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Dottorini. L'ampliamento della cava di Castel Viscardo sarà uno 'scempio'

Il capogruppo dei Verdi e civici in Consiglio regionale valuta positivamente l'iniziativa dell'assessore regionale all'ambiente Lamberto Bottini di  convocare un tavolo interregionale per l'ambiente e lo sviluppo
sostenibile dell'altopiano dell'Alfina. Sottolinea però che
questo non risolverà il problema immediato rappresentato dalla richiesta
di ampliamento della cava di basalto di Castel Viscardo

 "Siamo soddisfatti della dell'assessore  Lamberto Bottini di convocare un tavolo interregionale per l'ambiente e lo  sviluppo sostenibile dell'altopiano dell'Alfina, oramai da troppo tempo  oggetto di attenzioni da parte dei signori delle cave. Non possiamo  continuare a pensare e ad agire come singola regione quando sono in  pericolo risorse naturali e idriche di valenza extraregionale che interessano le vicine popolazioni laziali". Il capogruppo dei Verdi e civici in Consiglio regionale Oliviero Dottorini commenta positivamente la notizia della richiesta da parte della Regione Umbria di un tavolo interregionale che assieme alla regione Lazio elabori "le strategie di salvaguardia per un territorio che già troppi danni ha subito da decenni di scavi industriali per estrarre basalto per produzioni non locali".
Il consigliere Dottorini considera l'apertura dell'assessore Bottini "un importante primo passo dopo l'interrogazione in cui chiedevamo proprio che si facesse partire al più presto un tavolo tecnico interregionale tra Umbria e Lazio. Quello che viene definito come 'Gruppo di pilotaggio' va esattamente nella direzione che abbiamo auspicato e abbiamo motivo di credere che l'assessore all'ambiente della regione Lazio Filiberto Zaratti valuterà con molta attenzione la proposta avanzata dalla nostra Regione.
Dobbiamo però avere la consapevolezza - spiega il presidente del Sole che ride - che questo atto da solo non risolve il problema immediato posto dalla richiesta di ampliamento della principale cava di basalto dell'area, la cava di Castel Viscardo. A quella richiesta infatti ha fatto seguito il parere favorevole della Regione Umbria a un progetto che se confermato metterebbe in serio pericolo le due falde acquifere interregionali, le locali produzioni agricole e la filiera turismo-ambiente-cultura che rappresenta il vero volano di rilancio economico dell'area".

"Bene quindi il protocollo d'intesa e il 'gruppo di pilotaggio' proposti da Bottini - conclude Dottorini - magari tenendo aperta un interlocuzione con associazioni e comitati civici che da anni si battono per la salvaguardia e la valorizzazione di quel territorio e sapendo che la questione centrale rimane la necessità di evitare lo scempio di un mega ampliamento da 50 ettari. Un progetto che per dimensioni e impatto mantiene le caratteristiche di un intervento immotivato e difficilmente  armonizzabile con le peculiarità ambientali ed economiche dell'altopiano
dell'Alfina".

Pubblicato il: 21/11/2008

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