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Rinviati a giudizio il faccendiere orvietano Rodolfo Grancini e l'impiegato della Cassazione, Guido Peparaio

Per corruzione in atti giudiziari e concorso esterno in associazione mafi

ORVIETO - Massoni e boss a braccetto per congelare i processi: rinviati a giudizio il faccendiere orvietano Rodolfo Grancini e l'impiegato della Cassazione, Guido Peparaio, di Ficulle, entrambi finitio in manette, a giugno scorso, insieme ad altre sei persone (imprenditori, professionisti e anche una poliziotta), nell'ambito dell'operazione "Hiram". Il gup, Ettorina Contino, ha rinviato tutti a giudizio, per corruzione in atti giudiziari e concorso esterno in associazione mafiosa. Il giudice ha confermato tutti i capi d'imputazione che i pm Paolo Guido, Fernando Asaro e Piero Padova hanno contestato agli indagati nell'ambito dell'inchiesta. Il processo riguarderà l'imprenditore Michele Accomando, il ginecologo palermitano Renato Gioacchino De Gregorio, l'imprenditore Calogero Licata, gli imprenditori Calogero Russello e Nicolò Sorrentino, originari delle province di Agrigento e Trapani, oltre al faccendiere orvietano Rodolfo Grancini e l'impiegato della Cassazione, Guido Peparaio.

 

L'accusa ipotizza che vi siano state corruzioni (tangenti anche di 20mila euro) per ritardare la celebrazione di processi in Cassazione o l'esecuzione di misure cautelari.  Almeno cinque gli episodi in cui il faccendiere orvietano - con amicizie politiche importanti e già presidente del circolo della Rupe di Dell'Utri - sarebbe entrato in azione con l'aiuto del il ficullese individuato dall'accusa come suo braccio destro. Il compito al quale i due avrebbero assolto sarebbe stato quello di far "dormire" - come è detto nelle intercettazioni telefoniche - alcuni fascicoli importanti nei cassetti della Cassazione.

 

In pratica, ritardare i processi per imprenditori e professionisti legati a Cosa Nostra. Nelle telefonate si fa anche riferimento all'influenza di di Matteo Messina Denaro, il boss indiscusso di Castel Vetrano: "Se non intervenite - è detto in una telefonata di sollecito - quelli di Castelvetrano potrebbero prendersela a male".

 

Pubblicato il: 11/01/2009

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