UjW#10. Inizia oggi la maratona del jazz. Tra tradizione e modernità
Swing, brasil-jazz, blues, gospel e soul. Quest'anno il jazz ad Orvieto si apre, più che negli altri anni, alle melodie dei suoi parenti più prossimi.
Cultura
di Stefano Corradino
Swing, brasil-jazz, blues, gospel e soul. Quest'anno il jazz ad Orvieto si apre, più che negli altri anni, alle melodie dei suoi parenti più prossimi. Sono molti i musicisti jazz - anche tra quelli presenti a questa edizione - che hanno "interagito" con cantautori, cantanti pop, musicisti di "classica", reinterpretando suggestivamente i brani più celebri in versione jazz.
Torna ad Orvieto il jazz. Questo genere musicale al quale è ancora difficile attribuire una "etimologia" precisa ma di cui sono ben forti le origini "sociali": il jazz nasce e prende forma con l'affermarsi nella società americana della minoranza nera, discende da quando gli schiavi neri d'America si erano inventati la loro musica; memorie di ricordi africani trapiantate sulle sonorità popolari dei bianchi e contaminate dai canti religiosi cristiani.
Tutto esaurito. Come sempre. E questo è un buon segno. Elettrizzante l'attesa. Umbria jazz non è solo un evento di spettacolo. E' uno straordinario melting pot che mette in comunicazione, intrinsecamente, donne e uomini con la pelle di un colore diverso, di ceto diverso, con culture, tradizioni e credenze religiose diverse. Tutte accomunate dalla stessa passione.
Uno sguardo ai musicisti. Lo abbiamo già fatto alcuni giorni fa. Grandi ritorni e nuovi volti calcano da oggi le scene di Umbria Jazz. Ma, probabilmente sarà ricordata come l'edizione dei "pianisti" (che non sono i parlamentari che hanno votato per i loro colleghi)
Italiani ed internazionali, già noti ed emergenti, i pianisti sono i protagonisti della decima edizione.
A cominciare da Ahmad Jamal, Hiromi Uehara, Kenny Barron, Renato Sellani
Quattro grandi pianisti molto diversi tra loro, per stile, età, esperienza.
Cominciamo da Ahmad Jamal, il pianista nato 72 anni fa a Pittsburgh, in Pennsylvania. Influenzato musicalmente da artisti del calibro di Jelly Roll Morton, Fletcher Henderson, Duke Ellington, Art Tatum, Count Basie, Theolonius Monk, Horace Silver and John Lewis Jamal ha uno stile molto personale fatto di continue innovazioni ritmiche, figure armoniche e melodiche con la mano sinistra assolutamente particolari.
Jamal, oltre ad esibirsi con il suo trio abituale, uno dei piccoli grandi monumenti del jazz degli ultimi anni, "sponsorizza" una pianista giapponese di grande talento, Hiromi Uehara (nella foto), 23 anni, praticamente sconosciuta in Europa. Ma a garantire per lei c'è proprio il grande musicista di Pittsburgh che per presentarla ha perfino autorizzato nel programma ufficiale la scrittura "Ahmad Jamal presents".
Kenny Barron è il depositario di una certa tradizione del piano jazz moderno, Barron non è un innovatore ma un importante stilista, originale nella sonorità e raffinato nello sviluppo armonico dei temi. Spesso liquidato come neo-hopper, è in realtà uno dei grandi pianisti contemporanei, capace di intenerirsi anche in contesti avanzati. Un pianista prezioso ma forse più apprezzato dai musicisti che non dal pubblico.
L'Italia è mirabilmente rappresentata da un "senatore" del pianoforte, Renato Sellani. Grande stile, gusto e amore per la musica come espressione di un mondo interiore più che mero virtuosismo sono le caratteristiche del jazz di Renato Sellani, certamente uno dei musicisti più illustri e quotati del jazz italiano (ha collaborato con i più importanti musicisti di jazz: da Sarah Vaughan a Chet Baker, da Lee Konitz a Phil Woods). Da oltre vent'anni Sellani si avvale della collaborazione di Massimo Moriconi, considerato dalla critica uno dei più importanti contrabbassisti della scena europea.
Pubblicato il: 27/12/2002