Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI


Sarà questo il mercato di riferimento della nuova ITELCO

Approfondimento

di Redazione

Mentre in Italia la prospettiva della televisione digitale terrestre diventa sempre più concreta, anche con il nuovo passo compiuto ieri dal Cda della Rai, in Europa le prime piattaforme di televisione digitale terrestre sono nate a partire dal 1990 e, al momento, sono attive in cinque paesi: Regno Unito, Spagna, Svezia, Norvegia e Germania. Sono questi i paesi dove la nuova Iteco dovrà tentare di vendere i propri apparati. E non è ancora la storia di un successo, anche se la tv digitale nella sua più larga accezione, che coinvolge quindi anche quella via satellite, è in generale in crescita in tutta Europa. Come infatti rileva l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni nella sua relazione annuale, il settore della televisione digitale terrestre, che pure suscita le maggiori aspettative per il futuro, ha registrato nella primavera del 2002 il fallimento nel Regno Unito di ITV Digital. Si tratta della rete televisiva digitale terrestre a pagamento lanciata nel 1998 da Carlton e Granada, che aveva raggiunto 1,2 milioni di abbonati, con un investimento di 1,5 miliardi di euro. Per raggiungere il punto di equilibrio economico, previsto ad 1,6 milioni di abbonati, sarebbe stato infatti necessario - rileva l'Autorità - un ulteriore investimento di 450 milioni di euro, ma il mercato finanziario non ha creduto che l'impresa avrebbe potuto fronteggiare con successo la concorrenza di BskyB, la piattaforma satellitare a pagamento dominante con oltre 6 milioni di abbonati. È stata quindi la Bbc, in società con BSkyB e con Crown Castle, gestore delle reti che in Italia voleva entrare nella proprietà di Raiway al 49%, a creare Freeview, per riprendere l'attività di ITV Digital. Questa volta però l'offerta è stata fornita in chiaro, per un totale di 30 canali televisivi e 12 radiofonici, ricevibili con un decoder che costa 150 euro. Nel 2002 sono stati registrati oltre 1 milione di utenti. Stesso percorso, nel 2002, è toccato a Quiero, la società che in Spagna aveva lanciato due anni prima la rete tv digitale via etere, ma in questo caso gli abbonati erano arrivati solo a 200 mila. I 14 canali abbandonati da Quiero sono stati al momento affidati a due canali pubblici e tre privati terrestri che trasmettono in digitale i loro programmi analogici, e a due nuovi operatori, Veo Tv e Net Tv. Ma sull'iniziativa pesa l'assenza di terminali in grado di ricevere questi programmi nelle case. Da sottolineare però c'é il fatto che in entrambi i casi, in Gran Bretagna come in Spagna, la televisione digitale terrestre, nata come tv a pagamento, è ripartita come tv in chiaro e pertanto gratuita. Ed è su questo che si è incentrato il dibattito sul futuro di questa nuova tecnologia che, in tutti i paesi come del resto in Italia, è stato particolarmente acceso. La prima questione da dirimere è per tutti se fare solo affidamento al mercato oppure prevedere un intervento pubblico. Inoltre il fallimento in Spagna e nel Regno Unito del modello a pagamento ha messo in luce l'importanza dell'opzione tra pay tv o tv in chiaro, come anche quella tra impresa pubblica o impresa privata come fattore trainante della tv digitale terrestre. In ogni caso, nonostante questi dati negativi, la televisione digitale - quindi sia via satellite sia via etere - ha in generale segnato una crescita nel 2002. Il paese più sviluppato da questo punto di vista è il Regno Unito, dove il 34% delle famiglie è servito da una varietà di piattaforme televisive digitali. La tv digitale è molto seguita anche in Francia e in Spagna, ma il fenomeno è comunque in crescita in tutta Europa.

Questa la tabella delle famiglie digitali in Europa.

REGNO UNITO 34%
SPAGNA 18%
FRANCIA 17%
ITALIA 12%
GERMANIA 6%
OLANDA 3%

Pubblicato il: 07/08/2003

Torna alle notizie...