Montanucci -SII. Queste le motivazioni della sentenza che dà ragione a Montanucci

ORVIETO - È reato staccare l'acqua, senza un provvedimento del giudice, se il contatore si trova all'interno di una proprietà privata. È quanto stabilisce il giudice monocratico del tribunale di Orvieto, Elisa Fornaro, che in questo modo motiva la sentenza che, a giugno scorso, ha portato alla condanna del direttore del Sii, Mauro Latini per esercizio abusivo delle proprie ragioni. La vicenda fa riferimento al processo intentato contro i vertici del Servizio idrico dal cittadino orvietano, Giulio Montanucci che, nel marzo 2006, si vide staccare il contatore perché moroso.

Effettivamente Montanucci, "per scelta politica, e non per mero inadempimento - come si legge nelle motivazioni del giudice, depositate in questi giorni - aveva deciso di non corrispondere al Sii l'importo relativo alle bollette di consumo idrico, depositando le relative somme su un libretto al portatore intestato al Comune di Orvieto".

Di qui le note vicende. Dagli ultimatum a pagare, fino al distacco operato dagli operai dell'Asm su mandato del Sii, nonostante il contatore si trovasse all'interno della proprietà privata e l'accesso allo stesso fosse consentito solo a seguito dell'attraversamento di due cancelli. Bene: in questi casi, stabilisce il giudice, il distacco rappresenta un reato e più precisamente "un'indebita attribuzione a se stesso di poteri e facoltà spettanti esclusivamente al giudice".  Sulla scorta di queste ragioni Latini è stato condannato ad un'ammenda di cento euro. E la parte civile, sostenuta dal legale Angelo Ranchino, in vista del risarcimento da liquidare in sede civile, ha chiesto una provvisionale di ventiduemila e 500 euro complessivi per i tre occupanti dell'appartamento che, per dieci mesi, sono rimasti senz'acqua. (S.T.)