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La cantina sociale Co.pro.vi.al. chiusa dai NAS

I sigilli, che nella migliore delle ipotesi significano il "salto" di un solo anno di produzione, arrivano infatti dopo una lunga stagione di difficoltà della  "Co.pro.vi.al.", che ha alimentato per anni il rincorrersi di voci circa possibili fusioni Colpo di grazia della chiusura, la cantina è in vendita

foto di copertina

ALLERONA - Cantina sociale chiusa sotto il sigillo dei Nas. La storica cantina sociale, operante negli ultimi anni sotto il nome di "Co.pro.vi.al.", dovrà rinunciare almeno per quest'anno alla rituale "processione" dei trattori ordinatamente accodati lungo via Carducci, in attesa di poter consegnare il proprio carico di uva, a quella che fino a pochi giorni fa era considerata un'istituzione cittadina. Sullo stabilimento sono infatti stati apposti i sigilli dei Nas. "Durante il sopralluogo di controllo effettuato lo scorso 5 maggio - come racconta il comandante del nucleo antisofisticazione, Orazio Pellegrini - le condizioni igienico sanitarie dell'impianto non rispondevano agli standard richiesti". Un parere poi confermato anche dalla Asl n4 di Terni, anch'essa chiamata ad esprimersi in materia. A decretare la definitiva chiusura è poi arrivata, il 3 giugno scorso, un'ordinanza del primo cittadino di Allerona, Valentino Rocchigiani. Il tutto con il massimo riserbo. Pochi infatti, all'infuori dei membri del consiglio di amministrazione della cooperativa "Co.pro.vi.al.", erano a conoscenza dello stop forzato delle attività. Una verità che non poteva non venire a galla ora che i grappoli sono pressoché maturi e i circa 160 soci della cantina alleronese si preparano alla raccolta. Un "duro colpo" per i contadini più longevi, legati da un legame "affettivo" con la cantina sociale, ma anche e soprattutto per la "Co.pro.vi.al". I sigilli, che nella migliore delle ipotesi significano il "salto" di un solo anno di produzione, arrivano infatti dopo una lunga stagione di difficoltà della  "Co.pro.vi.al.", che ha alimentato per anni il rincorrersi di voci circa possibili fusioni con un'altra cantina, che ricopre una posizione di spicco nel panorama vitivinicolo orvietano, ovvero la "Monrubio", poi puntualmente disattese. La speranza del consiglio d'amministrazione è di riprendere l'attività nello stabilimento alleronese già dal prossimo anno, ma  "ad oggi -specifica ancora il comandante Pellegrini- nessun programma dei lavori per il ripristino dei canoni di sicurezza igienico sanitari è ancora stato presentato". Ma con i chicchi ormai maturi il problema più pressante dei 160 soci è dove portare il raccolto di quest'anno. La cooperativa che gestisce la cantina sociale ha pertanto letteralmente messo in vendita il raccolto dei propri soci. Tra i possibili le vicine cantine "Monrubio" e "Podere Vaglie", che ha recentemente aperto un nuovo impianto in località Pianlungo prendendo in affitto la cantina di proprietà del gruppo "Colli perugini". Difficile credere che il mancato accordo per la fusione Monrubio non abbia influito nella deviazione dei trattori alleronesi lungo la via del "Podere Vaglie".                

Pubblicato il: 09/09/2008

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