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Pendolari, Per Santi bisogna rivedere le tariffe

Il consigliere regionale Alfredo Santi (FI-Pdl) annuncia il suo impegno per proporre all'attenzione del  Parlamento una nuova normativa

Il consigliere regionale Alfredo Santi (FI-Pdl) annuncia il suo impegno per proporre all'attenzione del  Parlamento una nuova normativa che tenga conto delle esigenze dei
pendolari di Terni e Orvieto, alla luce delle differenti tariffe comprese  nel recente accordo siglato dalla Regione Umbria con Trenitalia, che "prevede - ricorda il consigliere - l'istituzione della carta "Tutto treno Umbria", la quale permetterà agli abbonati ai treni regionali, a partire dal 1 Febbraio 2009, di usufruire anche degli Eurostar, con la spesa annuale di 200 euro fino a viaggi di 100 chilometri e di 400 euro per
viaggi più lunghi. Poiché i chilometraggi effettivi che i pendolari di Terni e Orvieto percorrono quotidianamente viaggiando sulla direttissima - afferma Santi - sono inferiori a 100 chilometri, la spesa di tale abbonamento dovrebbe essere di 200 euro annui e non di 400, previsti per le tratte superiori a 100 chilometri. Tutto questo - spiega - perché la normativa sulle condizioni e sulle tariffe per il trasporto delle persone sulle ferrovie statali, approvato con regio decreto del 1934 e divenuto
legge nel 1935 (legge 911 del 4 Aprile e successive modifiche) che stabilisce, nell'art.19, che nel calcolo della distanza tassabile, non si deve tenere conto di abbreviamenti di percorso determinati dalla realizzazione di nuove linee direttissime e da opere di rettificazione, raddoppio o quadruplicazione delle linee ferroviarie".
"Sarebbe opportuno - prosegue - che in sede parlamentare si presentasse una proposta di modifica dell'attuale normativa, riconducendo il costo dei biglietti e abbonamenti ai chilometri effettivi percorsi. Mi sto impegnando affinché si possa arrivare ad una presa di coscienza delle forze parlamentari per proporre una nuova normativa che consenta almeno un vantaggio economico ai tantissimi cittadini che quotidianamente affrontano una vita durissima per recarsi sul posto di lavoro. Voglio inoltre ricordare - conclude - che nelle zone più marginali dell'entroterra, il pendolarismo rappresenta una grande risorsa economica, sociale e politica che consente la sopravvivenza di tanti piccoli Comuni, avendo consentito l'arresto della fuga verso le grandi città".

Pubblicato il: 29/01/2009

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