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Ciconia2. Operazione urbanistica affrettata e discutibile

di Dante Freddi Le ragioni della maggioranza e delle minoranza. Un insediamento che comporterà investimenti per molti milioni di euro, senza corrsipondenza evidente con il mercato. Alla fine, "noi speriamo che ce la caviamo"

foto di copertina

di Dante Freddi

"Ciconia 2" coprirà  79.000 metri quadrati su cui si edificheranno volumi per circa 100.000 metri cubi. Saranno costruiti circa ottanta appartamenti e un centro commerciale-direzionale, 250/300 i nuovi residenti e gente che va e che viene per accedere alla zona commerciale, operatori e fruitori dei servizi.
L'Amministrazione, che dà seguito ad una scelta urbanistica ormai vecchia e ribadita con l'approvazione da parte del Consiglio del piano attuativo nel novembre del 2006, sostiene che le nuove abitazioni sono necessarie, perché, come ha riferito il sindaco al Consiglio, dal 2000 si sono create ad Orvieto 800 nuovi nuclei famigliari, seppure non sia aumentata la popolazione. E inoltre che c'è bisogno di diverse tipologie di case, tagliate sulle possibilità economiche dei clienti.

La variante approvata-relaziona il sindaco Mocio- "non modifica né le previsioni volumetriche né gli standard né tanto meno l'impianto. Il piano attuativo risulta conforme al vigente PRG e alla normativa regionale ed ha avuto il parere della Commissione comunale per la qualità architettonica e il paesaggio".
In quanto poi alla mancanza di servizi e di una viabilità adeguati, l'Amministrazione promette che saranno realizzati ( il capogruppo PD Massimo Gambetta ha quasi "giurato") e a settembre sembra che ci sarà un incontro con il Consiglio di quartiere per comunicare i tempi delle opere e rassicurare quindi i cittadini.

La preoccupazione è infatti legittima ed è stata interpretata dalla minoranza consiliare durante un dibattito serrato, a volte motivato da tattiche politiche, ma comunque necessario per garantire a tutti i consiglieri una maggiore consapevolezza.
Così sintetizza Maurizio Conticelli i motivi dell'opposizione: "Gli argomenti principali hanno riguardato l'eccessivo carico urbanistico sul territorio, la inadeguatezza del sistema viario, l'insufficienza del verde di quartiere, l'incertezza sulle scelte bioclimatiche, la mancanza di un piano generale del commercio, le correlazioni con il caso Despina, l'incongruenza con la stagnazione del mercato immobiliare, con la crisi economica, con i programmi di "ridensificazione" del Centro".

Un maggiore approfondimento è possibile nel sito di Altracittà, aiuto spesso prezioso per conoscere la documentazione amministrativa e focalizzare i problemi della città.

Il mercato immobiliare è un àmbito economico influenzato da molte variabili e certamente un'abitazione da 60 metri nel centro storico può avere una richiesta ed un valore ed una appetibilità diversa dall'appartamento a Ciconia, rivolto soltanto a residenti e investitori e non certo ad amanti del verde dell'Umbria.
L'immobilità dell'economia nostrana, il lavoro che manca, l'aumento del costo dei mutui e  la crisi generale del Paese costituiscono un dato di fatto negativo che non favorisce certamente il settore immobiliare e se a questo, ad Orvieto, ci mettiamo sopra i nuovi appartamenti a Sferracavallo e a Ciconia, diventa difficile immaginare chi sarà ad acquistare gli immobili di Ciconia 2.
Ma, come ha detto qualcuno in Consiglio, ci sarà movimento, gireranno soldi e in quanto agli edificatori e agli acquirenti, avranno fatto i loro conti. E' lo stesso ragionamento, più o meno, che portò, mutatis mutandis, alla costruzione del Borgo.

Qualche altro sostiene che stiamo alimentando un'economia drogata, che crea quanto non serve, e quando i nodi verranno al pettine molti si troveranno con il cerino in mano, con appartamenti pagati molto più di quanto valgono.

Non so, ma queste non mi sembrano operazioni tese a migliorare la vita di una comunità e ad equilibrare il mercato. Rispondono alla richiesta di imprenditori che non vogliono e non possono fermarsi e non alla richiesta di cittadini che organizzano la propria vita intorno al legittimo esaudimento dell'aspirazione di avere una propria abitazione. 

Il mio ragionamento affonda in una "sensazione" che è giustificata soltanto da parziali dati demografici tutti negativi, ma io non autorizzo la costruzione di migliaia di metri cubi.
Sarebbe stato utile che l'Amministrazione avesse operato su numeri precisi e credibili sul trend demografico e sulla composizione delle famiglie, perché il dato offerto dal sindaco Mocio (dal 2000 sono aumentate 800 famiglie) andrebbe dettagliato e compreso e comunque, per quanto riguarda il futuro, non ha alcun significato.

"Noi speriamo che ce la caviamo".



La linea arancione è il percorso della complanare

Pubblicato il: 31/08/2008

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