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L'acqua non si tocca!. Comunicato del Comitato interregionale per la difesa e lo sviluppo sostenibile dell'Alfina

L'acqua non si tocca!

 

 

Sull'Alfina si dissotterra l'ascia di guerra. Dopo le trascorse vicende della cava di basalto che si voleva fare alle porte di Benano, oggi si ripresenta il problema alle porte di Castelviscardo.
Non si tratta però di una piccola cava di argilla, matrice di  quel cotto che ha reso famoso Castelviscardo nel mondo, bensì di una enorme cava di basalto che negli anni potrà raggiungere l'estensione di trenta ettari.

Un nuovo comitato interregionale (fra Umbria e Lazio) si è quindi costituito per opporsi a questa sciagurata eventualità. Com'è noto la Piana dell'Alfina non è solo un'area di grandissimo pregio paesaggistico e ambientale che incanta chi la percorre, è anche la più importante riserva idrica della Provincia di Terni e la seconda, per quantità d'acqua in grado di erogare, di tutta l'Umbria. Fra la pioggia che l'alimenta e l'acqua che vi scorre in profondità c'è uno strato di lava (basalto) che protegge, raccoglie e filtra l'acqua piovana: un vero dono della natura. Un dono divenuto ancora più prezioso in considerazione della scarsissima piovosità di questo ultimo decennio. Non si comprende quindi perché non sia stato ancora imposto, almeno in territorio umbro, un rigoroso vincolo idrogeologico che continui a garantire alle popolazioni locali gli approvvigionamenti idrici di acqua di buona qualità. Lo stesso Comune di Castelviscardo è stato costretto, alcuni anni fa, ad abbandonare la sorgente delle Ficonacce, perché l'acqua non era più potabile, per andare ad approvvigionarsi da un pozzo sulla piana dell'Alfina.

Il Comitato ritiene assai rischioso consentire l'estrazione del basalto in quell' area, anche con i dovuti accorgimenti che dovessero essere messi in atto dai cavatori. Senza considerare poi che una cava costituirebbe un "vulnus" paesaggistico gravissimo che comporterebbe danni seri all'economia e all'occupazione in tutto il comprensorio orientato, ormai da tempo, verso un tipo di economia, poco apparente (tanto da sfuggire all'attenzione di molti, distratti amministratori locali), ma sostanziale, legato al territorio ed in grado di fermare per qualche giorno anche il turista più frettoloso.

Conoscendo la sensibilità e l'equilibrio dell'Assessorato all'Ambiente della Regione Umbria il Comitato si aspetta una risposta che tuteli la risorsa idrica, il paesaggio e l'ambiente dell'Alfina e, conseguentemente, quel tipo di sana economia diffusa, faticosamente messa in essere da chi vive, lavora e vigila su quei luoghi.

Al termine dell'assemblea sono stati immediatamente avviati contatti a livello parlamentare, della Regione Umbria e della Provincia di Terni, nonché della stampa locale e nazionale per arrivare a scongiurare l'inizio dei lavori di scavo nell'area.

Hanno partecipato alla affollata assemblea cittadini dei comuni di Castel Viscardo, Castel Giorgio e Orvieto, i consiglieri comunali Frizza e  Belcapo del Pd, Imbastoni di Sinistra Critica, le associazioni APE, il Forum Ambiente Orvietano, il Comitato contro le cave di Acquapendente, la Rete d'Amore per Madre Terra, il  Forum regionale dei movimenti in lotta  per i beni comuni, oltre ad esponenti della stampa e della televisione locale.

 

COMITATO INTERREGIONALE PER LA DIFESA

 E LO SVILUPPO SOSTENIBILE DELL'ALFINA

 

Pubblicato il: 15/10/2008

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