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Fiaschi. Se non avremo certezze l'attività delle cave è a rischio tracollo

Intervista al titolare della Sece(nella foto). Che dice"Mi piacerebbe avere con le associazioni ambientaliste anche un dialogo costruttivo". "Nonostante la disillusione e l'amarezza non abbandonerò mai la mia azienda e i miei collaboratori"

foto di copertina

di Stefania Tomba

Due ricorsi pendenti ed un serio rischio per la propria attività, sostanzialmente ferma da mesi, oltre che per una ventina di lavoratori e per un indotto ben più vasto: per la prima volta l'imprenditore Giosuè Adimaro Fiaschi, titolare della Sece, interviene nelle polemiche che stanno condizionando così fortemente l'estrattivo nell'Orvietano. Lo fa con toni moderati, per aprire un confronto, sereno e consapevole. Ma attenzione: senza la volontà di affrontare il problema e senza restituire fiducia agli imprenditori, il rischio per il tracollo dell'intero settore è dietro l'angolo. Anzi, forse è già arrivato.

Signor Fiaschi, prima Benano, ora il Botto. Qual è esattamente adesso la situazione della sua azienda, con il sostanziale fermo dell'attività estrattiva?

Come potrà ben immaginare le conseguenze, sia dal punto di vista economico, che in termini di credibilità aziendale sono rilevanti. La prolungata sospensione dell'attività d'impresa ha reso delicati i rapporti con le imprese a noi, a vario titolo, collegate. Questa situazione ha reso, infatti, particolarmente complesso l'assolvimento di obbligazioni imprenditoriali che io qualifico prima di tutto morali e solo successivamente giuridiche. Ma soprattutto queste vicende hanno fatto sorgere in me e nei miei collaboratori una forte disillusione, una sfiducia generale. Sensazioni queste che precludono ogni stimolo imprenditoriale. L'attività d'impresa si fonda primariamente nella fiducia verso il futuro. È la fiducia che stimola il rischio imprenditoriale, queste vicende hanno indotto me e i miei collaboratori a rivalutare l'opportunità di continuare un'attività di impresa in questo paese. È la sfiducia la conseguenza che io ritengo più grave in questa vicenda: ho parlato in questo periodo con tanti giovani imprenditori, i quali, in ragione delle mie vicende hanno detto: avrà poi senso non dormire la notte, avere la responsabilità di tante famiglie, cercare di portare benessere e lavoro, se poi non abbiamo il sostegno della comunità civile?

Ci sono posti di lavoro a rischio?

Certamente. In primo luogo nella mia impresa. Sul punto vi faccio presente che i dipendenti della Sece sono tutti operai specializzati ed impiegati che perderanno il loro posto senza beneficiare degli ammortizzatori sociali. Ma poi dovete considerare tutti i posti di lavoro inerenti le imprese, che ruotano indirettamente intorno alla Sece. Il danno sarebbe, a mio avviso, enorme soprattutto in un momento di depressione economica come questo.  

Da quando, ormai oltre tre anni fa, ha promesso battaglia legale, minacciando risarcimenti milionari contro il Comune, non è mai più intervenuto. Non c'è qualcosa che vorrebbe far sapere agli amministratori?

In questo momento mi sento di dire al Comune che dobbiamo necessariamente collaborare per fare in modo che l'Orvietano non perda la grande risorsa dell'estarttivo.

La Sece da più di 40 anni, si occupa dell'estrazione e della lavorazione del basalto; una risorsa di cui l'Umbria deve andare fiera che la pone in una posizione di primaria importanza dal momento che senza basalto non è possibile realizzare i tappeti drenanti sulle strade e autostrade. Tali tappeti drenanti sono importantissimi in quanto consentono l'assorbimento delle acque piovane così riducendo al minimo il nefasto fenomeno dell'acqua - planning salvando molte vite!

Non solo. Il pietrisco basaltico, per le sua caratteristiche mineralogiche, è l'unico materiale a basso tenore di usura e viene utilizzato per tutte le massicciate ferroviarie, anche per la manutenzione di quelle già esistenti. Senza basalto, non si fa l'Alta Velocità! Senza l'alta velocità, l'Italia è fuori dall'Europa.

E ai movimenti ambientalisti?

In tutta questa vicenda, la posizione degli ambientalisti che - io si badi bene -stimo per il loro impegno sociale è quella che per me ha più rilevanza. Mi piacerebbe chiarire ai vertici di tali associazioni che la nostra è un'attività non distruttiva in assoluto, posto che l'attività di escavazione è necessariamente e correttamente improntata verso una dimensione di recupero ambientale. Mi piacerebbe avere, pertanto, con queste associazioni anche un dialogo costruttivo.

Il rilascio di una concessione alla coltivazione di una cava prima ancora di qualsisai parere, passa al vaglio di una conferenza di servizi indetta dalla Regione in sede di V.i.a. A tale conferenza partecipano urbanisti, geologi, archeologi, comunità montane, forestale Le prescrizioni poste al V.i.a. devono essere assolutamente ottemperate e sotto lo stretto controllo di Noe, Arpa, polizia mineraria, guardie forestali, ed infine vigili urbani, come organo di controllo da parte del Comune. Tutto ciò avviene con il monitoraggio, da parte degli organi preposti, di acque, polveri, vibrazioni e rumori. Con dei rilevatori piezometrici avviene il controllo delle acque, l'abbattimento delle polveri è assicurato attraverso moderne tecnologie poste su tutto l'impianto di lavorazione, le vibrazioni vengono rilevate attraverso postazioni sismografiche fisse infine tutto l'impianto è stato dotato di pannelli insonorizzanti.  

Perché, a suo avviso, i timori per i possibili rischi per le falde idriche non stanno in piedi?

Sempre ricollegandomi al mio interesse verso un'attività d'impresa ecocompatibile, voglio semplicemente evidenziare che gli studi tecnici compiuti da insigni studiosi da noi interpellati non concordano con le conclusioni degli studi dei tecnici comunali. Alla luce di tali studi le falde non sarebbero assolutamente pregiudicate.

Ad ogni modo, e proprio per farvi comprendere la mia sensibilità verso le questioni ambientali, nel giudizio che ho intrapreso di fronte al Tar non ho semplicemente richiesto l'accogliemento della mia posizione, ma ho chiesto in via preliminare al Tar di voler disporre una consulenza tecnica in ragione della quale verranno nominati dei nuovi tecnici alle esclusive "dipendenze" dei giudizi amministrativi e, come tali, in posizione di terzietà.

Ci sono imprenditori che vorrebbero impegnarsi in vista delle amministrative 2009, poiché ritengono che l'attuale classe dirigente non stia facendo abbastanza per lo sviluppo economico della città.

Sinceramente non sono a conoscenza di tali iniziative, e conseguentemente non ho sufficienti elementi per potermi pronunciare. Però ogni iniziativa che stimola la competitività politica è per me un fattore positivo.

Se non dovesse ottenere ragione nei ricorsi pendenti, cosa farà?

Per il momento attendo serenamente l'esito dei giudizi. Cercherò la soluzione se e quando il problema si porrà. Una cosa è però certa, nonostante la disillusione, l'amarezza di cui parlavo prima non abbandonerò mai la mia azienda e i miei collaboratori.  

Pubblicato il: 11/12/2008

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