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I Cignelli sarebbero stati in possesso di quintali di polvere pirica non denunciata

Secondo quanto starebbe emergendo dal fascicolo della procura

ORVIETO - Ad un anno circa dalla tragedia, emergono drammatici risvolti sull'esplosione della fabbrica Cignelli che è costata la vita ai quattro titolari dell'omonima famiglia di Castiglione in Teverina. Secondo quanto starebbe emergendo dal fascicolo della procura, i Cignelli sarebbero stati in possesso di quintali di polvere pirica non denunciata.

Come abbiano fatto ad occultarla, facendola sfuggire ai controlli, e se le eventuali omissioni nei controlli stessi possano essere state fatali per i Cignelli è quanto la procura (che a fine anno ha concesso una nuova proroga alle indagini), sta cercando di appurare con certezza. Più in generale, comunque, gli aspetti relativi alla sicurezza della fabbrica, inizialmente dati da tutti come scontati, starebbero venendo meno. L'inchiesta, infatti, avrebbe anche accertato la presenza di cellulari sul luogo della tragedia.

I dispositivi sono rigidamente vietati per il rispetto delle norme di sicurezza, in quanto considerati a tutti gli effetti dei potenziali inneschi a causa delle alte cariche elettrostatiche che si registrano in presenza delle polveri. Il prossimo 6 febbraio sarà passato già un anno dall'esplosione in cui hanno tragicamente perso la vita i titolari della storica fabbrica di Castiglione in Teverina: Renato Cignelli, 44 anni, la moglie Rosanna Abbatematteo, di 41, Fiorenzo Cignelli, di 58 e la moglie Elisabetta Tirinnanzi, di 53.

Pubblicato il: 23/01/2009

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