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Mostra-evento sul Maestro Umberto Prencipe

Dal 18 ottobre 2008 all'11 gennaio 2009 si terrà a Palazzo Coelli. Per iniziativa della Fondazione Cassa di Risparmio e con il patrocinio del Comune di Orvieto

Per iniziativa della Fondazione Cassa di Risparmio e con il patrocinio del Comune di Orvieto, dal 18 ottobre 2008 all'11 gennaio 2009 si terrà a Palazzo Coelli la mostra-evento sul Maestro Umberto Prencipe che costituisce il lancio dell'esposizione permanente presso la sede di piazza Febei, n. 3  delle opere dell'artista donate alla Fondazione CRO nel 2006.

L'inaugurazione è prevista per venerdì 17 ottobre alle ore 17,30 nell'ambito della cerimonia di inaugurazione della nuova sala convegni di palazzo Coelli. Questa mattina il duplice evento è stato presentato in anteprima alla stampa.

La nuova Sala Convegni di Palazzo Coelli
Unico per originalità strutturale e per tecnologie d'avanguardia il nuovo complesso polifunzionale della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto completa e qualifica lo storico Palazzo Coelli con l'intento di inserirsi organicamente nel tessuto cittadino per migliorare la tradizionale ricettività orvietana. Lo spazio, una realtà poliedrica che fonde storia, arte e cultura in un perfetto mix di stile, design ed innovazione.

Lo spazio, inaugura la propria attività con la mostra evento "Umberto Prencipe. I paesaggi dell'anima. La collezione d'arte della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto" aperta gratuitamente al pubblico dal 18 Ottobre 2008 all'11 Gennaio 2009 (orario 10,00 - 17,00 - chiuso il lunedì. La struttura, espressamente concepita per un uso congressuale, offre soluzioni logistiche e flessibilità organizzativa per ogni tipo di evento: la cura del dettaglio, la dotazione dei più moderni strumenti tecnologici e dei migliori servizi accessori la rendono infatti un ambiente che potrà funzionare anche in modo autonomo rispetto all'edificio originario. I lavori, iniziati nel 2006, hanno consentito di ultimare il recupero della prestigiosa sede dell'Ente con la realizzazione di ambienti multifunzionali in grado di offrire servizi altamente qualificati in un contesto di sobria ed inconfondibile eleganza. Il complesso dispone di un ampio spazio verde dalle linee e dai volumi architettonici, di una sala convegni da 110 posti e di due gallerie espositive che diventano sale satellitari, tutte concepite con i più moderni standard di sicurezza e con la massima modularità per rispondere alle articolate esigenze della domanda coniugando efficacemente cultura e sviluppo economico.
La contemporanea inaugurazione della mostra, che in futuro assumerà il carattere di una esposizione permanente, è proprio il segno della volontà concreta della Fondazione di contribuire alla valorizzazione del territorio e delle sue eccellenze con progetti capaci di promuovere un connubio tra salvaguardia del patrimonio del passato e nuove possibilità di sviluppo per il futuro.
Le 79 opere di Prencipe, grande pittore ed incisore del Novecento italiano, donate alla Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto dalla figlia dell'artista sono esposte secondo un criterio cronologico che ricostruisce la sua esperienza estetica ed il suo rapporto strettissimo e privilegiato con Orvieto, ispirazione continua per un'iconografia del paesaggio cittadino come forma simbolica di una personale condizione esistenziale. Apre la rassegna La chiesa di San Giovenale, opera dipinta nel 1904 durante il suo primo soggiorno orvietano, di fedele trascrizione verista ma già testimone di quella predilezione per gli spazi vuoti e le atmosfere immote che contraddistinguerà successivamente la sua pittura. La stagione simbolista è ben testimoniata dalle incisioni del primo quindicennio del secolo, mentre gli oli degli anni Dieci mostrano l'apertura verso un paesaggismo di eredità ottocentesca rinnovato sugli echi del Cezannismo e della Secessione.  Esposti al pubblico numerosi dipinti eseguiti a Orvieto tra gli anni Venti e Trenta:  si segnalano gli studi per Sole d'inverno, opera che nel 1927 vinse il Premio per il paesaggio alla mostra concorso dell'Associazione nazionale degli artisti di Firenze, la serie dei Profili di orizzonte, in cui l'artista accentua  in senso astrattizzante l'elemento lirico ed emozionale, i vuoti interni del convento di Sant'Anna, dove Prencipe aveva lo studio, straordinari per la loro pregnanza evocativa, e l'incisione L'albergo di Posta d'ispirazione novecentista e razionalista, in sintonia con molta grafica del periodo. La mostra prosegue con i dipinti romani degli anni Quaranta e Cinquanta: le intense opere dedicate a villa Lancellotti, ritrovato hortus conclusus a due passi dalla sua casa in via Adige, le vedute tratte da villa Borghese, il solitario cimitero di Testaccio, le nature morte di sapore neosecentesco.

Una selezione della sua produzione grafica completa il percorso espositivo il cui filo conduttore è il legame privilegiato di Prencipe con Orvieto, epitome storica fondamentale nella sua produzione. La mostra prodotta dalla Orvieto Arte Cultura Sviluppo srl, Società strumentale della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto che ha beneficiato di una donazione da parte della figlia dell'artista, rientra in una serie di iniziative mirate a qualificare ulteriormente il patrimonio artistico della città. La fruizione da parte del grande pubblico di importanti collezioni d'arte, come quelle del pittore Frittelli e dello scultore Pollidori già acquisite dalla Fondazione, costituisce infatti un impegno di valore per l'Ente che svolge un ruolo sempre più significativo nel sostegno allo sviluppo delle politiche culturali.
La realizzazione della collana sugli orvietani illustri, che si arricchisce ora del volume dedicato ad Umberto Prencipe, conferma l'attenzione concreta della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto ad una strategia operativa di implementazione del patrimonio culturale cittadino. La monografia, curata dalla dottoressa Sabrina Spinazzé, con una introduzione della professoressa Anna Maria Damigella, è la prima ed unica opera scritta sull'artista ed è il frutto di un lungo e appassionato lavoro di ricerca e di studio condotto con la collaborazione di Giovanna Prencipe figlia dello stesso.
Umberto Prencipe

Pittore e incisore di notevole qualità e rilievo insegnò alle Accademie di Lucca, di Roma e di Napoli, presente alle principali rassegne nazionali e internazionali venne premiato in più occasioni. Umberto Prencipe (Napoli 1879 - Roma 1962) nello scenario d'inizio Novecento si colloca tra gli artisti che, maturati in linea con le esperienze europee, operano un mutamento di rotta nei confronti della pittura verista per un aggiornamento in chiave simbolista dei linguaggi artistici. Un'operazione che sviluppandosi in stretta sintonia con gli indirizzi della letteratura del tempo, in particolare con quella franco-belga, assume connotati del tutto originali, dal timbro marcatamente crepuscolare. Fondamentale il ruolo svolto dalla città di Orvieto, dove Prencipe soggiorna per lunghi periodi a partire dal 1905. Identificata dall'artista con la Bruges descritta da George Rodenbach nel suo romanzo, vissuta attraverso le descrizioni letterarie di Gabriele D'Annunzio, Orvieto "Città del silenzio" diventa il medium privilegiato per elaborare un'iconografia del paesaggio cittadino come forma simbolica di una personale condizione esistenziale.
Con le sue vedute vuote e silenziose, immerse nella nebbia, nella notte o nel crepuscolo, trasfigurate spesso in termini irreali, Prencipe si mostra in questo modo vicino agli artisti centrali della pittura simbolista europea come Fernand Khnopff e Vilhelm Hammershoi.
Nel corso del secondo decennio del secolo la componente simbolista-crepuscolare tende lentamente a smorzarsi per privilegiare modi rappresentativi più naturalistici, in cui Prencipe recupera l'eredità di certa pittura dell'Ottocento, reinterpretandola però sugli echi della Secessione e del cezannismo.

Fondamentale il soggiorno del 1914 a Lucca dove l'artista si reca per insegnare incisione alla Accademia di Belle Arti. Qui incontra il pittore napoletano Alceste Campriani, al quale Prencipe riconosce il merito di averlo riportato alle sue radici partenopee, e alcuni artisti di cultura post macchiaiola come Moses Levy, Antony de Witt, Giuseppe Viner, che lo incoraggiano a sviluppare la sintesi costruttiva del maestro francese.

Le opere che Prencipe realizza tra gli anni Venti e Trenta sono per lo più eseguite a Orvieto, dove vive stabilmente tra il 1921 e il 1926 e dove soggiorna spesso fino all'inizio degli anni Quaranta.

Numerosi inoltre sono i paesaggi eseguiti a Procida, a Sorrento, a Ischia, meta di vacanza, e a Napoli, dove dal 1932 al 1936 insegna incisione alla locale Accademia di Belle Arti.
Nella produzione di questi anni è evidente una strutturazione tonale del colore più geometrica e calibrata, un'architettura dell'immagine più ferma e contemplata, costruita con larghi tratti di materia corposa, capace di risolversi spesso in armonie cromatiche di natura quasi astratta. L'elemento umano è sempre assente, ma il vuoto non è più forma di solitudine bensì motivo generatore di un senso di immota quiete, di pace silenziosa, con la quale Prencipe rimane fedele alla sua "estetica del silenzio", immettendosi autonomamente sulla strada del paesaggismo novecentista. Tale solidità d'impianto sarà progressivamente abbandonata negli anni Quaranta e Cinquanta per lasciare spazio ad una maniera più libera e meno strutturata.

Lontano dalle problematiche e dai dibattiti della pittura del dopoguerra, Prencipe, ormai prevalentemente attivo nella capitale, dove dal 1936 insegna all'Accademia di Belle Arti, dipingerà opere di un timbro intenso e struggente in cui, la predilezione per gli effetti di controluce e di crepuscolo, stemperanti le immagini in un luminismo soffocato, sembreranno quasi voler rievocare in una sorta di "canto del cigno" quelle atmosfere  che avevano felicemente contrassegnato la produzione del suo periodo giovanile.
Umberto Prencipe dal 1937 è stato membro dell'Accademia di San Luca e della Pontificia Accademia dei Virtuosi del Pantheon. Nel 1957 il Ministero della Pubblica Istruzione gli ha conferito la medaglia d'oro per i Benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte. Ha tenuto numerose mostre personali, tra cui, nel 1950, un'importante antologia della sua produzione grafica alla Calcografia nazionale.
La Galleria nazionale d'Arte Moderna, il Museo di Roma, la Galleria Comunale d'Arte Moderna di Roma e l'Istituto Nazionale per la Grafica conservano ricchi nuclei della sua produzione. Altre opere sono presenti alle Civiche Raccolte d'arte di Milano, al Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi, al Civico Museo Revoltella di Trieste, alla Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Latina.


 

Pubblicato il: 17/10/2008

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