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Recupero della Madonna del Velo

La chiesa settecentesca diventerà uno degli accessi al parco archeologico ambientale. Ospiterà spazi polifunzionali

Cultura

di Valeria Cioccolo

 

La chiesa della Madonna del Velo, in parte scavata nel tufo, costruita nel 1749 su commissione e disegno del Vescovo Giuseppe Marciano, che lì volle essere sepolto alla morte, sarà recuperata.

Nel progetto di recupero, la struttura è destinata è diventare centro di informazione per l'accesso al Parco archeologico ambientale che ospiterà anche spazi per conferenze e proiezioni, nonché gli uffici dell'Osservatorio della Rupe ed il relativo archivio documentale dei lavori di risanamento della Rupe di Orvieto. L'intervento previsto è di 350.000 ero, finanziati dalla Regione Umbria. Il prospetto esterno dell'edificio verrà recuperato ricostruendo le decorazioni che lo caratterizzavano all'origine.

Un po' di storia

La chiesa della Madonna del Velo fu costruita "a tempo di record" tra il 1749 e il 1751, anno in cui fu consacrata (il 9 giugno). Fu voluta da Monsignor Giuseppe dei Conti di Marsciano, a quel tempo vescovo della città che la volle come sepolcro, per sé e per la propria famiglia, divenendo particolarmente devoto all'antica immagine che vi si venerava. Tra i volumi e le carte dell'Archivio Vescovile di Orvieto ve ne sono numerosi che parlano di questa chiesetta collocata "extra moenia", cioè appena fuori delle mura della città, quasi a guardiana dell'antica porta Maggiore. In particolare negli Acta Ecclesiae Urbevetanae troviamo riportato il decreto di erezione della stessa, e la narrazione della posa della prima pietra. Leggendo tra queste carte il racconto assume un fascino singolare, quasi ci proietta indietro a quei giorni dell'estate del 1749, quando il vescovo, a seguito della consueta visita pastorale alle chiese, trovandosi a visitare la preesistente chiesa della Madonna del Velo (probabilmente costruita in posizione più nascosta e meno facilmente raggiungibile rispetto all'attuale) "avendo riconosciuto ocularmente che le muraglie della medesima minacciavano ruina per l'instabilità dei fondamenti" la interdice e comanda di trasferire "processualmente e con decoro" la sacra immagine che lì si conservava alla cappella attigua alla chiesa del Crocifisso del Tufo. Dopodiché decreta "la costruzione di un nuovo tempio [per l'immagine suddetta] nel principio della strada che conduce alla chiesa del Crocifisso del Tufo, perché prendendo così sua Madre i suoi divoti li conduca in quel luogo al Figlio ..". Si dà così subito "principio alla costruzione del nuovo tempio ed il dì 10 luglio, aperti già i fondamenti, Mons. Ill.mo Giuseppe de' Conti di Marsciano collocò, secondo il Rito del Pontificale Romano, la prima fondamentale pietra" [da: AVO, Acta Ecclesiae Urbevatanae, cc. 213-214 rv]. Comincia così la storia di questa chiesa, che forse molti nemmeno conoscono e che sembra tornerà ora, grazie al restauro a proteggere il "viandante" che esce dalla città.


Pubblicato il: 04/08/2003

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