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Primarie. In discussione c'è l'amministrazione Mocio e il futuro della città

di Dante Freddi  Ci sarà almeno un altro candidato a sindaco nell'area di centrosinistra, Loriana Stella o altri che non condividono i cinque anni 'mociani' e pensano che si possa operare meglio

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Ormai è fatta e non si torna indietro. Entro gennaio ci saranno le Primarie della coalizione di centrosinistra che insieme al PD si presenterà alle amministrative del prossimo anno.
Mocio, la sua amministrazione, il suo metodo di governo e il suo progetto sono in discussione. Ci sarà almeno un altro candidato a sindaco nella sua area, Loriana Stella o altri che non condividono i cinque anni 'mociani' e pensano che si possa operare meglio. Si creerà una nuova classe dirigente, che ha un senso soltanto se è tesa ad offrire le persone migliori disponibili, per amministrare al meglio un programma il più condiviso possibile.
Si parla di persone, di candidati, perché costituiscono un aspetto imprescindibile dei programmi, dànno corpo alle idee e la fiducia nella loro capacità è sostanza. La manfrina di chi racconta che "prima i programmi", "niente personalismi" , "confronto sui programmi e non sulle persone" è strumentale, serve per anestetizzare le congiunture, per allontanare giudizi, per creare "spazio". Normalmente sono le tesi di chi dei programmi se ne frega e li ritiene strumento elastico, "che poi si vedrà".
Le primarie costituiranno un'opportunità del tutto inusuale di giudicare i cinque  anni trascorsi, perché a farlo saranno in prima battuta gli stessi simpatizzanti  del centrosinistra che li  hanno condivisi e di cui sono almeno corresponsabili. Gli stessi che poi dovranno comunque accettare l'avversario vincente, anche se fosse Mocio,  e  sostenerlo contro quello del centrodestra, pena la rottura del partito.
Su chi non si comporterà bene già pende la minaccia di Trappolino che "extra ecclesiam nulla salus", carriere e aspirazioni troncate, forse anche la "dannazione" di dover vivere fuori dalla Chiesa PD.
Ci sarà una campagna elettorale su tutti i temi amministrativi e si esprimeranno sensibilità diverse e giudizi anche impietosi. I panni sporchi non si laveranno più in casa e le discussioni diverranno una ricchezza. D'altra parte un partito che non vede, non sente e non parla è figlio di una concezione chiusa e classista ormai  superata dalla storia.
Non mancherà confusione, ma se si terranno primarie "vere" ci guadagneranno tutti, per primi gli orvietani.
Certamente sarà necessario azionare delle regole che garantiscano l'unità della coalizione anche dopo le primarie, che non sono per rompere ma per costruire democraticamente uno staff efficiente e rispondente alle richieste della gente.
Così dovrebbe essere teoricamente, ma la realtà temo che si rivelerà più spiacevole.
All'interno del PD le primarie comporteranno una affaticamento straordinario e se Mocio si ricandiderà oggetto del contendere sarà la sua amministrazione "debole", con molti lati scoperti e incapace di interpretare le aspettative degli orvietani.  Sarà un'esperienza lacerante, perché si acuiranno i personalismi e le purghe post-cimicchiane nei DS di Capoccia sono una testimonianza recentissima di cosa si possa fare (Germani, Carpinelli, Urbani, Frellicca e compagni lo ricordano certamente).
Ci vorrà il coraggio di ammettere gli errori e la capacità ci confezionare una proposta convincente, in discontinuità con il passato, garantita da persone intorno a cui raccogliersi.

Il centrodestra dovrebbe cògliere questa opportunità di cambiamento a cui è costretto il PD orvietano dalle sue stesse regole e decidere anche al proprio interno di attivare un processo di selezione per quanto possibile condiviso o almeno offrire agli elettori un solo candidato, una sola lista, una possibilità seria di modificare l'assetto amministrativo della città.
 La paura dell'avversario attiva uno stress positivo di cui possono beneficiare tutti gli schieramenti, affina l'intelligenza, dà forza.
Ma anche qui la la storia troppo esile del PDL, la mancanza di abitudine al confronto e la scarsa presenza sul territorio non gioveranno. Né è talmente luminosa la sua classe dirigente e sfavillante il suo impegno di opposizione da costituire un riferimento nel buio pesto che c'è di fronte all'elettore orvietano.
San Pietro Parenzo, martire per la feroce capacità degli orvietani di dividersi, aiutaci tu.
(nel dipinto  uccisone a martellate a di Pietro Parenzo)

Pubblicato il: 06/11/2008

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