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Centinaia e centinaia di abusi edilizi fotografati dall'alto

È così che, in questi giorni, sono state recapitate nell'Orvietano centinaia di cartelle di preavviso di accertamento. se poi il Comune di appartenenza verifica che il manufatto in questione non è conforme, va anche demolito. Nel mirino ci sono ovviamente anche tutti gli annessi e le casupole che punteggiano le campagne orvietane

foto di copertina

di Stefania Tomba

ORVIETO - Centinaia e centinaia di abusi edilizi fotografati dall'alto, dall'occhio impietoso dell'Agenzia del Territorio. È così che, in questi giorni, sono state recapitate nell'Orvietano centinaia di "cartelle di preavviso di accertamento". Una minaccia in burocratese che significa, in sostanza, che tutte le nuove costruzioni o le variazioni di ampliamento, se non accatastate entro sette mesi dalla fine dei lavori, saranno accatastate d'ufficio, ovviamente a spese del proprietario. Il ritardato accatastamento è salato, come indicato a chiare lettere nella cartella. I proprietari rischiano di dover sborsare da 258 fino a oltre 2mila euro, a seconda del periodo trascorso dalla data di scadenza dei termini per il normale accatastamento.

E questo soltanto per mettersi in regola con il catasto, perché poi, se poi il Comune di appartenenza verifica che il manufatto in questione non è conforme, va anche demolito. Insomma, è scoccata l'ora X per gli abusi edilizi e nell'Orvietano sono in molti a tremare, dopo che l'Agenzia del Territorio ha effettuato rilevamenti fotografici dell'alto e a raso, individuando centinaia e centinaia di situazioni da verificare. Nel mirino ci sono ovviamente anche tutti gli annessi e le casupole che punteggiano le campagne orvietane e, in special modo, la valle del Paglia. In una parole le "baraccopoli", contrarie ad ogni regolamento comunale, contro le quali si è scagliato a più riprese in questi anni il nostro giornale. Realizzate con materiali da costruzione di risulta, molto spesso anche eternit o traversine, le baracche ai piedi e tutto intorno alla Rupe hanno le ore contate.

L'amministrazione comunale conosce la delicatezza della situazione, trattandosi il più delle volte di costruzioni "vitali" per centinaia di pensionati che coltivano gli orti del Piano. Insomma, il Comune non ignora le implicazioni sociali del problema e per questo ha sempre preferito tenere un atteggiamento moderato, invitando i proprietari a mettersi in regola e ad eliminare almeno le situazioni di irregolarità più vistose. Senza però intervenire mai in maniera drastica e risolutiva. Ma ora, con i controlli messi in campo dal Catasto, non è più tempo di mandarla per le lunghe. La soluzione, è una sola: la demolizione.

Ne è perfettamente consapevole anche l'assessore comunale all'Ambiente e all'Urbanistica, Nazzereno Desideri, preoccupato anche stavolta di non creare allarme, soprattutto nella popolazione anziana. "Ci stiamo attivando a livello regionale - afferma Desideri - per verificare quali possibili soluzioni si possano adottare in futuro". "Di certo - aggiunge l'assessore - le strutture non conformi andranno rimosse, magari per essere ricostruite con materiali eco compatibili e soprattutto ipotizzando un accorpamento dei manufatti. Non più quattro rimesse per quattro appezzamenti confinanti, ma un'unica costruzione, fatta secondo i crismi, a servizio di quattro proprietari. Un modo per tenere insieme il rispetto dell'Ambiente e il contenimento delle spese a carico dei proprietari ".   

 

Pubblicato il: 11/11/2008

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