Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

60 ettari di cava nell'Orvietano non sono 'esempio' di sostenibilità ambientale, economica e sociale

"Difendere e valorizzare la biodiversità, l'acqua, l'aria, il suolo e il paesaggio"

di Fabrizio Bracco e Lorena Pesaresi

La possibilità di vedere realizzata una delle cave più grandi d'Italia  (per l'estrazione basalto) che interesserebbe, come previsto nel PRG del Comune di Orvieto, oltre 60 ettari di suolo nell'Altopiano dell'Alfina, una vasta area di elevato pregio paesaggistico-ambientale e turistico, attraversata da acquedotti e falde acquifere, e di particolare interesse storico e archeologico, ripropone una conflittualità tra cittadini e istituzioni che necessariamente ormai si genera quando si è in presenza di attività che per la loro natura fortemente impattante sul territorio ne compromettono l'integrità. E' in sintesi il tema della "Sostenibilità", come nuova cultura, nuova identità ed etica delle città che cambiano, ad essere richiamato da una crescente sensibilità delle persone e a dover essere posto al centro delle istituzioni, della politica e delle responsabilità di governo del territorio. Non può più esserci "crescita" senza sostenibilità, senza un territorio più sicuro e tutelato, senza riqualificazione delle città, senza riconversione ecologica di settori importanti quali l'edilizia, la chimica ed altri. Per i Democratici di Sinistra e la Sinistra ecologista dell'Umbria, la prima più importante infrastruttura che regge l'economia, la vivibilità e la sicurezza di un Paese o di una città è il suo territorio: la sua conservazione e manutenzione e la sua qualità, sono obiettivi prioritari. Da qui una riflessione politica che la sinistra tutta non può esimersi dal fare coerentemente con il modello di sviluppo "sostenibile" che anche in Umbria intende perseguire e non può che riguardare anche l'attività estrattiva, un importante segmento per l'economia regionale che ha bisogno, tuttavia, di strumenti, regole e ruoli più chiari, più efficaci e meno conflittuali tra i diversi livelli istituzionali di riferimento, a partire dalle competenze di chi e come deve pianificare. E' vero, l'attività estrattiva è necessaria e risponde alle esigenze della collettività e dello sviluppo economico, ma è pur vero che la salvaguardia ambientale e l'uso equilibrato del territorio (la più grande "opera pubblica" di cui il Paese ha bisogno) che sappia tenere insieme qualità economica-sociale-ecologica non è più solo un progetto della cultura ambientalista ma una necessità che il futuro ci impone e che richiama la sinistra ad una inedita "responsabilità ecologica". Siamo chiamati a ridisegnare una nuova riforma dello sviluppo fondata sulla qualità, sul limite delle risorse e sulla loro riproducibilità, a compiere scelte innovative di pianificazione, gestione e controllo del territorio diverse dal passato a partire dalle attività produttive che su di esso insistono. Innovare le forme di gestione del territorio significa riuscire anche in Umbria a soddisfare i bisogni di crescita economica, delle comunità residenti e diventare non più "isole assediate", ma punti di eccellenza nei quali affermare buone pratiche di sviluppo  evitando "consumo" eccessivo di suolo. Per il particolare valore ambientale, storico, culturale e turistico di questo vasto polmone verde dell'Altopiano dell'Alfina e dei limitrofi centri abitati, noi riteniamo che lo scopo primario  su cui orientare Piani e programmi urbanistici condivisi, sia  quello di difendere e valorizzare la biodiversità, l'acqua, l'aria, il suolo e il paesaggio. Dunque, l'idea dei cittadini di riconsiderare il progetto (accantonato da tempo) che proprio sull'Altopiano dell'Alfina prevedeva la realizzazione di un "Parco letterario" dedicato al grande scrittore per l'infanzia Gianni Rodari, ci sembra una proposta, oltre che eco-compatibile, coraggiosa e simbolica che consentirebbe di consegnare alle generazioni future una terra sana, suggestiva, incontaminata. Fare della partecipazione, del senso di appartenenza e di responsabilità delle comunità locali un nuovo protagonismo legato al territorio, perché si ama e ci si batte per ciò che si sente vicino, che appartiene anche sotto l'aspetto emozionale, è per noi segno e dimostrazione di una rinnovata cultura della politica, oltre che di un "buon Governo locale" di sinistra.

Questo pezzo, di grandissima attualità, è del luglio 2005 e fu pubblicato sul Corriere dell'Umbria a firma di due personaggi degli allora DS, che interpretano una sensibilità che, almeno sulla carta, dovrebbe essere immutata. Vedremo. n.d.r.)

Fabrizio Bracco Segretario reg.le DS Umbria , Presidente Gruppo DS Consiglio reg.le                                      
 Lorena Pesaresi, Coord. Sinistra Ecologista Umbria
Resp. Reg.le DS Sostenibilità ambientale

 

Pubblicato il: 13/11/2008

Torna alle notizie...