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Pendolari. Cornaca di una giornata

 

Affollatissima e vivacissima l'assemblea dei pendolari della tratta Roma/Firenze che si è svolta il 16 gennaio al Palazzo dei Sette, a cui hanno aderito tutti i comuni dell'Orvietano, della bassa Toscana, dell'alto Lazio, le province di riferimento e le regioni, i parlamentari umbri dei diversi schieramenti, le organizzazioni sindacali e di categoria. Rappresentanti delle istituzioni, sindaci, consiglieri comunali e provinciali di tutti i partiti, presidenti di province e responsabili di organizzazioni ai vari livelli che sarebbe lungo elencare, tutti riuniti nella grande Sala del Governatore, non solo per dare la loro solidarietà ma per "impegnarsi in prima persona per dare risposte in tempi rapidi - come gli stessi Pendolari hanno più volte chiesto - e realizzare azioni concrete, non slogan".  

"Il 2008 si è chiuso con l'incubo dell'Alta Velocità e il 2009 si è aperto con la beffa dell'aumento delle doppie tariffe e con il dirottamento sulla linea 'lenta' dei treni dei pendolari" è stato l'amaro esordio di Valeria Cioccolo del Comitato Pendolari Roma-Firenze che ha esternato la stanchezza,  l'esasperazione, la rabbia dei pendolari.

A Fabiola Di Loreto il compito di andare a fondo dei problemi: "siamo ad un punto di non ritorno, la situazione oggi è degenerata  - ha detto - il pendolarismo è un fenomeno sociale che va affrontato come tale, che riguarda non solo i pendolari, ma interi territori, la loro economia, il tessuto relazionale e anche culturale. Un problema che non c'è nella cultura della nostra collettività che, peraltro, non è passato sufficientemente nella stampa nazionale. più semplicemente, questo fenomeno non è considerato né come questione sociale né come asset del territorio: non è un problema e non è una risorsa! Questo è il problema! Il tema di fondo è l'impoverimento del nostro territorio in termini economici e culturali perché chi sarà costretto a partire sempre prima e tornare a casa sempre più tardi di fatto è una persona taglia fuori da tutto".

"Se il pendolarismo è un fenomeno sociale ed il suo ridimensionamento è un problema sociale, l'unica strada, allora, è quella delle Istituzioni che debbono difenderci, perché diversamente dovremmo cercare altre strade. Siamo qui in assemblea - ha aggiunto - perché dal 4 luglio dello scorso anno, da quando sostenemmo che l'introduzione dell'Alta Velocità avrebbe avuto conseguenze pesanti sul traffico pendolare, purtroppo quelle previsioni si sono avverate, nonostante la rassicurazioni di Trenitalia e dell'Amministratore Delegato delle Ferrovie dello Stato, Moretti. Abbiamo chiesto e chiediamo una mobilitazione concertata tra le Istituzioni e perché non crediamo che l'Italia possa andare a due velocità, che una linea Direttissima fatta con i soldi della collettività possa essere messa a servizio solo di una piccola parte di essa e che l'ammodernamento del Paese non è tale se allontana ancora di più le classi sociali e le discrimina in maniera irresponsabile. Siamo qui perché crediamo che vi sia la possibilità di agire e di fare concretamente qualcosa".

"L'Alta Velocità - ha continuato - ha snaturato completamente il servizio per i pendolari: le poche risorse economiche disponibili sono indirizzate a questa per cui il materiale rotabile destinato al traffico pendolare è quello più vecchio, rabberciato, senza manutenzione; le migliori risorse umane disponibili sono indirizzate all'Alta Velocità: al traffico pendolare viene destinato il personale più anziano, demotivato, meno preparato professionalmente e le conseguenze sono che spesso il servizio è rallentato proprio nelle operazioni di partenza. I servizi di pulizia sono quasi esclusivamente per l'Alta Velocità, al traffico pendolare vanno le risorse residue e la conseguenza sono delle condizioni di viaggio indecorose. Si potrebbe continuare a lungo sulla non assistenza ai treni dei pendolari, ma il fatto essenziale è che i treni esistono sulla carta, non nel servizio effettivamente reso alla clientela. Un esempio: il treno regionale che parte da Orvieto alle 9.05 e arriva a Roma alle 11.00 è emblematico di quello che dobbiamo aspettarci per il prossimo anno: percorre tutta la linea 'lenta' anche dopo Orte e da Orte impiega lo stesso tempo di un treno in servizio metropolitano. Così tra Orvieto a Roma impiega 1 ora e 53 minuti. Quel treno, nel 2009 compie 2 minuti in più di quando lo stesso treno nel 1911 collegava Orvieto e Roma in 1 ora e 53 minuti! Ma a quell'epoca il treno era a vapore, non aveva la chiusura automatica delle porte, la frenatura a disco, il segnalamento non era elettronico, non c'era controllo a distanza della marcia, il blocco tra le stazioni era manuale! Oggi stiamo tornando molto più indietro del 1911".

"E' di questi giorni la relazione della Corte dei Conti sui debiti accollati al bilancio dello Stato dalle Ferrovie dello Stato per la realizzazione del sistema Alta Velocità descrivendo in modo puntuale quanto probabilmente era stato anticipato per Alitalia. La Corte dei Conti ha calcolato che i debiti generati dall'Alta Velocità sono spalmati sul debito pubblico fino al 2060 e quindi il rendimento economico tanto sbandierato è falso. Alcune espressioni dei magistrati contabili seppure forbite ed eleganti dicono cose di estrema gravità, che pregiudicano l'equità generazionale caricando in modo sproporzionato sulle future generazioni vantaggi solo ipotetici".

 

Contributi al dibattito sono giunti dal Dirigente Scolastico del Liceo d'Arte e Classico di Orvieto, Gaudino che ha dato voce al problemi degli studenti pendolari fra Chiusi e Orvieto, dalla V. Presidente della Provincia di Terni, Loriana Stella che ha ribadito il "costante sostegno dell'Ente attraverso l'azione dell'assessore ai Trasporti, Antoniella" ed ha proposto "una strategia di azione comune di livello: politico, mediatico, legale, che significa atti delle assemblee elettive, azioni politiche in sede nazionale, spazi su giornali e tv nazionali, ricerca di testimonial in favore dei pendolari, ricorso all'Autorità garante della concorrenza e del mercato antitrust e alla magistratura per le reiterate inadempienze rispetto all'applicazione della carta dei servizi ai passeggeri; e ancora: la riscrittura del piano nazionale dei trasporti che ponga al centro la gestione del trasporto su rotaia, la convocazione ad Orvieto del Coordinamento nazionale dei pendolari centro-nord, la richiesta di intervento delle Asl per la verifica delle condizioni igienico-sanitarie sui treni, la collaborazione degli uffici legali delle Istituzioni all'azione dei pendolari, la creazione dell'Osservatorio permanente sul fenomeno del pendolarismo". Angela Sartini (PdL Orvieto) ha espresso il "pieno sostegno alle esigenze dei pendolari e l'impegno dei rappresentanti del PdL a sostenerli in tutte le sedi istituzionali" ricordando inoltre"l'interrogazione parlamentare a risposta scritta presentata l'8 gennaio u.s. dal Gen. Speciale al Ministero dei Trasporti sul problema del pendolarismo che riguarda tutta l'Umbria e il Paese, chiedendo soluzioni immediate in termini di contratto di servizio con Trenitalia e l'incentivazione di tracce orarie di garanzia per i treni dei pendolari".

Della necessità di "costruire una iniziativa efficace" ha parlato il presidente della Provincia di Viterbo, Alessandro Mazzoli , che ha sottolineato "il paradosso di fronte al quale occorre stare attenti: l'Alta Velocità nasce per modernizzare il Paese ma in realtà si va a penalizzare la grande maggioranza dei cittadini. Non dobbiamo fare una battaglia contro l'Alta Velocità, ma contro la contraddizione verso questa scelta unilaterale che, in nome del profitto e non del servizio, privilegia solo una categoria. Dobbiamo renderci conto del degrado della realtà che si va prospettando ed intervenire prima che sia troppo tardi. Condividerò tutte le iniziative che si concorderanno. Come Istituzioni dobbiamo chiedere e pretendere un incontro urgente con il Governo e Trenitalia. Come Istituzioni di Umbria, Lazio e Toscana d'intesa con tutti i parlamentari dobbiamo aprire formalmente in tempi brevi una questione nazionale". L'On. Carlo Emanuele Trappolino  ha ricordato la "risoluzione approvata dalla Commissione Trasporti articolata sulla richiesta di garanzie di fasce orarie per i pendolari, sulla programmazione Stato-Regioni, sull'attivazione del Coordinamento nazionale pendolari in attesa dell'audizione della calendarizzazione dell'audizione con Trenitalia" ha poi annunciato l'avvio di un "lavoro coordinato con i parlamentari di Umbria, Lazio e Toscana intorno alla proposta di legge finalizzata tra l'altro, all'utilizzo delle accise sulla benzina per l'acquisto di treni da destinare ai viaggiatori pendolari". "Proprio ieri - ha aggiunto - il Ministro dei Trasporti ha risposto all'interrogazione che ho presentato insieme con l'On. Bocci invitando a sua volta le Regioni a fare proposte. Sicuramente c'è molto lavoro da fare tutti insieme per questo non getteremo la spugna". Di "esasperazione più che comprensibile per scelte nazionali che vengono dal passato" ha parlato la Sen. Anna Rita Fioron, che ha aggiunto "è giusto mobilitarsi, ma non possiamo pensare che la mobilitazione di pochi di un solo territorio possa cambiare qualcosa. Dobbiamo cercare perciò di mobilitarci al meglio, senza incoraggiare cose non legittime. Il diritto alla mobilità è sancito dalla nostra Costituzione su questo dobbiamo lavorare tutti insieme. Sui temi della mobilità come parlamentari del PD e del PdL dobbiamo costruire una azione congiunta di tutto il territorio umbro, ponendo a livello nazionale la questione della impenetrabilità di questa regione in termini di collegamenti".

"Sono comprensibili sia i disagi che i nervosismi dei pendolari; disagi e nervosismi che conosco perfettamente avendo io stesso vissuto da pendolare per molti anni - ha detto il sindaco di Orvieto, Stefano Mocio che a livello istituzionale ha indetto l'Assemblea - i problemi che avevamo fino a qualche anno fa sono diversi da quelli che abbiamo oggi. Oggi esiste una situazione di criticità sistematica, organica e complessa rispetto al passato. Per l'esperienza che ho maturato sulla materia possono dire che Trenitalia è vulnerabile sotto il profilo della pubblicità negativa, non quella delle cronache locali ma quella di livello nazionale. Su questo aspetto Orvieto può dare una mano sensibilizzando firme importanti del panorama dell'informazione nazionale che vivono in questo territorio. La questione delle divisioni politiche non deve esistere: il problema è tale che è indispensabile un lavoro e uno sforzo congiunto di tutti i soggetti e le forze politiche. Ho apprezzato i vari interventi arrivati in questo senso dai rappresentanti dei diversi schieramenti, ed è su questo che deve agire il coordinamento dei parlamentari, perché è proprio l'unanimità delle posizioni che verranno espresse in Parlamento, l'altro punto debole di Trenitalia. Il coordinamento delle istituzioni ai vari livelli deve esercitare, quindi, una pressione nazionale che raggiunga tutto il Parlamento, nessuna forza esclusa. Studieremo altre forme possibili e legittime di visibilità per portare sulle nostre posizioni la maggior parte possibile dell'opinione pubblica nazionale. Come Sindaco di Oorvieto dichiaro sin da ora la collaborazione della Conferenza dei Sindaci dell'Orvietano". "La responsabilità è della politica prima che dell'Amministratore delegato di Trenitalia che interpreta alla lettera il piano nazionale dei trasporti" ha detto l'assessore Regionale ai Trasporti, Giuseppe Mascio. "Sapevamo che l'Alta Velocità avrebbe escluso alcuni territori - ha continuato - ma il paradosso è che, se una realtà come Orvieto e l'Orvietano uno dei territori più infrastrutturati dell'Umbria e dell'Italia vengono tagliati fuori in termini di risposte alle esigenze di mobilità, cosa ne sarà di altre situazioni? Confermo la piena e incondizionata disponibilità della Regione Umbria per iniziative di protesta che facciano sapere alle Istituzioni e ai cittadini italiani quali sono gli scenari che si materializzeranno di qui a pochi mesi, per far capire cioè che cosa significherà l'Alta Velocità senza un piano dei trasporti che sia veramente moderno ed efficiente rispetto alla domanda crescente di mobilità dei cittadini: lavoratori, studenti, turisti. I pendolari possono contare sulle Istituzioni e le azioni che insieme individueremo devono suonare come un monito per tutta l'Italia perché l'Alta Velocità non vada a penalizzare la totalità del Paese reale".

Pubblicato il: 18/01/2009

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