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Tragedia Cignelli: come mai dai vari controlli è risultato tutto in regola?

Se lo sta chiedendo la procura di Orvieto che continua ad indagare sulla tragedia dell'esplosione della fabbrica di fuochi d'artificio di Castiglione in Teverina

ORVIETO - Mancato rispetto delle norme di sicurezza: come mai dai vari controlli che si sono succeduti nel tempo è sempre risultato tutto in regola? Se lo sta chiedendo la procura di Orvieto che continua ad indagare sulla tragedia dell'esplosione della fabbrica di fuochi d'artificio di Castiglione in Teverina in cui, il 6 febbraio scorso, hanno perso la vita quattro componenti della famiglia Cignelli. Il rispetto delle norme avrebbe salvato la vita alle vittime? Questo poco importa in relazione ad un'indagine che adesso dovrà appurare altro.

Ovvero, come sia stato possibile che nessun organo competente non abbia visto o voluto vedere le carenze in tema di sicurezza presso la fabbrica: dalle gabbie di faraday mancanti all'assenza di terrapieni, fino all'assenza delle distanze di sicurezza previste dalla normativa.

Intanto, le indagini sulle cause della tragedia, a distanza di oltre otto mesi dall'accaduto, vanno avanti. Non sono ancora state depositate, infatti, le due perizie, quella chimica e quella balistica, dalle quali gli inquirenti attendono risposte per far luce sui fatti. È molto probabile, tuttavia, che le indagini non saranno oggetto di ulteriori proroghe.

Pertanto, il fascicolo dovrebbe dirsi chiuso per gli ultimi giorni dell'anno. Nell'esplosione della fabbrica persero la vita: Renato Cignelli, di 44 anni, la moglie Rosanna Abbatematteo, di 41, Fiorenzo Cignelli, di 58 e la moglie Elisabetta Tirinnanzi, di 53. Unico superstite Giandomenico Cignelli, 26 anni, figlio di Fiorenzo ed Elisabetta.

Pubblicato il: 23/10/2008

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