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Umbria, patria del tartufo, ha una nuova legge regionale per il prezioso tubero

Una produzione media annua di 150 quintali, diecimila ettari e oltre mille tartufaie, tutti i tipi del prodotto, dal "nero" al "bianco" pregiati, allo "scorzone", al "bianchetto": sono questi i dati ufficiali della tartuficoltura umbra

Economia

di Redazione

Una produzione media annua di 150 quintali, diecimila ettari e oltre mille tartufaie, tutti i tipi del prodotto, dal "nero" al "bianco" pregiati, allo "scorzone", al "bianchetto": sono questi i dati ufficiali (probabilmente, peraltro, sottostimati) della tartuficoltura umbra che hanno determinato, nel senso comune degli italiani, l' idea (corrispondente alla realtà) dell' Umbria regione, con poche altre, patria del tartufo. Gli studi sul tartufo, più ancora del suo mercato, sono in continua evoluzione: molti interrogativi sull' origine del tubero sono ancora aperti, ma oggi si può sapere con certezza se una pianta tartufigena è "micotizzata" e quindi in grado di dare, in certe condizioni ambientali, il prezioso prodotto. Nuove acquisizioni scientifiche, insieme a modificazioni continue all' utilizzo del territorio e climatiche (con una certa tendenza alla cosiddetta tropicalizzazione, che sembra manifestarsi negli ultimi anni) rendono necessario un costante aggiornamento della legislazione: questo motivo ha indotto la Giunta regionale dell' Umbria ad approvare, su proposta dell' assessore all' agricoltura Gianpiero Bocci, un progetto di legge, "Disciplina della raccolta, coltivazione, conservazione e commercio dei tartufi", che modifica la norma precedente, risalente al 1997 e che sarà ora sottoposto alla discussione del Consiglio regionale. La miconizzazione con tartufo umbro delle piante tartufigene vendute in Umbria sarà certificata e la Regione cercherà di istituire un marchio distintivo di qualità. Altre modifiche alla normativa precedente riguardano la costituzione, il riconoscimento e l' estensione delle nuove tartufaie, che non potranno superare i cinque ettari. Le nuove disposizioni contengono inoltre un aggiornamento del calendario degli orari giornalieri entro cui, nelle diverse stagioni, sarà consentita la raccolta. La Regione si impegna inoltre, in collaborazione con le Comunità montane, a realizzare, entro un anno, una completa mappatura delle aree vocate alla diffusione della tartuficoltura. "Le nuove norme - ha commentato Bocci - perseguono due obiettivi funzionali l' uno all' altro: migliorare la qualità dei tartufi umbri e tutelare la loro presenza nel mercato. Le misure che abbiamo assunto si muovono dunque nell' ottica di sostenere i produttori e le imprese e garantire il consumatore".

Pubblicato il: 20/07/2003

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