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Comunità montana, Mocio presidente non passa

La comunità montana Orvietano Tuderte Amerino Narnese sta rischiando seriamente la paralisi amministrativa, ancora prima di vedere la luce. E il centrosinistra, dal canto suo, ne sta uscendo con le ossa rotte

ORVIETO - Comunità montana, ennesimo buco nell'acqua. L'accordo faticosamente raggiunto neanche un'ora prima dell'assemblea, con un incontro in extremis mediato dal segretario provinciale del Pd, vacilla nel segreto dell'urna e la proposta Mocio presidente non passa. È così che si fa sempre più ingarbugliata la matassa del nuovo ente che, alla vigilia delle elezioni, ha l'ambizione di aggregare tanti territori: dall'Orvietano al Narnese, dal Tuderte all'Amerino.

 

Troppi gli scontri e le posizioni da difendere. E la quadratura del cerchio ancora non arriva. Ci sono voluti più di un mese di incontri e di trattative per giungere alle 17 di ieri alla proposta formalizzata ufficialmente dal sindaco di Baschi, Isauro Grasselli: Stefano Mocio presidente.

 

Sulla carta l'accordo c'era. La presidenza ad Orvieto e, in giunta, il sindaco di Narni, Stefano Bigaroni, l'assessore al Comune di Porano, Massimo Bianchini e il sindaco di Monte Castello di Vibio, Roberto Cerquaglia. Contrariamente all'ultima votazione, c'era anche il numero legale: presenti 49 membri su 90.

 

Quello che è mancato è stata la compattezza sul fragile accordo raggiunto in extremis. Dall'urna escono 39 voti per Stefano Mocio (7 in meno di quanti gliene servivano per raggiungere la maggioranza di 46), due per Stefano Bigaroni, 1 per l'assessore di Avigliano, Zefferino Cerquaglia, e 7 schede tra nulle e bianche. Tra queste quelle di Rifondazione comunista, mentre il centrodestra ha abbandonato la sala.

 

E adesso? Senza una nuova convocazione in tempi celeri che non potrà arrivare se non sulla base di un accordo certo al cento per cento, comincia ad agitarsi lo spettro del commissariamento. Se non altro perché, in questo modo, la comunità montana Orvietano Tuderte Amerino Narnese sta rischiando seriamente la paralisi amministrativa, ancora prima di vedere la luce. E il centrosinistra, dal canto suo, ne sta uscendo con le ossa rotte.  (S.T.)

Pubblicato il: 11/02/2009

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