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Prosegue nel massimo riserbo l'operazione di cessione della Cassa di Risparmio di Orvieto

La banca cittadina (oltre duecento dipendenti, 56 sportelli tra Umbria e Lazio) è un boccone ghiotto attorno al quale, dopo l'apertura della data room dello scorso 17 settembre, sembra si stiano concentrando gli interessi di almeno quattro gruppi bancari

ORVIETO - Prosegue nel massimo riserbo l'operazione di cessione della Cassa di Risparmio di Orvieto, messa in vendita da Intesa per onorare le condizioni imposte dall'Autority per l'acquisizione di Carifirenze. La banca cittadina (oltre duecento dipendenti, 56 sportelli tra Umbria e Lazio) è un boccone ghiotto attorno al quale, dopo l'apertura della data room dello scorso 17 settembre, sembra si stiano concentrando gli interessi di almeno quattro gruppi bancari.

 

Se Ubi Banca sembra aver fatto un passo indietro, è uscito invece allo scoperto il gruppo Banca Popolare di Bari che ha reso pubblico il proprio interessamento tramite l'amministratore delegato, Marco Jacobini . L'acquisizione della Cassa di Orvieto, per Bari significherebbe proseguire nella politica di espansione, dal Mezzogiorno verso il nord, che il gruppo persegue ormai da alcuni anni. Tiene duro Tercas (Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo), il cui nome è circolato sin dall'inizio dell'operazione e Banca Etruria.

 

Tuttavia, non c'è ancora nulla di ufficiale. Dopo le offerte non vincolanti già a disposizione dell'advisor, i gruppi interessanti sono chiamati adesso a presentare un'offerta definitiva. L'operazione che dovrebbe concludersi tra la fine di quest'anno e l'inizio del 2009 entra dunque nella sua fase cruciale.  

Pubblicato il: 30/09/2008

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