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Il 90% delle aziende orvietane in bilico

A lanciare il grido d'allarme è il presidente di Confindustria Orvieto, Sergio Spadoni, secondo il quale le aziende orvietane con una certezza di vita che supera i due anni si conterebbero sulle dita di una mano

foto di copertina

ORVIETO - Il 90% delle aziende orvietane in bilico: di fronte alla crisi tiene solo l'elettronica. A lanciare il grido d'allarme è il presidente di Confindustria Orvieto, Sergio Spadoni, secondo il quale le aziende orvietane con una certezza di vita che supera i due anni si conterebbero sulle dita di una mano. "L'unica a reggere il colpo è l'elettronica - dice Spadoni - mentre risentono fortemente della crisi la meccanica, l'edilizia, per non parlare dell'estrattivo".

Orvieto sarebbe fortemente esposta alla crisi che sta investendo tutto il Paese e non solo, soprattutto per la capillare presenza di piccole e medie aziende che lavorano per conto terzi: "Sono le prime a subire le difficoltà di mercato", fa notare Spadoni.

Ma il presidente degli industriali indica anche altre condizioni che aggravano il quadro generale della situazione economica locale. "Il fatto poi - dice Spadoni - che non ci sia mai stata una politica d'incentivo alle imprese non aiuta di certo l'economia, basti vedere i prezzi delle aree industriali, non competitivi con quelli di territori anche limitrofi". La crisi, insomma, sta lanciando forti segnali anche sulla Rupe. È così che anche nell'Orvietano moltissime aziende, in questi giorni, stanno mettendo alle ferie forzate i propri dipendenti, in cerca di un po' di respiro fino all'avvio del 2009.

Un rallentamento pianificato delle attività per due settimane nel periodo natalizio e di fine anno, nella maggior parte dei casi, che produrrebbe dei margini di risparmio sui costi per le aziende. La speranza è ovviamente che questo non si traduca in crisi con l'arrivo del nuovo anno.

Pubblicato il: 24/12/2008

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