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Idv Perugia: nuove proposte per il ciclo rifiuti, la valorizzazione a basso impatto ambientale

Conferenza stampa stamani a Perugia

Nell'ambito della conferenza stampa che si è tenuta stamani a Perugia relativamente a Rifiuti, da problema a risorsa un' alternativa ai gassificatori e/o termovalorizzatori.
La nuova generazione dei DISSOCIATORI-MOLECOLARI

Relatori:
Francesco Rampini
, esperto ambientale
Paolo Coletti
, responsabile sviluppo economico
Moderatore Stelvio Zecca, presidente circolo


Il circolo dell'IdV di Perugia, che si è fatto promotore dell'evento, ha distribuito ai giornalisti presenti un documento in cui viene meglio specificata la proposta avanazata in termini di smaltimento e valorizzazione del ciclo dei rifiuti.

" Condividiamo nella sua impostazione il piano dei rifiuti regionale - si legge nel documento-  soprattutto laddove mette al centro del problema una profonda modifica del "ciclo dei rifiuti", così come oggi è ancora in larga parte inteso (raccolta dei rifiuti solidi urbani ed industriali e loro smaltimento in discarica)."

Secondo l'IdV, obbiettivo primario è quello di "giungere alla riduzione della produzione stessa di rifiuti con un intervento a monte, nella fase di confezionamento delle merci, nonché sulla  raccolta differenziata, con il conseguente riciclo dei materiali riutilizzabili, così come peraltro previsto nel decreto Ronchi."

Per arrivare a tale risultato è necessario cambiare le regole per la raccolta differenziata puntando su multi contenitori presenti in ogni condominio e su un lavoro capillare di informazione e sensibilizzazione della cittadinanza.

Per i rifiuti rimanenti la soluzione, secondo IdV Perugia, non può essere data dall'apertura di nuove discariche né tanto meno da impianti di termovalorizzazione: "Non pochi dubbi, infatti, provengono dal mondo scientifico riguardo alle conseguenze che possono derivare dall'utilizzo di tali strutture; per quanto controllati e per quanto all'avanguardia, gli impianti di incenerimento, che utilizzano cicli continui di combustione ad elevate temperature di lavoro (sopra i 700 gradi C), rilasciano comunque nano particelle e gas di scarico."

Un'alternativa è invece rappresentata dai Dissociatori molecolari, esperienza già presente a livello nazionale ed europeo.

"Attraverso una lenta combustione e ad una temperatura di poco superiore ai 400 °C (che non produce fiamma in quanto il processo termico avviene con l'immissione controllata di pochissimo ossigeno) il rifiuto immesso, grazie una combinazione di processi chimico-fisici sviluppati dal calore (quali pirolisi, termolisi e gassificazione che convertono la carica di base carbonica) produce un gas denominato "SynGas" con caratteristiche di purezza molto vicine al gas naturale, il quale, opportunamente filtrato, veicolato ed utilizzato in un'altra cella, è in grado di far funzionare una turbina per la produzione di energia, ovvero per produrre acqua calda." Si legge sempre sul documento.

Tale tecnologia non consente lo sviluppo di diossina e lascia come residuo solo ceneri inerti che, opportunamente calcificate possono essere riutilizzate perchè non contaminate da metalli fusi.

L'impatto ambientale risulta bassissimo: il dissociatore non produce fumi né cattivi odori.

"Un impianto che smaltisce 100 ton/giorno (pari a circa 36.000 ton/anno), consente di avere una resa di energia elettrica media di ca. 4,9 Mw/ora (praticamente la stessa energia di un Termovalorizzatore di pari capacità di smaltimento). Da tenere presente che, in funzione del materiale caricato, si ottiene una "resa" che oscilla tra il 65% e l'80% di energia caricata trasformata in gas. Il costo di un impianto come sopra ipotizzato (che può essere ospitato in un capannone di ca. 2.000/2500  mq), si aggira intorno ai 27 milioni di euro (circa la metà di un Termovalorizzatore), ed occupa circa 4 persone."

Il costo molto basso e la modularità dell'impianto consente di crearne diversi anche in provincia.

Al fine di evitare speculazioni di sorta, l'IdV propone anche che vi sia distinzione tra gestori: da una parte la raccolta differenziata, dall'altra la valorizzazione; in quest'ambito infine: "...per la delicatezza del servizio fornito alla collettività e per il rischio che, se non condotta con una forte impronta etica rivolta al bene generale, la fase finale del ciclo dei rifiuti possa dare vita a comportamenti in grave contrasto con gli obiettivi dichiarati, è essenziale una forte e qualificata presenza del soggetto pubblico nelle stessa gestione dell'impianto. E' inoltre essenziale, e noi ne facciamo una questione dirimente, che, ove si ritenga necessario coinvolgere soggetti d'impresa privati nella gestione degli impianti, per dimostrate esigenze di produttività e di riduzione dei costi, si proceda alla individuazione del partner privato attraverso rigorose procedure ad evidenza pubblica."

Pubblicato il: 09/12/2008

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