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Vinti (PRC) presenta una legge per ridurre del 50 per cento le indennità dei consiglieri e propone di lasciarne il numero a 36

Si potrebbero risparmiare oltre 1 milione e 300 mila euro all'anno per complessivi 8 milioni e 600 mila euro a legislatura

"L'alternativa reale e praticabile al taglio della democrazia previsto dalla proposta del Partito democratico
che riporta a 30 il numero dei consiglieri regionali". Così Stefano Vinti, capogruppo di Rifondazione comunista a Palazzo Cesaroni, ha presentato la proposta di legge regionale che mira a ridurre del 50 per cento le indennità dei componenti dell'Assemblea regionale. Secondo l'esponente di Rifondazione  va confermato quanto stabilito dal nuovo Statuto regionale che fissa a 36 il numero dei consiglieri "per garantire una maggiore rappresentatività alle città e ai territori".
"Questa proposta - ha spiegato Vinti - nasce dalla evidente crisi che la politica sta vivendo,  che la delegittima e che è aggravata da una fase economica molto difficile che mette a rischio migliaia di posti di lavoro.
Solo in Umbria (dove i salari sono già tra i più bassi d'Italia), secondo le stime della Cgil ci saranno 20 mila richieste di cassa integrazione. La politica non può essere un fatto di interesse personale. Deve tornare ad
essere un servizio verso la propria comunità e deve condividerne le condizioni materiali. Il primo passo - ha sottolineato il consigliere regionale - è la riduzione delle spese del Consiglio regionale, che non deve rappresentare una casta ma una istituzione che condivide le difficoltà della comunità regionale".
Secondo l'esponente di Rifondazione comunista la riduzione a 30 del numero dei consiglieri regionali (proposta dal Partito democratico) non sarebbe la strada giusta "perché metterebbe a rischio la rappresentanza dei territori e delle città. 30 consiglieri sono insufficienti per assicurare
la rappresentanza delle principali realtà dell'Umbria".
Secondo i calcoli effettuati da Stefano Vinti, aumentando i consiglieri a 36 e riducendo le indennità del 50 percento si potrebbero risparmiare oltre 1 milione e 300 mila euro all'anno per complessivi 8 milioni e 600
mila euro a legislatura.

Pubblicato il: 07/02/2009

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