Centoquindici milioni per la Cassa di Risparmio di Orvieto

ORVIETO - Centoquindici milioni per la Cassa di Risparmio di Orvieto. Sarebbe questa la cifra confermata dalla Popolare di Bari allo scadere, ieri, dell'esclusiva a trattare per l'acquisto della banca cittadina, messa in vendita da Intesa per decisione dell'Antitrust dopo l'ingresso di CariFirenze nel gruppo guidato da Corrado Passera. 

La Popolare di Bari, sulla base di questa offerta, aveva ottenuto l'esclusiva a trattare i primi di novembre, facendo fuori al rush finale le ultime due banche rimaste in lizza: Etruria che aveva offerto 120 milioni e Tercas che di milioni ne aveva offerti 15 in meno.

L'operazione adesso passerà al vaglio della Consob e della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto che dovrà valutare la misura esatta della quota con cui vorrà rimanere nel capitale. I tempi tecnici sono di sessanta giorni, ma i colloqui tra Marco Jacobini, in questi giorni sulla Rupe, e la Fondazione Cro ono già iniziati.

Intanto, dal piano industriale, giungono indiscrezioni sempre più rassicuranti e lusinghiere per il marchio Cr Orvieto. Non solo la banca manterrà le insegne e le estenderà, come detto, anche agli 11 sportelli che la Popolare ha acquistato lo scorso anno nel Ternano sempre da Intesa, ma saranno a marchio Cro tutte le filiali del Centro Italia (Toscana, Marche e Roma) del gruppo guidato da Jacobini. Praticamente, Cassa di Risparmio di Orvieto passerà dagli attuali 43 ad 61 di sportelli, con prospettive di ulteriore crescita nell'arco di tre - quattro anni.

Insomma, un futuro con prospettive di sviluppo per lo storico istituto cittadino e un ottimo ritorno di immagine per la città. Un aspetto non secondario questo, sebbene il Comune abbia seguito piuttosto da lontano la vicenda della cessione, per la quale in questi mesi non ha speso dichiarazioni.