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Quelli che Orvieto

di Giuseppe M. Della Fina "Posso rassicurare tutti che qualora la centralità del patrimonio ambientale, storico e artistico e un'idea di città convincente non entrassero nel programma di governo per la nostra città redatto dal Partito Democratico, io non ci sarò o sarò da un'altra parte"

foto di copertina

"Quelli che il calcio" è una trasmissione cult della Rai ideata e condotta da Fabio Fazio e successivamente da Simona Ventura. La conduttrice è stata affiancata per alcuni anni da Gene Gnocchi, che interpretava uno sketch dove un giornalista immaginario - Eugenio del Dubbio - intervistava persone per strada dalle quali faceva avanzare critiche violente e a senso unico nei confronti del governo dell'epoca che era presieduto da Romano Prodi. Il comico faceva il verso con ironia alla trasmissione "Secondo voi" che era condotta da un giornalista reale Paolo del Debbio.

Leggendo un articolo, uscito oggi sulle pagine del Giornale dell'Umbria e sul giornale on-line Orvietosi, ho ripensato a quel fortunato sketch: non me ne voglia l'autore dell'articolo e meno che mai l'amico Dante Freddi.

Nell'inchiesta si sostiene - riportando affermazioni di turisti incontrati  per caso - che il costo dei biglietti dei monumenti e dei musei orvietani sarebbe esorbitante e tale da far fuggire a gambe levate i già pochi visitatori insonni in quanto non entrati in nessun albergo. Ora le opinioni sono tutte valide, ma anche i dati hanno il loro peso. Allora invito tutti a una semplice ricerca su Internet e si scoprirà come stanno realmente le cose. Cercate il costo del biglietto delle principali cattedrali (Milano, Venezia, Firenze, Pisa, Siena, ecc.), dei monumenti, delle gallerie, dei siti archeologici nel nostro Paese, o semplicemente ricordate quanto avete pagato il biglietto d'ingresso dell'ultima mostra in ordine di tempo che avete visitato in Italia o all'estero. 

 In questi giorni, inoltre, sono stato tirato in ballo - non volendolo - per una vicenda più complessa e articolata: il parco archeologico e ambientale dell'orvietano e lo sviluppo urbanistico della nostra città. I due aspetti sono coordinati, ma non vanno sovrapposti, altrimenti si rischia di fare confusione e il guazzabuglio non porta generalmente alla risoluzione dei problemi. La lottizzazione del Fanello, ad esempio, va connessa semmai con la situazione della rete infrastrutturale (strade, ponti, ecc.) del nostro territorio e non con il Fanum Voltumnae o gli scavi a Campo della Fiera.

Sono assessore da poco più di un anno, sulla spinta di un rinnovamento possibile del centrosinistra orvietano e, insieme ad altri, ho cercato di portarlo avanti. Alcune scelte siamo riusciti a fermarle, altre ad indirizzarle diversamente, altre ancora per il punto a cui l'iter tecnico-amministrativo era arrivato e qualche nostra incapacità non siamo riusciti a modificarle.

Faccio un esempio concreto: la chiesa in località Ponte del Sole, di cui un anno fa era iniziata già la costruzione su un progetto approvato da tempo.  Cosa avremmo dovuto realmente fare? Quali possibilità realistiche d'intervento avevamo? Anche nelle critiche occorre una profondità storica, altrimenti si rischia di sbagliare gli obiettivi.

Credo che negli ultimi quindici anni sono stato sempre al fianco di chi si è battuto per una difesa di "quei campi arati da orefici", come Pier Paolo Pasolini considerava le nostre terre. Non eravamo numerosi in verità: qualche associazione, qualche singolo personaggio coraggioso. Mancavano, in particolare, alcuni che vedo oggi tanto attivi e non mi riferisco a Carlo Perali.

Posso rassicurare tutti che qualora la centralità del patrimonio ambientale, storico e artistico e un'idea di città convincente non entrassero nel programma di governo per la nostra città redatto dal Partito Democratico, io non ci sarò o sarò da un'altra parte. Siamo in molti, comunque, in quell'area a pensarla così e penso che riusciremo a dare un contributo per costruire una Orvieto diversa: ci occorrono critiche che - se centrate - aiutano, ma anche una valutazione oggettiva della situazione. Altrimenti si fa il gioco - pur non volendolo - di coloro che vogliono lo status quo e non mancano.

Pubblicato il: 04/09/2008

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