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Tribunale di Orvieto. La giustizia in tempi giusti

di Stefania Tomba Durata media dei procedimenti civili che è inferiore ai due anni. Per chiudere una causa penale, invece, il tempo medio è di sei  mesi. Aumentano i decreti ingiuntivi, segnale di crisi

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di Stefania Tomba

ORVIETO - Un tribunale sempre più efficiente, con un carico in forte crescita dei procedimenti civili e uno sostanzialmente stabile di quelli penali. Che, ad Orvieto, difficilmente si prescrivono. La procura lavora, infatti, sui fascicoli dell'anno in corso, chiude le indagini in sei mesi, le archivia - quando è il caso - in due. E il tribunale non è da meno. Con una durata media dei procedimenti civili che è inferiore ai due anni. Per chiudere una causa penale, invece, il tempo medio è di 6 mesi, meno della metà di un anno fa, quando ci voleva, comunque, meno di un anno e mezzo (16 mesi per l'esattezza).

È questo il quadro che emerge dal bilancio degli ultimi sei mesi d'attività del tribunale di Orvieto, così come è stato dipinto, ieri mattina al palazzo di giustizia, nella conferenza stampa indetta dalla magistratura. Un quadro che se, da un lato, è funzionale a contrastare il rischio soppressione sempre in agguato ("qui non ci sono né fannulloni, né zone di opacità", è stato detto), dall'altro fornisce indici utili per l'analisi della realtà locale, dal punto di vista economico e sociale.

Un dato che balza agli occhi è l'incremento dei procedimenti civili (più di 900), indotto soprattutto, ha osservato il presidente, Edoardo Cofano "dall'aumento dei decreti ingiuntivi". "Un segnale di crisi. Nella maggior parte dei casi si tratta di banche che agiscono verso correntisti in sofferenza economica, il che - ha aggiunto Cofano - lascia presagire un ulteriore aumento delle provenienze per le opposizioni che ne seguiranno". Ma il carico del civile è destinato a crescere anche per le opposizioni che stanno arrivando contro le sentenze del giudice di pace sui varchi elettronici.

Dalla procura arriva, invece, un dato preoccupante sul tema della sicurezza sul lavoro. "Sono molte le violazioni alle norme antinfortunistiche", ha osservato il pm applicato, Stefano Opilio. Ci sono oltre 50 indagini a riguardo, per la maggior parte casi di scarsa rilevanza, ma in alcuni casi - come è noto - ci è scappato il morto.

Chi poi ha una certa facilità nel prendere in mano carta e penna e denunciare in maniera anonima episodi poco chiari o presunti tali, sarà interessato a scoprire che il capo della procura, Francesco Novarese, è solito cestinare gli esposti anonimi o quelli a firma di fantasia (previa verifica, ovviamente). Lo ha voluto far sapere il procuratore stesso a margine dell'ottimizzazione di tempi e risorse che è stata al centro di una parte del suo intervento.

Si scopre così che la procura di Orvieto intende limitare la richiesta di tabulati telefonici. "Hanno un costo enorme - ha detto Novarese - che non si giustifica per la perdita di un telefonino, senza contare che il più delle volte non risolvono il caso". Già molto limitato invece è il ricorso alle intercettazioni che "non vengono utilizzate se non nei casi di assoluta necessità": indagini per droga, solitamente.

La procura, infine, soffre per carenza di personale. Manca un magistrato e un cancelliere. Se la situazione dovesse perdurare, il procuratore ha annunciato che limiterà l'orario di apertura del casellario giudiziale. Novità, invece, alla polizia giudiziaria dove arrivano, dal commissariato, l'ispettore Sandro Livi e, dal corpo forestale dello Stato, Fausto Corradini, applicato per un anno per indagini ambientali e paesaggistiche (in forte aumento).

Un ricordo affettuoso e commosso da parte di tutti (erano presenti anche il presidente dell'ordine forense della Rupe, Sergio Finetti e il presidente della Camera penale, Gianfranco Puppola) è stato rivolto a Silvia Ferrarese, il cancelliere scomparso a novembre scorso all'età di 45 anni.

(in alto da sinistra a destra, il pm applicato Stefano Opilio, il procuratore capo, Francesco Novarese, il presidente del tribunale Edoardo Cofano, il presidente dell'ordine degli avvocati, Sergio Finetti e il presidente della camera penale, Gianfranco Puppola)

Pubblicato il: 16/01/2009

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