toccato a Porano (che praticamente è come dire Orvieto) così si avrebbe avuto un presidente del PD di Orvieto un assessore socialista di Orvieto, un vicepresidente del PD (che continua a fare l'asso piglia tutto) di Narni e San Venanzo e l'Alto orvietano completamente fuori dai giochi.

Ora la battaglia non è economica per coloro che vanno in Giunta, perché tutti sappiamo che non vengono percepite indennità per le cariche in questione, ma è puramente politica per San Venanzo e per il suo territorio, che copre circa 8 mila ettari di demanio regionale sulla Comunità montana in questione e che necessita per una sana e corretta gestione del proprio territorio, vasto ed importante, di una rappresentanza reale nella Giunta dell'ente e, come socialisti, rivendichiamo come seconda forza la vicepresidenza.

Ma insomma non dovremmo essere noi con articoli di giornale a far valere diritti che stanno nei numeri e nel naturale stato di fatto delle cose, dovrebbero essere le classi dirigenti del partito a tutelare territori e posizioni politiche, ma evidentemente gli attuali membri della segreteria provinciale hanno altre posizioni (forse personali) da contrattare piuttosto che salvaguardare un territorio e il proprio partito.

I dubbi sulla gestione dell'attuale classe dirigente ternana del Partito socialista vengono anche sulla questione importante della provincia di Terni e sul sindaco di Terni. Insomma, perderemo il presidente della provincia socialista, si vocifera sempre con più realismo che l'intero centrosinistra perderà il Comune di Terni; insomma noi socialisti continuiamo a perdere posizioni politiche e allo stesso tempo continuiamo a non avere una solida strategia politica per qualche posticino personale che indebolisce e di certo non tutela il partito nel suo complesso?

Ci auguriamo che almeno si provi a chiedere qualcosa sulla provincia di Perugia per noi poveri socialisti.

Ma tornando alle questioni di casa nostra, riteniamo che tutto il partito socialista del Ternano sia estremamente indebolito da questi accordi sottobanco, che neanche riescono, e che in particolare il partito di San Venanzo che ricordiamo, se anche in termini assoluti essendo un piccolo comune non può decidere  le sorti del partito a livello provinciale, ha però percentuali che gli scienziati della politica attuali dirigenti vedono con il cannocchiale nei rispettivi territori. Noi quindi delle loro strategie non abbiamo bisogno, raccogliamo consensi con onestà e capacità amministrativa e affrontiamo le sfide a viso aperto e con dignità, sempre mettendo davanti il bene del territorio e dei nostri cittadini.

In conclusione però il dispiacere più grande è per San Venanzo, il suo territorio e la sua comunità montana dalla quale vorrebbero estrometterci, ma noi continueremo a lottare affinché la rappresentanza politica dei socialisti di San Venanzo venga mantenuta all'interno della nuova Comunità Montana se riusciremo ad evitare il commissariamento.

E ai dirigenti e amministratori del PD regionale diciamo di smettere di fare riforme scellerate attuate senza i dovuti passaggi e con una totale assenza di tempismo e concertazione. E ai dirigenti provinciali del nostro partito diciamo: "non state azzeccandone una, non vi viene voglia di prendervi un lungo periodo di ferie dalla politica?".

Sezione PS San Venanzo

Pubblicato il: 13/02/2009

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