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La relazione integrale di Cimicchi

Approfondimento

Relazione al Consiglio Comunale del 17 luglio 2003-07-13

"Il futuro ruolo del Centro Storico di Orvieto, in una visione di ambito territoriale, regionale e nazionale, alla luce della riconsegna alla città della ex Caserma Piave" .

SECONDA FASE

E' possibile dichiarare chiusa la prima fase di discussione sul "futuro del centro storico"che ha visto partecipare tutti i protagonisti della vita sociale, culturale ed economica della città.

In questo frangente il Forum Civico, il tavolo della concertazione, le organizzazioni di categoria e le associazioni varie hanno avuto la possibilità di entrare nel merito delle analisi proposte e in varia maniera hanno portato dei contributi, spesso significativi, che saranno molto utili per la prosecuzione dell'azione intrapresa.

Da tutti i contatti avuti è emersa la impressione di una sostanziale condivisione della ispirazione di fondo dalla quale ci si è mossi.

In particolare alcuni contributi di soggetti italiani e stranieri sono apparsi particolarmente appropriati e tali da rafforzare le già radicate convinzioni che avevano trovato largo spazio nella prima discussione in Consiglio Comunale.

In particolare, i professori John Skillen del Gordon College, il professor Soren dell'Università dell'Arizona più altri illustri cattedratici hanno riconfermato l' assoluta fondatezza dell' ipotesi di lavoro sulla quale stiamo lavorando.

L' Associazione degli industriali, la Confcommercio e la Confesercenti, gli artigiani e gli agricoltori sono apparsi estremamente motivati a contribuire per la migliore soluzione nell'interesse dell' intera comunità.

In pratica siamo riusciti a definire uno "scenario guida" largamente condiviso che deve essere oramai trasformato in azione professionale e politica con il concorso di una pluralità di soggetti che lavorino in maniera coordinata.

Si impone ora la esigenza di aprire una seconda fase che divideremo in due parti: definizione delle procedure e in secondo luogo, definizione delle linee guida da indicare al soggetto attuatore della trasformazione.

Procedure

Il Comune di Orvieto intende avviare il processo di recupero e valorizzazione dell'area della ex Caserma Piave attraverso una Società per azioni controllata dal Comune di Orvieto, attiva nella riqualificazione urbana, nella pianificazione strategica e nella promozione del territorio.

La Spa. sulla base delle analisi prodotte dal Comune di Orvieto procederà a svolgere uno Studio di Fattibilità identificando la destinazione funzionale più opportuna e uno schema di attuazione degli interventi e di gestione dell'area suddetta.

L'Amministrazione promuove tale attività identificando alcuni obiettivi strategici e vincoli che saranno posti a base dei criteri di selezione e valutazione delle diverse alternative, tra cui:

a) il mantenimento della proprietà del bene da parte del Comune, salvo permute funzionali oppure cessioni in cambio di altro patrimonio;

b) il soddisfacimento del fabbisogno locale di attrezzature e servizi;

c) l'equilibrio economico-finanziario dell'operazione;

d) la valorizzazione dell'area, garantendo un livello di realizzazione e gestione innovativo e di assoluta qualità;

e) la minimizzazione dei tempi di inattività del complesso, individuando la via più rapida per avviare il recupero e l'utilizzo dell'area.

Lo studio di fattibilità dovrà contenere:

a) la proposta ideativa;

b) le linee guida per la riqualificazione architettonica (tipologie degli interventi sul complesso);

c) gli elementi economico-finanziari del progetto;

L'Amministrazione Comunale deve decidere a questo punto se intende affidare il bene in concessione tramite la Spa oppure demandare a quest'ultima la gestione diretta del complesso degli interventi.

L'affidamento in concessione, infatti, consente sia di mantenere la proprietà del complesso in capo al Comune sia di avviare la procedura di affidamento ad un soggetto privato in modo relativamente semplificato e in tempi ristretti. Inoltre, le indicazioni e le prescrizioni per la realizzazione architettonica e funzionale dell'area, inserite nel capitolato di gara, consentiranno il rispetto degli indirizzi stabiliti dall'Amministrazione da parte dell'aggiudicatario, lasciando ampia flessibilità ideativi e realizzativi.

La durata massima della concessione può essere prevista in 60 anni.

Il progetto prevede da parte del privato concessionario il pagamento di un canone che sia commisurato alle capacità reddituali del progetto e che permetta all'Amministrazione di partecipare al successo dell'iniziativa.

Nel caso in cui si dovesse scegliere la formula della gestione diretta, l'Amministrazione Comunale dovrebbe procedere d'intesa con la Spa alla formalizzazione in uno o più incarichi di advisor nonché alla nomina di una struttura di consulenza in grado di verificare preliminarmente il mercato con un gruppo di operatori potenzialmente interessati al progetto al fine di meglio precisare e/o integrare lo schema di attuazione prescelto.

In termini funzionali la proposta dovrà prevedere una combinazione delle specifiche destinazioni d'uso e attività comprese nelle tipologie secondo i limiti quantitativi indicati dall'Amministrazione Comunale.

Per quel che riguarda la "progettazione architettonica" dovranno essere elaborate, in collaborazione con esperti del massimo livello, una serie di regole d'intervento e di linee guida per la progettazione, definite con la soprintendenza.

L'Amministrazione Comunale trasferirà, perché sia allegato allo studio di fattibilità, tutti i dati utili a delineare il processo di riqualificazione fisica e funzionale del complesso: Gli studi storici, le indagini geologiche e geotecniche, quelle archeologiche, i rilievi architettonici, le analisi dello stato di conservazione delle strutture.

Tutto ciò, unitamente alle valutazioni inerenti la fattibilità funzionale, economica e procedurale, costituiranno una base certa per i successivi livelli di programmazione e progettazione.

Linee guida

L'Amministrazione ha individuato cinque funzioni che rivestono un ruolo centrale, alle quali dovranno essere associati i servizi ed altre attività ad esse connesse.

a) Economia dei turismi e del tempo libero,

b) Economia della salute e dei servizi alla persona,

d) Economia dei beni culturali,

e) Economia industriale,

f) Economia della conoscenza.

ECONOMIA dei TURISMI e del TEMPO LIBERO

La città vista e vissuta come "sistema" presenta delle evidenti lacune che ne limitano le potenzialità. In particolare Orvieto si presta particolarmente a gestire eventi con protagonisti in numero superiore alla capienza della sala più grande a disposizione (400-450 posti).

Appare necessario disporre di strutture con capienza tale che permettano di gestire gli eventi da 1500 persone. A tale proposito può entrare in gioco la parte soprastante il neo parcheggio di via Roma mediante una struttura polifunzionale architettonicamente e tecnologicamente accattivante.

La ricettività, come è noto, deve essere adeguata per quantità e qualità e non sembra impossibile attrarre soggetti locali e non che possano realizzare il doppio intervento di realizzazione della struttura alberghiera e di rilancio del settore dei congressi e degli eventi in genere.

Allo stesso tempo la città appare carente in alcuni servizi quali le sale cinematografiche anche se non tanto come numero (l'equilibrio è, una su cinquantamila abitanti) quanto nella qualità che è richiesta perché possa svolgere una adeguata capacità attrattiva.

La produzione di servizi integrati rivolti al miglioramento complessivo della qualità della vita può prevedere la realizzazione di un "Centro di benessere" il quale connesso alla ricettività e alla politica degli eventi e dei congressi può fornire una risposta ad una domanda sempre più esigente in questo campo.

ECONOMIA DELLA SALUTE E DEI SERVIZI ALLA PERSONA

I volumi rientrati nella disponibilità della Amministrazione comunale permettono di risolvere diversi problemi da tempo all' attenzione della comunità orvietana.

In particolare rimane da attivare un "diurno" per gli anziani autosufficienti, una sede da adibire ad "appartamento protetto" sempre per le categorie socialmente più deboli e un centro di riabilitazione (RSAP) per post-acuti.

Quest'ultimo servizio sarebbe capace di mobilitare risorse e creare occupazione in notevole misura in considerazione della consistenza della domanda e della felice collocazione geografica di Orvieto.

Nel campo dei servizi rientrano tutte quelle attività che servono per rendere il centro storico autosufficiente e che possono integrarsi con le altre attività funzionali alla "città dei turismi e degli eventi".

Nello studio di fattibilità verrà approfondito questo aspetto ma non si deve pensare alla soddisfazione di queste esigenze/potenzialità esclusivamente all'interno della ex Caserma Piave.

Possono esserci delle soluzioni molto più efficaci utilizzando l'istituto della permuta con altri immobili funzionali allo scopo.

ECONOMIA DEI BENI CULTURALI

Il "sistema museale orvietano" (S.M.O.) è tuttora incompleto e necessitava da tempo di una accelerazione che, non a caso, non avveniva per mancanza oggettiva di soluzioni "fisiche".

Se non si sposta il Museo archeologico nazionale dal Palazzo papale non si può realizzare il museo dell'Opera del Duomo.

Lo stesso per quanto riguarda il Museo Emilio Greco che deve lasciare il posto ad un'altra sezione dei musei dell'Opera del Duomo.

Si propone quindi di "permutare" Palazzo Tiberio Crispo attualmente di proprietà del Demanio Statale Dip. Entrate con un idoneo volume adatto ad ospitare la Tenenza della Guardia di Finanza, in procinto, tra l'altro, di diventare Compagnia.

Ciò permetterebbe di ricollocare il Museo Archeologico a ridosso dell'accesso alla Necropoli della Cannicella , una delle porte del P.A.O., il Parco Archeologico Orvietano.

Per il Museo Emilio Greco si presenta problematico il trasferimento presso i locali ex Supercinema e pertanto occorrerà valutare l'ipotesi della permuta con la Chiesa di S.Giacomo con altro immobile similare per collocare lì le opere del Maestro. Sarebbe di tutt'altro tono la sfida di realizzare un MUSEO DI ARTE CONTEMPORANEA che incorpori e allo stesso tempo ampli il Museo Greco nei grandi spazi della Piave.

L'importanza che ha assunto il Corteo Storico richiede da tempo una più adeguata collocazione ed una sua musealizzazione per la quale L'Amministrazione Comunale e Provinciale hanno, da tempo, attivato la famosa scenografa e costumista Gabriella Pescucci.

La realizzazione del Laboratorio del Costume Medioevale, della sede del Comitato del Corteo e del relativo Museo appare possibile e compatibile economicamente vista la disponibilità e la qualità degli spazi che si sono liberati nel complesso ex Piave.

Analogamente sono da tempo disponibili interessanti materiali per la realizzazione di un Museo Paleontologico che potrebbero essere validamente collocati nel settore che si riterrà opportuno per soddisfare le esigenze dell' economia dei beni culturali.

Di stretta pertinenza di questo settore ma strettamente collegato con l'ambito della economia della conoscenza è il MUSEO DELLA SCIENZA INTERATTIVO dedicato al settore AGROALIMENTARE e alle TECNICHE DELL'ALIMENTAZIONE.

Si tratta di un progetto altamente innovativo, unico al mondo, che sarà in grado di mobilitare risorse culturali e scientifiche di notevolissimo rilievo in grado di progettare e realizzare il cosiddetto "naso elettronico" per la ricerca contro le sofisticazioni.

Un contenitore dinamico che insieme ad un laboratorio dedicato alla tecnologia del nutrizionismo si configurerebbe come un "PARCO A TEMA" se si considera la stretta connessione con il momento formativo e quello produttivo che dovrà prevedere un'indispensabile riconversione del distretto agricolo rispetto alle attuali colture intensive (in particolare il tabacco!).

In questo ambito può rientrare a ben ragione la ricollocazione e lo sviluppo della sede orvietana dell'ARCHIVIO di STATO che si trova in ambienti non sufficienti per il raggiungimento degli scopi istituzionali.

ECONOMIA INDUSTRIALE

Orvieto da tempo si pone come città laboratorio. Qui si sta sperimentando da tempo il digitale e il WI-FI.

Ad un notevole bacino produttivo si è collegato un altrettanto importante bacino formativo, che

vede nella Facoltà di Ingegneria Informatica e delle Telecomunicazioni un' espressione chiara

del rilievo che le nuove tecnologie svolgono nel M.S.O. (Modello di Sviluppo Orvietano).

È evidente che si debba lavorare perché si sviluppi un vero e proprio "Polo Tecnologico" fatto di Spin Off, Università e Impresa.

Qui le formule si sprecano se solo volessimo, ma la sostanza è che a fronte di una notevole disponibilità di spazi e con i finanziamenti che residuano fino al 2006 per l'innovazione tecnologica e per l'automazione dei processi produttivi, ci sembra indispensabile puntare su un ambito quale è quello della ricerca e della sperimentazione in campo tecnologico.

Potranno trovare spazio laboratori per la produzione TV,case per la produzione di software, mentre un altro campo in cui Orvieto sta già giocando un ruolo come capofila di Hidrocitys. associazione europea per la promozione dell'uso dell'idrogeno.

Dopo le recenti e ricorrenti crisi del mercato del petrolio si è scatenata una corsa alla ricerca delle fonti di energia rinnovabile.

E' ragionevole pensare che sia possibile realizzare un CENTRO DI RICERCA PER LO STUDIO DELL'APPLICAZIONE INDUSTRIALE DELLA MATERIA PRIMA CHIAMATA IDROGENO.

Per i nostalgici della "fabbrica" può apparire un vuoto slogan parlare di "sviluppo immateriale". Invece occorre abituarsi a considerare questo come un nuovo "fronte" necessario, dove ricerca e sviluppo e innovazione da una parte, scuola università, apertura alle menti migliori in arrivo da tutto il mondo dall'altra costituiscono la base necessaria per lo sviluppo.

Paolo Verri, responsabile di Torino Internazionale, l'agenzia che ha elaborato il Piano trategico dell'area torinese ha dichiarato che " per lo sviluppo strategico di un'area c'è bisogno di una forte iniezione di talenti".

In sostanza potremmo dire che l'offerta di ambienti che favoriscano una vita migliore costituisce un fattore di competitività per le città.

Un Parco Scientifico e Tecnologico, unitamente allo sviluppo delle presenze universitarie (economia della conoscenza) potrebbe indurre uno sviluppo di tipo nuovo come sostiene

Richard Florida nel suo "The rise of the creative class", (l'ascesa della classe creativa!), opera in cui si prefigura un cambiamento nelle strategie dello sviluppo locale dove i giovani talenti, le loro idee e i loro stili di vita sono la vera nuova ricchezza delle città.

ECONOMIA DELLA CONOSCENZA

Conseguentemente al ragionamento svolto fin qui l'Economia della Conoscenza completa e qualifica l'intera strategia che si intende adottare in questo preciso momento storico.

Si tratta, come più volte ripetuto, di una occasione storicamente irripetibile che non necessita di ulteriori giustificazioni ma che va colta con decisione e razionalità.

Il punto centrale è il seguente: si tratta di una smodata ambizione il tentativo per la ricostituzione della studium urbis di antica memoria?

La risposta alla domanda è, a nostro avviso, la seguente: se si tratta di insediamenti che nascono dalle naturali vocazioni del territorio e se non si punta a strappare pezzi di agenzie formative al solo scopo di colmare dei vuoti progettuali è possibile impegnare risorse proprie e candidarsi a rivendicarne parte del sistema allo scopo di ampliare l'offerta formativa mediante la costituzione di punti di eccellenza e la costituzione di corsi universitari di natura sia pubblica che privata.

Da un punto di vista strutturale è evidente che non si punta ad una presenza residuale ma a una presenza significativa che vede la questione della residenzialità come uno degli elementi fondamentali.

L'idea del "Campus" non sta in piedi senza la garanzia della residenza che è strettamente connessa al ragionamento fatto precedentemente sulla qualità della vita necessaria da garantire se si vogliono attrarre "cervelli".

Ora però si tratta di raccogliere anche i risultati di questi anni in cui sono state notate difficoltà che generalmente non vengono considerate.

Infatti se non si favorisce l'insediamento del corpo insegnante che perciò entri a far parte del contesto della vita qualitativa del "Campus" si creano le basi per il fallimento dell'iniziativa.

Orvieto è già di per sé un Campus, la Città Sistema è tale anche per l'Economia della Conoscenza. Per questo il Santa Maria della Stella non è sufficiente già oggi per le attività in corso che sono distribuite su più complessi e che dovranno essere ricollocate tra l'attuale sede di Piazza Duomo e l' ex Caserma Piave.

Ma tutto deve ruotare intorno allo stesso obiettivo, le biblioteche, le piazze i luoghi della cultura così come i luoghi del gusto.

Le iniziative da intraprendere sono le seguenti:

a)Facoltà di Architettura (da istituire mediante inserimento nel prossimo Piano Triennale da parte dell'Ateneo di Perugia e con la compartecipazione delle istituzioni locali);

b)Scuola di Archeologia (Centro di Eccellenza);

c)Corso di Laurea Triennale in Marketing e Comunicazione dei beni culturali e tradizionale (Consorzio tra la Facoltà di Perugia di Scienze della Comunicazione e "La Sapienza" di Roma;

d)Scienze Enogastronomiche (Univ. Privata con sedi analoghe a Pollenzo in Piemonte e Colorno, Emilia Romagna);

f) Università del Jazz ( di iniziativa mista pubblico-privato mediante trasformazione dell'attuale centro di formazione di cultura musicale Luigi Mancinelli);

g) Centro di formazione per quadri amministrativi e tecnici delle pubbliche amministrazioni dei paesi "terzi"(Iniziativa con la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Perugia, Progetto Istitutional Building).

Alle iniziative elencate vanno aggiunte alcune per le quali sono in corso trattative molto complesse e che non implicano il coinvolgimento diretto dell'Ateneo perugino oppure di altri atenei italiani.

L'argomento verrà ripreso al momento opportuno, viene citato esclusivamente perché l'eventuale successo dipende sempre dalle pre-condizioni evidenziate in precedenza.

Alle attività citate vanno aggiunte quelle già esistenti che garantiscono un flusso di circa 550 studenti che hanno già creato condizionamenti nel mercato immobiliare e degli affitti.

Esse, per memoria, sono:

a) Ingegneria informatica e delle telecomunicazioni;

b) Master di Architettura (Pianificazione, gestione e restauro dei centri storici);

c) Alta Scuola sui siti instabili;

d) Master in Comunicazione-Web Writing;

e) Psicologia della Salute-Scuola di Specializzazione;

f) Corso di specializzazione in chirurgia toracica - chirurgia dell'emergenza ( per questo corso è già da tempo stata firmata una convenzione tra ASL e Università di Perugia, in attesa di attivazione);

g) Corso di specializzazione per infermieri professionali;

h) Master in Educazione Sanitaria- Facoltà di Veterinaria;

i) Master in "Diritto d'autore e New Economy";

j) Scuola di Etruscologia e Archeologia dell'Italia antica.

A queste attività ne vanno aggiunte altre di iniziative private, come Lingua Sì, che già svolgono una opera meritoria sul territorio con una dimensione a carattere internazionale, ad esse vanno aggiunte alcune Università americane (la Fordham di New York, l'Università dell'Ariziona e del Colorado ed il Consorzio delle Università di Tucson e Phoenix per le materie di Storia dell'Arte e di Archeologia) e college come il Gordon che insieme ad alcuni licei della Baviera operano già da tempo ad Orvieto.

L'idea dello sviluppo dell'economia della conoscenza implica un chiarimento di fondo sulle strategie adottate fin qui dalle istituzioni universitarie umbre e dalla Regione stessa.

La grande opportunità rappresentata dalle potenzialità ancora inespresse delle città umbre sul versante della ricerca e dell'eccellenza in campo culturale e scientifico richiedono un definitivo piano di ristrutturazione dell'attuale sistema.

Il suddetto piano deve prevedere un rafforzamento decisivo degli attuali poli centrali ed allo stesso tempo considerare il varo definitivo di alcuni centri di eccellenza nel rispetto delle vocazioni territoriali, secondo il principio della sussidiarietà.

Questo tipo di sviluppo peraltro già noto come "modello bolognese",e già applicato anche in Piemonte orientale ed in altri luoghi ancora, evita il crearsi di zone di penetrazione da parte di atenei contigui, mentre non pregiudica, nell'interesse dell'azione intrapresa, un adeguato collegamento con altri centri di eccellenza di livello internazionale.

Va detto ancora una volta che non si tratta di decentramento dell'esistente, bensì della creazione di nuove opportunità e di nuove politiche per lo sviluppo qualitativo.

Per assecondare questa strategia di sviluppo dell'economia della conoscenza, che vedrebbe l'Umbria protagonista nella creazione di una rete di "CAMPUS", è possibile prevedere l'istituzione di una tersa università regionale "IL POLITECNICO DELL'UMBRIA" il quale, opportunamente dotato, potrebbe guidare il processo che farebbe di questa regione il territorio q più alta vocazione per gli alti studi, la ricerca e l'innovazione.

LE RISORSE

Per la realizzazione di un intervento così complesso le forme di finanziamento rappresentano un aspetto importantissimo.

Per le iniziative di tipo privato va da sé che esse debbano essere sostenibili ed autofinanziate anche con le incentivazioni che le leggi vigenti prevedono.

E' del tutto evidente che il costo del bene può essere utilizzato come incentivo e modificato in connessione con la qualità dell'intervento proposto.

Utilizzando tutta la gamma degli strumenti giuridici in dotazione alla P.A., quali la Concessione, l'affitto, il comodato, il diritto di superficie, la permuta e la cessione.

Del resto se prendiamo il caso della concessione ad un soggetto realizzatore, nel "capitolato d'appalto" devono essere previsti i costi di acquisizione ed i prezzi dei canoni e relative sub-concessioni.

I programmi di iniziativa pubblica devono essere invece collocati all'interno delle linee programmatiche esistenti che possono essere così sintetizzate:

a) risorse del Tavolo territoriale del Patto per l'innovazione e lo sviluppo;

b) Piano di Sviluppo Rurale;

c) Obiettivo 2 e 3

d) Fondi CIPE;

e) Patto VATO;

f) Fondi di bilancio degli EEPP (Comune, Provincia,Comunità Montana);

g) Contratti di quartiere;

h) Gal;

i) Piano Sanitario Regionale;

j) Ministero per Beni Culturali e per i Beni Archivistici;

k) Net.Energy-UE (ricerca sulle fonti di energia rinnovabile);

l) Piano Triennale per l'Università e la Ricerca Scientifica;

m) Fondi Regione-ATER-ADISU ( casa dello studente!).

All'interno del Tavolo Territoriale del Patto per l'innovazioneeccecc è possibile dare vita a più strumenti di raccordo anche se quello che appare più adeguato è l'ACCORDO di PROGRAMMA.

La NewCo dovrà essere finanziariamente dotata affinché possa realizzare tutti gli strumenti operativi indispensabili quali lo STUDIO DI FATTIBILITA', incarico per una o più ricerche di PRE-MARKETING e per la predisposizione del/dei CAPITOLATO D'APPALTO, oltre agli studi statici e funzionali che sono stati già predisposti dalla Amministrazione Comunale.

Conclusioni

La prima fase istruttoria si conclude qui. Possiamo dire grazie a tutti coloro i quali si sono accostati al problema con umiltà e con spirito di servizio verso la città.

Ci rendiamo conto che non è facile dare un contributo ma in realtà chiunque può tornare utile perché le opzioni strategiche e le posizioni politiche hanno necessità del consenso e della collaborazione.

Si può essere critici senza essere distruttivi, si può collaborare anche da diverse sponde politiche senza rinunciare alla paternità delle proprie idee.

Per garantire a tutti i cittadini l'accesso alle informazioni istituiremo all'interno dell'ex "posto di guardia" un PUNTO DI INFORMAZIONE che comincerà a funzionare non appena sarà costituita la Spa.

Lì i cittadini potranno informarsi su quello che accade e che accadrà nell'area, prendere visione del progetto, conoscerne i tempi di realizzazione.

Questo Info-Box rimarrà anche dopo la realizzazione del progetto per ospitare un piccolo Museo della vecchia Caserma, la memoria storica di quello di quello che è stata la Piave nel XX secolo per la città di Orvieto.

Stefano Cimicchi - Sindaco di Orvieto

Pubblicato il: 18/07/2003

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