Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

Variante al PRGS: per il PD un passo verso una politica delle qualità territoriali

Soddisfazione del Partito Democratico di Orvieto per l'approvazione dello strumento urbanistico in Consiglio comunale

di Partito Democratico di Orvieto

Con l'approvazione della variante alla parte strutturale del Piano Regolatore di Orvieto, l'Amministrazione comunale  ha colto molti elementi di modernità rispetto ai quali ordinare un profilo nuovo di sviluppo del territorio. Ragionando sulle città umbre come soggetti protagonisti, al pari delle imprese, dell'internazionalizzazione dell'economia e della società regionale, il prof. Bruno Bracalente ha fissato un aspetto di questa fase storica che a noi pare essenziale: ciò che conta è la capacità di pensare strategicamente allo sviluppo futuro: uno sviluppo non più fondato sulla dilatazione delle città, sulla moltiplicazione di periferie, sul consumo del territorio; ma fondato sull'inserimento in quelle reti nazionali e internazionali di qualità.

Dovremmo far crescere questi concetti, che pur appartengono alla nostra cultura politica, e intraprendere, senza incertezze e con un pizzico di misurata ambizione, la via maestra della qualità.  Qualità rispetto al rapporto tra governo del territorio e sviluppo, che consideriamo matrice del riformismo locale. 

 

Questa variante al Piano Strutturale compie delle scelte qualitative, indicando una direzione e stabilendo delle priorità.  La riduzione delle zone B e C, la previsione degli interventi infrastrutturali (Complanare, Variante di Sferracavallo, il collegamento tra le due sopracitate che permetterà di sottrarre il traffico da Orvieto Scalo, il Casello Nord, il collegamento viario tra le due aree industriali di Bardano e Ponte Giulio il terzo ponte sul Paglia per il collegamento verso l'ospedale), lo stralcio dell'area estrattiva di Benano, le scelte del Parco Archeologico e del Parco Culturale, l'asilo nido di Ciconia e altri interventi tra i quali vale la pena citare la prescrizione di rinviare a piano attuativo gli interventi superiori a cinquecento metri quadri in zona agricola che rappresentano ulteriori forme di tutela del nostro territorio, l'inserimento delle tre zone F destinate a strutture socio-sanitarie destinate all'assistenza agli anziani e disabili prefigurano una programmazione orientata ai principi di sostenibilità, in una cornice di certezze a disposizione dei cittadini e degli operatori economici.

 

In quest'atto amministrativo si esprime, con autorevolezza, la coerenza con gli indirizzi più avanzati in materia di sviluppo complessivo e integrato del territorio.

 

Voler porre l'attenzione sulle qualità non significa affatto fermare i motori della crescita e dello sviluppo. Significa anzi cogliere le grandi opportunità - anche in un periodo di crisi come quello attuale - di una nuova partenza che, dall'ex-caserma "Piave" (il cui bando, di prossima scadenza, ha definito con chiarezza i termini del progetto), ai nuovi orientamenti europei in materia di politiche energetiche fino alla nuova legge sui centri storici, rafforzino il ruolo di Orvieto nelle reti della qualità nazionali e internazionali. Quest'ultime sono per noi il punto di riferimento fondamentale, perché da esse le qualità territoriali traggono quel valore specifico che viene poi  trasferito negli altri comparti delle qualità agroalimentari, turistico-culturali e manifatturiere.

 

Giova ricordare il complesso delle opere pubbliche indicate nello strumento urbanistico e che assumono, considerato il contesto recessivo, una fondamentale funzione anticiclica e di rilancio del comparto dei grandi lavori.

Anche dal regolamento edilizio -peraltro già oggetto di importanti modifiche -  possono giungere importanti incentivi all'innovazione.  Tuttavia, è necessario andare avanti e misurarsi con nuovi scenari che richiederanno anche al settore edilizio misure avanzate in termini di efficienza energetica e nuovi materiali. 

 

In prospettiva, ciò di cui la città avrà bisogno sarà di rendere, anche nella gestione del territorio, i processi decisionali sempre più inclusivi. Mentre in passato l'azione amministrativa si basava sul presupposto dell'autorità (la PA quale unica depositaria dell'interesse generale), oggi deve potersi attribuire  un ruolo di stimolo , di regia e coordinamento tra i diversi attori sociali ed economici. Dovremmo quindi passare dal governo delle "cose" e delle "case" alla governance delle qualità territoriali per mettere al centro del nuovo paradigma le persone.

"Prima le persone":  è questo lo slogan di una nuova stagione di politiche del benessere e di welfare dalle quali poter estrarre ordini, priorità e valori.

 

 

 

Pubblicato il: 06/12/2008

Torna alle notizie...