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ASSEMBLEA POPOLARE A BENANO CONTRO UN NUOVO ATTACCO ALL'ALTOPIANO DELL'ALFINA

Sabato 29 novembre, alle ore 10, presso la ex scuola elementare

di COMITATO INTERREGIONALE PER LA SALVAGUARDIA DELL'ALFINA

E' in corso, ormai da alcuni mesi, un vero e proprio attacco all'Altopiano dell'Alfina. Gli interessi dei cavatori di basalto e le forti pressioni che riescono ad esercitare sul piano politico stanno mettendo a rischio la disponibilità di acqua potabile e la vivibilità di chi risiede e lavora nel comprensorio.
Il cavatore della cava prospiciente Castel Viscardo ha richiesto di estendere la propria area di cava da 6 a ben 30 ettari, altrettanto ha fatto a poche centinaia di metri un cavatore laziale su Torre Alfina (e le chiamano ampliamenti!), ed altre domande sono in itinere.
Dopo l'avvenuta chiusura di pozzi di acqua potabile nell'area e senza aver ancora trovato una valida e condivisa soluzione al recupero delle cave esistenti costituite ormai da voragini profonde fino a 60 metri, già si pensa a concedere ulteriori, inimmaginabili "ampliamenti" delle cave esistenti!
Da parte umbra l'iniziativa ha ottenuto l'appoggio del Comune di Castelviscardo e la Provincia di Terni ha approvato il progetto di "accertamento di giacimento" richiesto dal cavatore, tutto questo ignorando che precisi ed autorevoli studi idrogeologici dichiarano la netta incompatibilità tra l'attività estrattiva e la protezione della falda di acqua potabile. Mentre, anche sul fronte laziale dell'Alfina, fioccano le richieste dei cavatori sia per ampliamenti che per l'apertura di nuovi cantieri. Tutto questo rischia di compromettere, rendendoli inutili, i costosi lavori per l'ampliamento delle reti di acquedotti per l'acqua potabile di cui c'è urgente bisogno in tutto il comprensorio nonché le sorti del Lago di Bolsena che già manifesta sofferenza a causa della ridotta piovosità degli ultimi anni.
L'assessore all'Ambiente della Regione Umbria Lamberto Bottini ha deciso di convocare un tavolo di concertazione interregionale; pensiamo sia una decisione saggia se servirà ad aprire un processo, ormai ineludibile, di riconversione dell'attività estrattiva dei nostri territori e dell'intera Regione Umbria vocata naturalmente ad attività durevoli come la filiera turismo, cultura, ambiente.
Le grandi riserve idriche dell'Alfina sono un patrimonio comune che alimentano i nostri pozzi ed hanno reso vivibile e gradevole questo territorio da millenni, grazie ad una straordinaria predisposizione naturale che oggi l'interesse di pochi rischia di compromettere a danno di tutti i residenti. Il basalto per l'Alta Velocità di mezza Italia è stato fornito dall'Alfina, in barba alla legge regionale, come ha recentemente sentenziato il TAR dell'Umbria, che prevede solo in casi straordinari la vendita del materiale cavato fuori dalla regione.
Non siamo contrari al fatto che l'attività di cava sia un'attività imprenditoriale a forte redditività, anche se lo stato ed i comuni coinvolti percepiscono percentuali irrisorie a fronte dei grandi disagi arrecati alle popolazioni locali e degli elevati costi pubblici per permettere tale attività (strade, ecc.), siamo contrari al fatto che l'economia distruttiva dei cavatori danneggi altre economie che invece s'inseriscono nel territorio preservandolo, valorizzandolo e creando occupazione non legata ai tempi di una concessione di scavo. E' inutile cercare di ipotizzare compromessi fra la pesante e distruttiva attività estrattiva e la valorizzazione del paesaggio. Come sarà possibile conciliare l'occupazione delle decine di agriturismi dell'Alfina, dei ristoranti, dei bar, delle pensioni, delle case di soggiorno, ecc, con il rumore, la polvere, il traffico pesante ed il paesaggio violato? Chi risarcirà i residenti della perdita di qualità della vita e del deprezzamento delle proprie case e dei propri poderi oggi apprezzati proprio per la gradevolezza e la serenità del comprensorio in cui si trovano?
Trasformare l'Alfina da comprensorio di grande valore paesaggistico, di particolare rilevanza idrogeologica e di invidiabile connotazione storica ed archeologica in un'area di estrazione mineraria è una colpevole ed irresponsabile violenza che danneggia tutti a vantaggio di pochi.
Come è già successo per Ficulle, Benano e Botto, questo attacco si può fermare, anche contro le mire di certi amministratori locali, se i residenti in maniera unita testimonieranno il loro dissenso...
RESPINGIAMO QUESTO ENNESIMO ATTACCO ALL'ALFINA !!!

 

Pubblicato il: 28/11/2008

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