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Mocio. 'Sono molti i dati confortanti. Non dobbiamo vivere nell'ansia di essere al capolinea'

Presentato ieri il Bollettino dell'Osservatorio sulla Situazione Economica e Sociale dell'Area Orvietana

foto di copertina

Presentato ieri il Bollettino dell'Osservatorio sulla Situazione Economica e Sociale dell'Area Orvietana.

Nel 2006 il numero degli occupati ad Orvieto cresce di 95 (l'1,5 per cento), tasso quasi doppio rispetto a quello provinciale e regionale. Per il 2007 il numero delle imprese extragricole nell'area orvietana è aumentato di 45 unità.
I crediti bancari, nel 2007 salgono dell'8 e 7 per cento, rispettivamente, a Orvieto e nel comprensorio, contro il 4 per cento della provincia di Terni e il 6 dell'intera regione.
Le presenze dei turisti si riducono di quasi il 3 per cento a Orvieto ma restano pressoché invariate nel comprensorio. Nella sanità sono in atto tendenze positive e si mostrano evidenti attese per l'ambiente.
Dice il sindaco, Stefano Mocio: "sono molti i dati confortanti. Non dobbiamo vivere nell'ansia di essere al capolinea. La città non è al capolinea. Non dobbiamo fermarci, ma dobbiamo battere i conservatorismi che vorrebbero una gestione localistica delle strutture. Dobbiamo investire sulle infrastrutture senza chiusure monopolistiche. Dobbiamo farci trovare pronti alla ripresa e non farci travolgere dalla crisi finanziaria dei mercati internazionali!".

Questo e altri dati, emergono dalla presentazione, ieri mattina in Comune, del 16° numero del Bollettino dell'Osservatorio sulla Situazione Economica e Sociale dell'Area Orvietana, realizzato dal Comune di Orvieto, con la collaborazione dell'ISTAT / Ufficio Regionale per l'Umbria, della Regione Umbria, della Provincia di Terni / Servizio Politiche formative e del Lavoro, dell'Union Camere dell'Umbria e dell'Agenzia Umbria Ricerche.

La pubblicazione del Bollettino strumento di analisi socio economica, attivato dal Comune di Orvieto che oggi pomeriggio alle ore 17 presso la Sala Consiliare il Bollettino sarà presentato agli operatori economici e sociali, rappresentanti delle categorie economiche e sindacali, amministratori, esponenti del credito e cooperative sociali, rappresenta da anni, ormai, un appuntamento importante che permette di verificare lo stato di salute del Sistema Orvieto. E' da più parti considerato, infatti, una esperienza positiva e pregevole per Orvieto, una delle poche realtà regionali che, attraverso questa pubblicazione, socializza i vari spaccati dell'economia del territorio. Di qui l'interesse della Regione Umbria e dell'AUR per i fenomeni che in esso vengono monitorati.
 
Questo numero del Bollettino fornisce numerosi spunti di riflessione sui seguenti argomenti: la congiuntura recente nell'area orvietana, gli occupati residenti e le persone in cerca di occupazione nei Sistemi Locali del Lavoro dell'Umbria nel 2004 e nel 2005, la spesa sociale nel Comprensorio Orvietano, il reddito dichiarato dei contribuenti nell'area orvietana, il bilancio consuntivo del Comune di Orvieto negli anni 2003 - 2004 e 2005, il turismo e i beni culturali nel Comune di Orvieto nel 2006, la struttura e la dinamica imprenditoriale dell'area comprensoriale; ed inoltre, informazioni utili su: la popolazione, l'istruzione, il mercato del lavoro, il turismo, il credito e il risparmio, la sanità, l'ambiente, fino ad una appendice statistica.

E' stato il coordinatore del gruppo di lavoro del Bollettino, Elvio Dal Bosco ad illustrare i contenuti della ricerca, evidenziando che "nella prima parte del Bollettino è da segnalare il contributo di Meri Ripalvella dell'Agenzia Umbria Ricerche, che questa volta appunta la sua attenzione sui redditi IRPEF dichiarati per il 2005 nel comprensorio orvietano. In alcuni numeri precedenti si era già analizzata la questione dei redditi nel nostro territorio, ma questa ricerca si avvale di strumenti di lavoro più complessi che ne approfondiscono la comprensione.

I risultati più significativi sono: con 19.143 euro di reddito dichiarato il comune di Orvieto si attribuisce il valore massimo del Comprensorio e supera i valori medi di provincia e regione; nella graduatoria del nove comuni umbri con oltre 20.000 abitanti, Orvieto occupa il terzo posto dopo Perugia e Terni come reddito medio e il sesto in base al reddito mediano (il reddito che sta al centro fra la metà dei contribuenti il cui reddito è inferiore e la metà di quelli in cui esso è superiore".

"Fra gli altri contributi presentati in questa parte, sono rilevanti per sentire il polso della recente congiuntura economica orvietana soprattutto quelli intitolati Imprese e addetti nell'industria e nei servizi e Struttura dinamica imprenditoriale nell'Area orvietana nell'anno 2007 - ha proseguito il coordinatore - il primo, utilizzando i dati pubblicati dall'ISTAT regionale in 'Conoscere l'Umbria', registra il buon andamento economico nel 2006: infatti, il numero degli occupati cresce di 95 a Orvieto, pari all'1,5 per cento, tasso quasi doppio rispetto a quello provinciale e regionale, nella ripartizione settoriale si riduce la quota dell'industria a favore dei servizi, mentre nella distribuzione per classi di addetti è da sottolineare la forte espansione di quella con 20 e più addetti. Questa favorevole evoluzione è confermata per il 2007 nel secondo contributo da cui si ricava che il numero delle imprese extragricole è aumentato di 45 unità nell'area orvietana. Nell'ultimo quinquennio si è verificato anche un ammodernamento della struttura giuridica delle imprese nell'area orvietana, con una riduzione marcata delle ditte individuali, scese da una quota del 73 per cento sul totale delle imprese nel 2002 a una quota del 62 per cento nel 2007, a favore delle società di capitali, la cui quota è quasi raddoppiata, e delle società di persone".

"Nella seconda parte del Bollettino - ha detto ancora Dal Bosco - i dati di rilevanza congiunturale non sono univoci: a fronte di una notevole dinamica dei crediti bancari, che salgono nel 2007 dell'8 e 7 per cento, rispettivamente, a Orvieto e nel suo comprensorio, contro il 4 per cento nella provincia di Terni e il 6 nell'intera regione; le presenze dei turisti si riducono di quasi il 3 per cento a Orvieto ma restano pressoché invariate nel suo comprensorio, in conseguenza del fatto che le perdite di turisti subite dal settore alberghiero vengono compensate solo nel Comprensorio dal settore extralberghiero che registra un incremento molto più rapido rispetto a Orvieto. Va comunque messo in rilievo che il turismo ristagna da qualche anno a livello nazionale in conseguenza anche della caduta relativa dei salari in Italia e nei principali paesi sviluppati. Quanto ai capitoli non legati direttamente alla congiuntura economica, vanno menzionate alcune tendenze positive in atto nella sanità e attese per l'ambiente in virtù dei nuovi provvedimenti adottati per la raccolta differenziata dei rifiuti. Nella sanità si osserva un netto miglioramento tendenziale, dovuto anche alla crescente attrazione dell'Ospedale di Orvieto per i pazienti di fuori regione, non solo in termini numerici, ma anche economici. Nel settore dell'ambiente, in cui la raccolta differenziata mostra a Orvieto ancora una quota percentuale notevolmente inferiore a quella regionale, si dovrebbe registrare negli anni futuri un'espansione accelerata come risultato del servizio 'Porta a porta' per i rifiuti messo a bando dal Comune, che dovrebbe diventare operativo nella primavera prossima" .

Dal Bosco ha poi precisato che "i dati comunali, come quelli sulla produzione, sono evidentemente pochi rispetto ai dati provinciali, regionali e nazionali; molti di essi, ad esempio, quelli sull'andamento del credito e risparmio sono disponibili grazie ad Assogestioni associazione per il risparmio gestito, ed altri ancora sono dati Istat ed Unioncamere. I dati sulla congiuntura ci dicono che stiamo andando verso una economia più avanzata che supera la microimpresa. Oggi, nel vivo di una crisi mondiale in atto, forse avere un indice di invecchiamento elevato con fondi pensione pubblici e non derivanti da fondi privati appare un vantaggio. A chi si chiede se stiamo vivendo una nuova crisi del '29 con tutte le conseguenze penso di poter rispondere che non questo dovrebbe ripetersi, perché oggi ci sono altri fattori a cominciare dal fatto che abbiamo una quota del settore pubblico che è molto, molto alta rispetto ad allora, nel senso che il settore pubblico potrà fungere da stabilizzatore automatico. A livello internazionale si parla di scenari folli, cerchiamo però di non aumentare la sfiducia. Il '29 è tutta un'altra cosa!".

Nel presentare la pubblicazione l'assessore all'Economia, Pier Paolo Vincenzi ha ringraziato il gruppo di lavoro coordinato dal professor Elvio Dal Bosco ricordando che "il Bollettino è uno strumento che come ogni anno offre una importante opportunità di analisi delle tendenze manifestatesi nel corso degli anni secondo i principali indicatori economici e sociali di Orvieto e del territorio. Il Bollettino è soprattutto uno strumento di analisi che serve all'Amministrazione Comunale per orientare le politiche rispetto alle tendenze che si evincono dai dati; inoltre, è uno strumento per gli operatori economici e i cittadini perché è di grande aiuto rispetto a come sta andando l'economia e rispetto a come cresce il territorio. Prevalentemente sono dati che vengono da istituti di assoluta rilevanza quali l'Istat, ma ci sono anche dati di livello locale rispetto ai settori in cui si esprime la nostra economia, e le rilevazioni Irpef sui redditi. Sono dati certi ed analisi assolutamente obiettive. Questo numero del Bollettino ci dice che i dati riguardanti gli indicatori presi in esame sono dati buoni, positivi. La percezione diffusa di una situazione di crisi, magari alimentata dalla paura dell'attuale momento storico , è diversa dai riscontri reali dei flussi. Ad esempio, i dati relativi ai redditi medi 2005 ai fini Irpef ci dicono che abbiamo un reddito medio elevato e che siamo la terza città dell'Umbria per reddito medio collocandoci dopo i due capoluoghi di provincia. I crediti bancari 2007 ci dicono di un aumento dell'8,7% rispetto al dato medio del livello regionale che è del 6% e alla provincia di Terni che è del 4%. Nel comparto imprese e occupazione nella nostra città aumenta il numero delle imprese al netto 45 unità di imprese extragricole. Il numero degli occupati è aumentato di 95 unità il doppio rispetto alla media provinciale e regionale. L'Ospedale di Orvieto va assumendo una capacità attrattiva verso l'esterno, invertendo la situazione di esodo registratasi negli anni passati. Nel turismo c'è una situazione più articolata, cala l'alberghiero e cresce l'extralberghiero, i biglietti per i musei  nel 2007 sono aumentati rispetto al 2006. Un insieme di dati, quindi, che nella comparazione rispetto agli anni precedenti, vogliono essere uno strumento di analisi per capire il movimento dei flussi ma anche gli indici di aumento della popolazione in vista di nuovi assetti di sviluppo". 

Dal canto suo il sindaco di Orvieto, Stefano Mocio, ha raccolto l'invito del professor Dal Bosco e ha commentato "Non aumentiamo la sfiducia! Siamo sempre propensi a auto flagellarci, ma quando le cose non vanno male, diciamolo! Orvieto non è certo un'isola fuori dal mondo e avremo sicuramente problemi in quei settori che sono già deboli. I dati sul reddito dichiarato e sui crediti che ci collocano subito dopo Perugia e Terni e mettendo insieme e confrontano i comuni sopra i 20.000 abitanti, sono rilevanti considerando il dato di evasione ed elusione omogenea. Il dato sulle imprese non va sottovalutato perché, negli anni, Orvieto sta mutando il proprio approccio all'economia, diminuiscono le imprese individuali e crescono quelle complesse, soprattutto quelle di fascia alta, superiori a 20 addetti, un indicatore che sommato agli altri è confortante. Non sono dati casuali ma pensiamo che sono anche frutto delle azioni e delle politiche che in questi anni sono venute avanti, lo dimostra il dato sull'occupazione femminile nel tessile che oggi è tornato a configurasi come un polo di altissima qualità in forte ripresa. Anche la crescita di strutture pubbliche e private è un dato significativo: nei prossimi giorni approveremo l'attuazione di altri 8 ettari di area industriale facenti parte dei 23 totali che vanno ad attuazione scaglionata. E' ormai chiuso l'accordo di programma con la Regione e la Provincia per la realizzazione della variante di Sferracavallo che si raccorderà alla Complanare: dal punto di vista strettamente economico questo contribuirà a velocizzare il sistema commerciale creando nuova attrattività per l'area industriale. Sulla sanità che è una azienda più complessa, registriamo dati positivi frutto anch'essi delle lotte di questi anni nel rapporto con la Regione Umbria e sfociati nella conferenza sanitaria 2006 che ci ha permesso di acquisire medici, primari e personale.

Oggi il 30% delle persone vengono da fuori regione, l'Ospedale sta andando bene anche in termini aziendali e di servizi, prestissimo formalizzeremo l'iter del Palazzo della Salute nel centro storico per il quale la Regione ha stanziato i fondi ed avvierà la progettazione sul nuovo complesso nell'ex mensa della caserma Piave. Questi risultati sono anche il frutto del lavoro fatto dalla componente pubblica con i pochi strumenti di cui dispone una Amministrazione Comunale. Lo ha fatto laddove possibile riducendo la Tarsu del 6%, che non è poca cosa specie per le attività industriali, oppure approvando il nuovo PRG/Parte Strutturale che ora ci da la possibilità di portare in adozione - già dal prossimo Consiglio Comunale - la variante al PRG/Parte Operativa; inoltre, lo abbiamo fatto chiudendo proprio ieri un accordo sottoscritto da tutte le componenti per il nuovo Piano del Commercio che arriverà il 15 dicembre in Consiglio Comunale, come ulteriore momento di sviluppo per il territorio stesso. Lo abbiamo fatto rimettendo a posto i conti del Bilancio Comunale:  è stato venduto anche l'ex Mattatoio, quindi, possiamo dire che è stato completato il lavoro di risanamento del bilancio. Ora stiamo andando avanti con la parte relativa al pacchetto di sviluppo".

"Dove vedo i problemi? - ha aggiunto il sindaco - non sull'ambiente perché il dato 2007 è reale ma fotografa una situazione passata. Dal 2004 al 2007, il settore - che ormai era a un passo dall'essere a rischio sicurezza (non di inquinamento) ma di altra natura come la possibilità del passaggio di mano verso interessi speculativi, è stato messo a sistema. I risultati ottenuti dagli accordi fanno chiarezza sulla qualità e quantitativi di rifiuti e sulla certezza delle entrate. Abbiamo potuto ragionare di ambiente in maniera certa: così abbiamo avviato progetti sul fotovoltaico che riguarderà le scuole e la piscina comunale che potrà essere autosufficiente, è in pubblicazione il bando di gara per l'avvio della Raccolta Differenziata, stiamo partecipando ad un progetto europeo 'Life Plus' che, se finanziato, ci permetterà di avere la certificazione ambientale esterna all'Amministrazione Comunale con ulteriori garanzie di trasparenza verso la città, infatti la certificazione europea permette di seguire passo paso tutte le procedure".

"Mi preoccupano semmai altre cose - ha continuato - su cui, peraltro, abbiamo introdotto le soluzioni che speriamo possano andare a regime in tempi certi: mi riferisco al dato demografico e al dato sul turismo. E' vera la considerazione della certezza nel breve periodo, ma ora dobbiamo rilanciare complessivamente la nostra città: finito il risanamento e portati a termine altri interventi ed investimenti pubblici ingenti che stiamo facendo nel settore delle Opere Pubbliche, questi stessi dati ci dicono che non si può più restare fermi su certe questioni. I conservatorismi di destra e di sinistra vanno abbattuti. Servono politiche di apertura e riformiste su alcuni segmenti dell'economia orvietana, la quale rispetto alle scelte fatte in questi anni, peraltro anche positivi, ha già avuto degli scossoni. Dobbiamo interrogarci su questi fatti. Non è che il turismo va male. Da una lettura superficiale dei dati gli arrivi sono costanti, i biglietti venduti sono un dato positivo, ma non va l'alberghiero e questo è un dato chiaro. Non vanno complessivamente le presenze che diminuiscono e il dato potrebbe essere ben peggiore se non ci fosse un extralberghiero che tira fortemente, salvo stare attenti a non inflazionare l'offerta. Dunque, è questo il momento di investire nella città: dobbiamo portare avanti con forza cioè il progetto di rifunzionalizzazione complessiva della città (a fine gennaio scade il bando di gara sull'ex Ospedale e l'ex caserma Piave) e dobbiamo continuare a lavorare con gli operatori. Il Forum sul turismo è stato un primo valido segnale di movimento e di nuovo ancora, c'è l'accordo sul commercio. Il passaggio vero è il nuovo Progetto Orvieto complessivo che insieme alle risultanze del Bollettino e allo studio che sta svolgendo il Censis proporremo nella Conferenza Economia in programma tra febbraio/marzo del 2009, il cui tavolo partecipativo prenderà il via nei prossimi giorni. Naturalmente non possiamo cullarci sugli allori, ma dire che la scelta fatta negli anni '80 sulla differenziazione dell'offerta turistica investendo sui 'turismi', in questi anni ha avuto effetti positivi come ad esempio la profonda riqualificazione del settore della ristorazione nel suo complesso che oggi esprime una qualità medio-alta. Oggi dobbiamo intraprendere tutti una nuova fase che risponda da un lato alla domanda sull'enogastronomia che continua a crescere, e soprattutto ragionare complessivamente di come città deve porsi rispetto al turista. Oggi si deve guardare al viaggiatore che sceglie di andare in un luogo per fare una esperienza complessiva che non vuole vedere solo il Duomo e Pozzo di San Patrizio, ma conoscere usi, costumi, materiale e immateriale di un territorio. E' la sfida del turismo dei prossimi anni. Una nuova frontiera che richiede nuove scelte rispetto ai prodotti turistici che si mettono in campo. Ci sono le condizioni per fare questo ulteriore passaggio, dobbiamo farci trovare pronti alla ripresa e non farci travolgere dalla crisi finanziaria dei mercati internazionali! Riconvertire un/terzo del pianoro non è poca cosa, ma dobbiamo guardare alla promozione della città non facendo 'in house' ma legandoci sempre più legata alla professionalizzazione di alcuni elementi come per la gestione del Palazzo Congressi e del Palazzo dei Sette, oppure dando risposte in termini demografici (nei prossimi giorni presenteremo il Piano Casa e il pacchetto economico). In conclusione non dobbiamo vivere nell'ansia di essere al capolinea. La città non è al capolinea. Non dobbiamo fermarci, ma dobbiamo battere i conservatorismi che vorrebbero una gestione localistica delle strutture. Oggi dobbiamo investire sulle infrastrutture senza chiusure monopolistiche sui vari segmenti dell'economia".


 

Pubblicato il: 05/12/2008

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